9 dicembre forconi: BAIL IN BANCHE: il decreto legge sul “prelievo forzoso” passa in Senato

venerdì 12 giugno 2015

BAIL IN BANCHE: il decreto legge sul “prelievo forzoso” passa in Senato

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LORO INGRASSANO ALLE TUE SPALLE!
Tra le tante cose che passano in Parlamento, negli ultimi giorni è stato approvato in Senato un decreto “Salva Banche” che prevede la possibilità di prelevare forzosamente i risparmi degli italiani in caso di difficoltà finanziarie dell’istituto di credito stesso.
Questo decreto, che mi è stato segnalato da una gentile lettrice, se devo essere sincero, lo credevo già approvato e deciso, in quanto fa parte di quel famoso “bail-in” post crisi Cipro che praticamente prevede la possibilità che una banca, in caso di dissesto finanziario, possa attingere direttamente sui conti dei propri clienti.
Sull’argomento ho trovato questo articolo che vi propongo e che spiega meglio cosa è accaduto.

Le banche italiane, in molti casi piene di ‘sofferenze’, si accingono a fare pagare i propri debiti agli ignari cittadini italiani. In pratica, in base a una legge già approvata dal Senato della Repubblica le banche potranno pagare i propri debiti prelevando i soldi dai conti correnti dei cittadini!

Incredibile per quanto possa sembrare, questa legge è stata votata dai senatori del Partito democratico di Matteo Renzi, da Forza Italia di Silvio Berlusconi, dal Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano e da alcuni senatori del gruppo misto. Sono stati 19 i senatori che si sono astenuti (Lega Nord e Movimento 5 Stelle). Gli unici a votare contro sono stati i senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino (Italia lavori in corso) più altri tre fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.
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Qualche anno fa, a Cipro, quando le banche, senza alcun preavviso (e per di più in prossimità di una festività nazionale) hanno chiuso gli sportelli e bloccato i bancomat stava scoppiando una rivoluzione. Nel nostro Paese, invece, non è avvenuto nulla, anche perché, su tale argomento, non c’è stata molta informazione. Anzi. In molti, osservando quello che stava avvenendo a Cipro, hanno pensato che non sarebbe stato un caso isolato (chi scrive è tra questi). I fatti, almeno in Italia, stanno confermando che il prelievo dai soldi dai conti correnti dei cittadini sta per diventare realtà.

