Il presidente statunitense: «L’accordo ha fallito e non fa nulla per limitare le attività destabilizzanti dell’Iran a sostegno del terrorismo»
È ufficiale. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato «il ritiro degli Stati Uniti» dal Joint Comprehensive Plan of Action, il nome formale dell’accordo sul nucleare siglato nell’estate 2015 dai cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza Onu (Usa, Regno Unito, Francia, Cina e Russia) più la Germania. Trump ha anche promesso la reintroduzione del «livello più alto di sanzioni»contro Teheran e contro qualunque nazione che aiuterà la nazione nel suo programma nucleare.
«L’accordo ha fallito»
L’intesa entrò in vigore nel gennaio 2016, quando vennero meno le sanzioni contro Teheran in cambio di un suo stop da parte dell’Iran alle attività per l’arricchimento dell’uranio. Parlando dalla Diplomatic Room della Casa Bianca, Trump ha detto che «in teoria l’accordo era pensato per proteggere gli Usa e i suoi alleati... ma l’accordo consente all’Iran di continuare ad arricchire l’uranio». Per lui, le promesse fatte dall’Iran sono una «falsità».
Come previsto, il leader Usa ha citato i documenti presentati la settimana scorsa dal premier israeliano (che risalgono agli anni ’90 e che non hanno fornito informazioni nuove, motivo per cui la presentazione di Benjamin Netanyahu è stata vista come una mossa propagandistica). «Anche se l’Iran rispetta la compliance, l’Iran può tornare alle armi nucleari subito. Se permetto questo accordo, ci sarà una corsa agli armamenti nucleari», ha aggiunto il leader Usa.
«L’accordo ha fallito» e «non fa nulla per limitare le attività destabilizzanti dell’Iran a sostegno del terrorismo», ha aggiunto Trump. Il leader Usa aveva sempre definito «cattivo» l’accordo giudicato storico dalla comunità internazionale e che oggi Regno Unito, Francia e Germania hanno difeso in una nota congiunta. «Lavoreremo con i nostri partner per ottenere una soluzione duratura», ha concluso Trump.
Le sanzioni sui settori energetico, petrolchimico e finanziario
La Casa Bianca ha spiegato in una nota che le sanzioni che gli Usa intendono reintrodurre contro l’Iran come conseguenza del ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare «prendono di mira settori cruciali dell’economia iranania come quelli energetico, petrolchimico e finanziario».
«A coloro che fanno affari con l’Iran sarà dato un po’ di tempo per fermare le operazioni» nel Paese o ogni affare che coinvolge Teheran, ha reso noto la Casa Bianca avvertendo che alla fine di questo periodo, chi non si sarà adeguato, dovrà fronteggiare «severe conseguenze». Secondo il Tesoro, ci saranno finestre di 90 e 180 giorni per imporre di nuovo le sanzioni.
Rohani: l’Iran non lascerà l’accordo
Teheran «non abbandonerà l’accordo sul nucleare», un’intesa che gli Usa «non hanno mai rispettato»: lo ha affermato il presidente iraniano Hassan Rohani in diretta tv dopo l’annuncio del presidente Usa. Rohani ha aggiunto che Teheran continuerà ad andare avanti sull’intesa con gli altri firmatari: «Un paese irritante ha lasciato l’accordo e l’Iran continuerà l’accordo con l’UE, la Russia e la Cina»
«C’è poco tempo per iniziare i negoziati per mantenere in piedi l’accordo sul nucleare» con gli altri partner senza gli Usa. Se i negoziati fallissero, «ho dato disposizione all’Agenzia per l’energia atomica iraniana di essere pronta a riprendere l’arricchimento dell’uranio come mai prima, già nelle prossime settimane».
Le reazioni dell’Europa
Francia, Germania e Regno Unito «si rammaricano» per la decisione del presidente Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano. Lo ha scritto in un tweet il presidente francese Emmanuel Macron, aggiungendo che «il regime di non proliferazione nucleare è a rischio».
«Non lasciate che nessuno smantelli questo accordo. È uno dei più grandi successi raggiunti dalla diplomazia: restate fedeli ai vostri impegni e noi resteremo fedeli ai nostri». Lo ha detto l’alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, rivolgendosi «ai cittadini e ai leader iraniani» dopo l’annuncio del presidente Usa.
Netanyahu: apprezziamo molto la decisione di Trump
«Apprezziamo molto la decisione del presidente Trump». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu subito dopo l’annuncio del presiedente Usa di ritirarsi dall’accordo, definendo la decisione «coraggiosa e corretta». «Se fosse rimasto in vigore - ha proseguito - entro alcuni anni Iran avrebbe avuto bombe atomiche».
«La comunità internazionale che desidera la pace e vuole la sicurezza - ha sottolineato Netanyahu - deve agire oggi su tre direttive contemporanee: bloccare questo cattivo accordo ed impedire all’Iran di produrre un arsenale atomico; far cessare l’afflusso di finanziamenti alla macchina bellica iraniana, mediante il ripristino di un regime di sanzioni; bloccare l’aggressività dell’Iran, in particolare nella nostra Regione».
«La rimozione delle sanzioni - ha proseguito - non ha reso finora l’Iran più moderata, al contrario lo ha reso ancora più aggressiva. Da mesi l’Iran trasferisce in Siria forze ed armi micidiali nell’intento di colpire Israele».
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver chiesto alle autorità sulle alture del Golan occupate di aprire e preparare i rifugi antimissile per le “attività irregolari delle forze iraniane in Siria”.
“Dopo l’identificazione dell’attività irregolare delle forze iraniane in Siria, l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha deciso di cambiare le istruzioni di protezione civile nelle alture del Golan e incarica le autorità locali di sbloccare e preparare rifugi nella zona”, ha detto l’esercito in una dichiarazione.
L’annuncio è arrivato poco prima che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rendesse pubblica la sua decisione di ritirarsi dall’accordo nucleare iraniano.
Obama: la decisione Trump è un «serio errore»
La decisione del presidente Donald Trump di portare gli Usa fuori dall’accordo sul nucleare iraniano «è un serio errore». Così l’ex presidente Barack Obama commentando l’annuncio di Trump. È la prima volta che Obama commenta così, direttamente a caldo, una decisione del suo successore che pure, dal primo giorno alla Casa Bianca, si è mostrato determinato a smantellare la sua eredità.
Fonte: qui
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