La Procura di Roma ha notificato ieri l’avviso di conclusione indagine per l’accusa di violenza privata
ANSA
L’intervento dei carabinieri era riuscito a “liberare” l’ex deputato che si era poi rifugiato in un bar
Un blitz, una iniziativa che in molti definirono come «inquietante», potrebbe presto finire davanti ad un giudice del tribunale di Roma. L’iniziativa di un gruppo di attivisti del Movimento «9 dicembre Forconi» di circa un mese fa, in piazza Montecitorio, quando aggredirono e inscenarono il finto arresto dell’ex parlamentare Osvaldo Napoli, potrebbe essere al centro di un processo penale. La Procura di Roma ha notificato ieri l’avviso di conclusione indagine nei confronti di cinque persone, tutte accusate di violenza privata. Si tratta dell’atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. Una inchiesta lampo quella condotta dal pm Sergio Colaiocco che ha coordinato l’attività di Digos e carabinieri del reparto operativo.
«Desidero esprimere il mio apprezzamento alla Procura della Repubblica di Roma, alla Digos e al nucleo operativo dei Carabinieri per la celerità con cui sono state condotte le indagini sull’aggressione di cui sono stato vittima», ha commentato l’ex parlamentare aggredito.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti quell’azione messa in atto a pochi metri dall’ingresso della Camera dei deputati vide coinvolte almeno cinque persone. L’obiettivo non era specificamente Osvaldo Napoli ma sostanzialmente gli attivisti cercavano un politico «da arrestare». Gli inquirenti hanno individuato i cinque autori ma gli accertamenti proseguiranno al fine di individuare tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo attivo nel blitz.
Napoli fu bloccato da due uomini e afferrato per le braccia per impedirgli di allontanarsi. Una azione improvvisa che all’ inizio poteva sembrare una goliardata. Mentre veniva «arrestato» un terzo soggetto ha cominciato a declamare «l’atto d’accusa» nei suoi confronti, tra l’incredulità dei tanti passanti che come ogni giorno affollano quella zona del centro storico di Roma. Dal canto loro altri due `Forconi´ impedirono l’intervento delle forze dell’ordine per «liberare» l’ex parlamentare ed attuale consigliere comunale in Piemonte.
Contestualmente alla chiusura dell’indagine il pm ha proceduto alla richiesta di archiviazione per manifesta infondatezza di un esposto presentato pochi giorni prima dell’ azione dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, in qualità di presidente dell’Associazione `Movimento per la liberazione d’Italia´ e da Danilo Calvani, presidente dell’ Associazione `9 dicembre Forconi´, secondo i quali, dopo la dichiarazione di incostituzionalità da parte della Consulta sulla legge elettorale, i parlamentari devono essere considerati degli usurpatori di potere e quindi decadere.
La posizione di Pappalardo resta comunque al vaglio degli inquirenti, rispetto al blitz del 14 dicembre, perché in base all’informativa della polizia giudiziaria, sarebbe arrivato in piazza Montecitorio pochi minuti dopo l’azione e avrebbe fornito dichiarazioni a sostegno dei fermati agli agenti del commissariato Trevi-Campo Marzio nelle ore successive al fermo e postando su Facebook messaggi in cui dichiarava legittimo il blitz.
13 Gennaio 2017
Fonte: qui
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