Cominciamo col dire che l’Italia si sta limitando a recepire la “Legge di delegazione europea 2014 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione”. Un nome anonimo che non lascia comprendere al lettore superficiale cosa prevede il recepimento delle “direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione”. Una legge di cui, casualmente, il governo (che pure non ha mancato di presentare il decreto Buona Scuola con una “lezioncina” davanti ad una lavagna) non ha parlato. Insomma, questa volta Renzi ci ha risparmiato la sua spiegazione. Né ne hanno parlato i media (nel timore di scatenare un più che giustificato attacco di panico tra i correntisti). Il 14 Maggio il Senato della Repubblica italiana ha autorizzato le banche a fare quello che in tecnichese viene chiamato bail-in: gli istituti che presentano problemi finanziari ed economici, invece di ricorrere a fonti esterne per recuperare le perdite (bail-out), potranno “scaricare” parte delle proprie perdite sui conti correnti dei propri clienti (al di sopra dei centomila euro) e farle pagare agli azionisti e ai creditori non garantiti. Un “trucchetto” finanziario, volutamente taciuto (ovviamente per evitare la corsa degli italiani a svuotare i conti correnti e a svendere le proprie azioni), che a breve sarà definitivamente approvato dalla camera dei deputati e diverrà legge dello Stato. Qualcosa che il numero uno della Bce, Mario Draghi, e molti altri avevano previsto già da tempo (se ne parlò già nel 2012 e il governatore della Banca d’Italia, Visco, ne ha parlato anche non più tardi di un paio di mesi fa, a Marzo).
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In questo modo i danni causati dalle speculazioni azzardate dei banchieri non saranno più pagati dai responsabili, ma dai correntisti e da alcune categorie di azionisti.
(NDR: questa parte NON è assolutamente corretta, ci tengo a precisarlo)
Un sistema, quello introdotto in grande silenzio dal “nuovo che avanza” (al secolo il governo di Matteo Renzi e dai parlamentari che lo sostengono), che non è affatto nuovo. Ad imporre una misura simile fu Giuliano Amato durante il suo primo mandato da Presidente del Consiglio e, precisamente, l’11 Luglio 1992. Allora il governo Amato emise un decreto che prevedeva, tra l’altro, il prelievo forzoso di denaro (il 6 per mille) dai conti correnti bancari e, come se non bastasse, retroattivamente. Ai tempi scoppiò uno scandalo. La norma, assolutamente impopolare, venne giustificata affermando che il Paese si trovava in una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica.
(NDR: il prelievo forzoso fu fatto con ben altre finalità e NON per salvare le banche. In questo punto l’autore dell’articolo dice delle cose non vere):
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Oggi, ad essere in crisi non è tanto la finanza pubblica quanto, piuttosto, le banche: nonostante il governatore della Banca d’Italia Visco abbia parlato di “crediti deteriorati, oggi pressoché inesistenti”, altri numeri (quelli dello studio condotto dall’Associazione bancaria italiana e dal Cerved) parlano di 189 miliardi di euro di “sofferenze” delle banche italiane. Una somma enorme, resa ancora più pericolosa dal fatto la sua incidenza sul totale dei crediti erogati è doppia rispetto alla media aggregata dell’Eurozona (dati confermati dalla stessa Banca d’Italia, a dicembre scorso).
(NDR: altra inesattezza. il sistema pubblico italiano ha sicuramente dei problemi e colpevolizzare le banche anche per il debito pubblico mi sembra veramente ridicolo. Se poi le banche italiane hanno problemi con le sofferenze sono dovute ad una cattiva concessione del credito ed a problemi congiunturali).
Come se non bastasse, sulle banche grava l’agonia finanziaria della Grecia: nelle ‘casse’ delle banche italiane giacciono junk bond greci (“titoli spazzatura”, come si definiscono in “tecnichese”) per oltre 40 miliardi di euro(GRAZIE ALLA RAPINA DEI FONDI SALVA STATI EUROPEI, PARDON SALVA BANCHE FRANCESI E TEDESCHE!!!). L’Italia è il terzo Paese europeo per possesso di titoli di Stato ellenici (dopo Germania e Francia, dati Bloomberg), e il default della Grecia non potrebbe non avere conseguenze pesanti sulla situazione delle banche italiane. (…) Di tutto questo, forse temendo che potesse ripetersi in Italia quello che è avvenuto a Cipro (dove, come già accennato, i cittadini, qualche anno fa, hanno preso d’assalto le banche!), il governatore della Banca d’Italia non ha parlato. Nella sua Relazione annuale, infatti, Visco si guarda bene dal fare cenno al possibile scippo che le banche italiane si preparano a ‘pilotare’ ai danni degli ignari correntisti (sebbene su questo problema avesse già presentato una nota a Marzo 2015). Né nessun altro ha pensato di spiegare ai cittadini italiani che, se il disegno di legge verrà convertito in legge, le banche ai limiti dell’insolvenza avranno gli strumenti e i poteri necessari per far pagare i propri debiti a i contribuenti: saranno i cittadini, come sempre, a farsi carico del fallimento delle banche. Lo faranno, magra consolazione, “per salvaguardare la stabilità finanziaria”.
(NDR: anche in quest’ultima parte ci sono delle frasi molto faziose e scorrette. Non è giusto dire che il “sacco del c/c” sia già previsto e operativo nelle prossime ore. E’ solo una legge che è stata votata perchè così vuole la normativa Europea in quanto prevista dalla stessa. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere da bar).
Di per se questo articolo non aggiunge nulla di nuovo di quanto era ormai noto ai lettori di I&M. Sono però certo che la maggior parte degli italiani non hanno la consapevolezza di questa normativa che diventerà presto operativa.
Il prelievo forzoso verrebbe effettuato solo nel caso in cui una banca si trovi in una condizione veramente traumatica. Un esempio? Immaginate una crisi del debito pubblico….

Fonte: qui

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