MATTEO: “IO NON HO L’ANALISI COSTI-BENEFICI MA PARE CHE CE L’ABBIANO A PARIGI. QUESTO È ABBASTANZA BIZZARRO... SECONDO ME SERVE. NON SIAMO AL MERCATINO DOVE IO TI DO QUESTO E MI DAI QUELLO COME LE FIGURINE PANINI”
LA RISPOSTA DI LUIGINO: "NEANCHE IO L'HO LETTA, MA QUANDO MI SVEGLIO PENSO AL FATTO CHE DA ROMA A PESCARA CI VOGLIONO 7 ORE DI TRENO, NON PENSANDO A UN BUCO PER COLLEGARE TORINO E LIONE"
DI MAIO NO TAV
(ANSA) - "Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l'esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l'abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro...". Lo ha detto Matteo Salvini, dopo che il ministero delle Infrastrutture ha inviato alla Francia la relazione sui costi-benefici sulla Tav.
"Salvini stia tranquillo - gli ha replicato l'altro vicepremier Luigi Di Maio - neanche io l'ho letta l'analisi costi-benefici. Però, io quando mi sveglio penso al fatto che da Roma a Pescara ci vogliono 7 ore in treno, non mi sveglio pensando a un buco per collegare Torino-Lione. Non mi sveglio pensando a come collegare meglio italiani e francesi, ma a come collegare meglio italiani e italiani".
SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE
Salvini è pronto a querelare chi parla di voto di scambio Tav-Diciotti e critica la consegna ai francesi dell'analisi costi-benefici della Tav prima di renderla nota ai partner di governo. "Il prossimo che ne parla lo querelo" ha risposto parlando di possibili scambi con il M5s tra il voto sull'autorizzazione a procedere e il via libera alla Tav. "La Tav come altre opere - ha detto ancora Salvini - secondo me servono. Non siamo al mercatino dove io ti do questo e mi dai quello. Come con le figurine Panini - ha concluso il ministro - mi dai Altobelli e ti do Beccalossi...".
SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE
E sull'analisi costi-benefici della Tav, da Terni osserva: "Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l'esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l'abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro...". Non tarda la risposta del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture. L'analisi costi benefici sul Tav Torino-Lione "viene preliminarmente condivisa con gli interlocutori diretti rispetto al progetto, che è regolato da un trattato internazionale, ossia Francia in prima battuta e Commissione Ue subito dopo. Successivamente e a strettissimo giro verrà condivisa in seno ai due contraenti del patto di Governo". Lo precisano fonti del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, aggiungendo che "M5S e Lega sono in perfetta simmetria informativa sul dossier".
Ieri l'analisi costi-benefici sulla Tav è stata consegnata alla Francia. Al momento "non sono state prese decisioni e non ci sono novità", precisa all'ANSA Francesco Ramella, membro della commissione che si è occupata dell'analisi. "Sono a Roma, al ministero, e non in gita scolastica, a definire quello che dobbiamo raccontare a Bruxelles", si limita ad aggiungere l'ingegnere, esperto di trasporti e docente dell'Università di Torino che ha lavorato al dossier con Marco Ponti.
SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE
Si scatena il dibattito politico. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri sottolinea che è 'offensivo che la valutazione sulla Tav, dal governo sia stata affidata prima alle autorità francesi che non al dibattito istituzionale italiano. Il Parlamento di Roma non conta, si rende omaggio all'ambasciata francese. Una modalità sconcertante, offensiva, da vassalli".
TONINELLI TAV
"Peraltro, - aggiunge - ricordiamo che è il Parlamento italiano che deve decidere, perché ci sono norme che hanno valore di legge che ci impegnano a realizzare l'opera. E solo un voto uguale e contrario abrogativo del Parlamento potrebbe risolvere il problema. Non ci sono vie d'uscita. A parte le valutazioni di merito che vedono Forza Italia fortemente favorevole alla Tav, che non serve per andare da Torino a Lione ma per collegare in maniera trasversale da ovest ad est l'Europa, le modalità utilizzate dal governo sono provocatorie e inaccettabili. Questo ulteriore atto dimostra ancora di più la mancanza di senso istituzionale e il disprezzo per il Parlamento e la democrazia di questo esecutivo".
