ALLA CAMERA SPIEGA CHE PER FAR PARTIRE I LAVORI PER LA RICOSTRUZIONE DI PONTE MORANDI SERVE IL DISSEQUESTRO DELL’AREA, MA LA PROCURA LO SBUGIARDA: ITER FERMO PERCHÉ IL GOVERNO NON HA PRESENTATO IL PIANO
Lodovica Bulian per “il Giornale”
Colpa della Procura. No, dello Stato. Mentre i tempi della ricostruzione del Morandi si allungano a data indefinita, col decreto incagliato da due settimane nelle stanze della burocrazia, va in scena lo scaricabarile del ministro Toninelli e la successiva smentita della Procura.
Il titolare delle Infrastrutture l' altra sera in aula, durante il question time, spiegava che i «lavori per la ricostruzione del ponte, pur volendo, non potrebbero partire oggi, se non pregiudicando gli esiti dell' indagine penale: serve il dissequestro dell' area».
Insomma, anche se il decreto fosse stato varato prima e secondo i termini annunciati, poco sarebbe cambiato ai fini della ricostruzione per via dei ritmi dell' indagine che non renderebbero possibile intervenire ora sulla scena del disastro. Invece è stata la stessa Procura ieri a chiarire che «non blocchiamo alcuna demolizione».
La stessa responsabilità veniva addebitata ai magistrati all' indomani del crollo, quando la demolizione sembrava una necessità imminente per la pericolosità dei monconi del Morandi, e lo stallo sembrava dovuto alle esigenze degli inquirenti di acquisire elementi di prova per l' incidente probatorio.
Che si è svolto martedì a Genova. E se è vero che i tre periti del giudice per le indagini preliminari avranno 60 giorni di tempo per le operazioni di sopralluogo, repertazione e catalogazione dei resti dei monconi del Morandi, non è vero che anche la demolizione debba attendere.
È stato il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, a chiarire che «60 giorni sono quelli concessi ai periti, ma non è assolutamente detto che non si possa cominciare prima a smantellare il Morandi». Insomma, lo slittamento ufficioso delle operazioni di demolizione a gennaio, che richiederanno almeno tre mesi, non dipende dai magistrati: «Bisognerebbe ricordare che al momento non sono state presentate né istanze di dissequestro e men che meno piani di demolizione».
E proprio ieri il commissario e presidente della Liguria Giovanni Toti ha inviato il piano di demolizione e ricostruzione già presentato da Autostrade, oltre che al governo, ministero e protezione civile, anche, appunto, alla procura di Genova.
Sgombrando così il campo da ulteriori rimpalli di responsabilità, alla luce delle parole dello stesso procuratore sulla possibilità di anticipare la conclusione dei rilievi di fronte all' urgenza della bonifica sul Polcevera.
Cozzi ha ribadito che non sarà chi indaga a mettere i bastoni tra le ruote della ricostruzione: «I periti potranno dare modalità di demolizione del ponte per conservare la prova, non blocchiamo nessuna demolizione. L'abbattimento deve avvenire il prima possibile magari privilegiando la parte della strada lungo il greto». Cioè il moncone est, «il più pericoloso».
Nessun ostacolo esterno. Una smentita a Toninelli, e una conferma di quanto aveva già lasciato intendere il giorno prima, e cioè che di fronte al prolungarsi della paralisi su Genova, paradossalmente sarebbero stati i periti stessi a prendere l' iniziativa: «Non si può escludere che per i tecnici incaricati dalla magistratura, a un certo punto, singole demolizioni siano addirittura necessarie».
Fonte: qui
IL DECRETO GENOVA È LEGGE – MATTARELLA HA FIRMATO IL TESTO DEL DL, MA TOTI E BUCCI CRITICANO IL PROVVEDIMENTO. PER IL GOVERNATORE È A “RISCHIO RICORSI”. E IL SINDACO DI GENOVA RINCARA: “MANCANO ALCUNE DELLE RICHIESTE CHE ABBIAMO FATTO”
DOPO LE PROTESTE PER IL BLOCCO DEL TERZO VALICO IL SOTTOSEGRETARIO RIXI ANNUNCIA DI AVER TRASMESSO GLI ATTI PER PROSEGUIRE I LAVORI, MA…
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto legge su Genova. Lo si è appreso al Quirinale. Il testo del decreto era arrivato ieri mattina al Quirinale, ma il dl nella forma definitiva predisposto per la firma è arrivato al presidente della Repubblica alle 14.30 di oggi ed è stato firmato da Mattarella alle 17.
Oggi si susseguono le reazioni al testo del decreto emerso ieri . Per il governatore ligure Giovanni Toti il decreto è a «rischio ricorsi». Il sindaco di Genova Marco Bucci denuncia: «Dalle bozze vedo che mancano alcune delle richieste che abbiamo fatto».
Intanto, dopo le proteste per il blocco dei fondi per il Terzo Valico e il rischio di licenziamento di 150 lavoratori , il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi afferma che il ministero dei Trasporti «ha trasmesso gli atti per proseguire i lavori» e chiarisce: «Sta ora a Rfi fare la propria parte».
Per quanto riguarda la nomina del commissario per la ricostruzione di ponte Morandi, il vice premier Matteo Salvini fa sapere di aver fatto «un nome». Si tratterebbe di un genovese che ha viaggiato molto e con la famiglia direttamente coinvolta dal disastro.
Tra i nomi che circolano - secondo indiscrezioni - quello dell’ad di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, e dell’Iit, Roberto Cingolani. Ma quest’ultimo dice: «Non ho avuto nessun contatto».
Fonte: qui
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