“HANNO ASPETTATO CHE CE NE ANDASSIMO”
IL MINISTRO TONINELLI HA CONSEGNATO L’ANALISI COSTI BENEFICI ALL’AMBASCIATORE FRANCESE QUANDO I SOTTOSEGRETARI LEGHISTI SIRI E RIXI HANNO LASCIATO I LORO UFFICI
DOPO IL BLITZ, HANNO SMESSO DI RISPONDERE AL TELEFONO
ALLA FACCIA DELLA TRASPARENZA: I GRILLINI HANNO TENUTO NASCOSTO IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE COMPOSTA DA TECNICI DICHIARATAMENTE NO TAV
SALVINI TONINELLI
Si sta come d' inverno nei ministeri gli alleati di governo. Ancora più delle lagnanze per la precedenza accordata all' amatissimo Emmanuel Macron, a colpire Matteo Salvini e i suoi sono stati i modi in cui è stata fatta pervenire a Parigi la famosa analisi costi-benefici sulla Tav. Martedì, primo pomeriggio. Il viceministro Edoardo Rixi e il sottosegretario Armando Siri, i due leghisti alle Infrastrutture, lasciano i loro uffici per impegni elettorali dopo una giornata tranquilla.
MARCO PONTI NO TAV
Come al solito hanno mandato i loro collaboratori dai pari grado pentastellati e dal capo di gabinetto di Danilo Toninelli a chiedere lumi sul benedetto dossier. Ormai è trascorso un mese, pieno di veleni e discussioni, da quando il professor Marco Ponti e i suoi esperti l' hanno consegnata.
Sarebbe anche arrivato il momento di vederla, ripetono da giorni gli esponenti e i tecnici in quota Carroccio. Abbiamo bisogno di un po' di tempo per ultimare la traduzione, è la risposta.
MATTEO SALVINI ARMANDO SIRI
Passa un' ora e verso le 16.30 un funzionario chiama un esponente dell' ignaro plotone leghista delle Infrastrutture. Racconta di aver visto entrare nell' ufficio del capo di gabinetto del ministro l' ambasciatore francese Christian Masset, accompagnato da un suo assistente. Lo staff della Lega chiama ripetutamente Toninelli e i suoi assistenti, ma tutti i telefoni sono muti, non risponde nessuno.
Alle 18.08 apprendono dalle agenzie di stampa che le ottanta pagine dell' analisi costi-benefici sono stati consegnati in versione cartacea al massimo rappresentante della Francia in Italia, il quale ha peraltro chiesto e ottenuto il permesso di usufruire delle fotocopiatrici con scanner del ministero per ottenerne una copia in formato digitale.
EDOARDO RIXI
«Come al solito. Hanno aspettato che ce ne andassimo, non ci rispondono e solo dopo aver visto le nostre telefonate hanno deciso di fare un comunicato all' Ansa». Pare sia un copione che si ripete spesso. Dopo ogni annuncio di Toninelli, dopo ogni decisione unilaterale, sul ministero si crea un campo magnetico che impedisce ai telefoni di attivarsi. Figurarsi nell' ultimo mese, quando i sottosegretari leghisti, già poco felici del fatto che la delega sulla Tav e sulle altre grandi opere sia di competenza esclusiva del ministro, hanno cominciato a fare pressioni. A parole, tutto bene. Nei fatti i rapporti e la fiducia reciproca tra le due fazioni di governo alle Infrastrutture sono come la temperatura odierna sul Moncenisio, dove dovrebbe passare il tunnel dell' alta velocità Torino-Lione. Sottozero.
Condivisione, questa sconosciuta. I tecnici che lavorano con i due sottosegretari leghisti non si capacitano come sia possibile che una analisi costi-benefici possa essere stata affidata a una commissione di esperti considerati «grillini», accomunati da anni di scritti e studi fortemente contrari alla Tav. La prova del nove della scarsa trasparenza pentastellata secondo i sottosegretari leghisti alle Infrastrutture è nella scelta di mandare avanti da sola l' analisi costi-benefici sulla Tav.
L AMBASCIATORE FRANCESE CHRISTIAN MASSET
Di tutte le opere esaminate finora dalla stessa commissione, solo per la Torino-Lione è stato deciso di anticipare quel parere, senza accompagnarlo con il controcanto delle osservazioni della struttura di missione e dell' Avvocatura dello Stato.
Nello scorso ottobre, per la resa dei conti sul Terzo valico, Toninelli aspettò di avere in mano tutti i dossier. Lo studio del gruppo Ponti parlava di un saldo negativo dell' opera basato in gran parte sul mancato incasso di accise sul carburante e pedaggi autostradali. La struttura di missione fece notare come il calcolo di quelle due voci fosse in contrasto con le linee guida dell' Unione europea e dello stesso ministero alle Infrastrutture. L' Avvocatura dello Stato disse che andare avanti era più conveniente che fermarsi.
Il ministro presentò tutti e tre i pareri insieme e diede il via libera, a malincuore. Adesso le voci positive sono state eliminate, almeno a livello mediatico. Negli annunciati sei miliardi di bilancio negativo della Tav previsto dalla costi-benefici, 5 sarebbero imputabili alle mancate tasse sulla benzina. A quelli della Lega sarebbe piaciuto parlarne prima, data la delicatezza della questione Tav. Ma i telefonini di Toninelli dei suoi collaboratori sono rimasti spenti fino a notte fonda.
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