9 dicembre forconi: Sudamerica
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giovedì 11 luglio 2019

ARRESTATO IN BRASILE NICOLA ASSISI, CONSIDERATO IL BROKER NUMERO UNO DELLA ‘NDRANGHETA IN SUDAMERICA: ERA LUI A MUOVERE IL 40% DELLA COCAINA CHE ARRIVAVA IN EUROPA

NEL SUO APPARTAMENTO-BUNKER STILE HOLLYWOOD HANNO TROVATO TRE PISTOLE, VENTI CHILI DI BANCONOTE, VARIE AUTO DI LUSSO E…


nicola assisiNICOLA ASSISI
Paolo Manzo per “il Giornale”

Un appartamento stile Hollywood a due passi dall' oceano sul lungomare Aviazione, dotato di telecamere di ultima generazione in grado di controllare a 360 gradi quello che accadeva fuori. Era in questo esilio dorato che si era trincerato l' uomo chiave della ndrangheta in Sudamerica, quel Nicola Assisi che arrestato l' altroieri con il figlio Patrick - insieme occupavano tre sontuosi attici con piscina - era considerato a tutti gli effetti il broker della cocaina numero uno della mafia calabrese in Brasile.

nicola assisi alias javier varelaNICOLA ASSISI ALIAS JAVIER VARELA







Per le autorità verdeoro - che hanno soprannominato l' operazione «Barone Invisibile» e che hanno collaborato a stretto braccio con i carabinieri di Torino e l' Interpol - il 40% della polvere bianca che arrivava in Europa lo faceva proprio grazie al lavoro meticoloso di Nicola che movimentava con estrema facilità tonnellate di droga provenienti da Perù, Bolivia e Colombia.

cocaina a casa di nicola assisiCOCAINA A CASA DI NICOLA ASSISI
Non è dunque un caso che il rifugio dorato di Nicola e il figlio si trovasse proprio sul litorale paulista, a Praia Grande, a pochi km da quel porto di Santos diventato ormai il nuovo hub per il traffico di cocaina dall' America Latina in Europa. In questo «casa e bottega» sui generis Assisi era riuscito a mettere in piedi anche un fiorente sistema di riciclaggio creando una serie di imprese di facciata legate nel settore edile.

i soldi trovati a casa di nicola assisiI SOLDI TROVATI A CASA DI NICOLA ASSISI





In casa gli hanno trovato tre pistole, 800mila reais in contanti, l' equivalente di circa duecentomila euro e venti chili (gli agenti li hanno pesati prima di contarli). E poi 20mila dollari e quasi cinque chili di cocaina purissima. Il tutto in una stanza bunker ricavata nel soffitto, in pieno stile Pablo Escobar. In garage, poi, varie auto a dimostrazione di come si muovesse senza paura di essere scoperto, nonostante da tempo la polizia brasiliana avesse cominciato a stringere il cerchio su personaggi come lui e quel Rocco Morabito, altro boss della ndrangheta, fuggito a giugno da un carcere di Montevideo in Uruguay e, probabilmente, rifugiatosi anche lui in Brasile.
nicola assisi 1NICOLA ASSISI 

Quanto a Nicola Assisi, 61 anni, figurava nella lista dei cento ricercati italiani più pericolosi.
Anche la Dea statunitense da tempo era sulle sue tracce. Nel 2007 era stato condannato a 14 anni e 4 mesi di reclusione nell' ambito del processo Elianto, pena mai scontata nonostante un arresto ai domiciliari a Lisbona nel 2014 da cui Nicola si era poi dileguato. Le autorità locali pensano che in questi anni padre e figlio abbiano viaggiato tranquillamente usando documenti falsi in tutto il paese. In casa in Brasile è stato trovato un passaporto argentino falso e una scheda elettorale verdeoro.
nicola e patrick assisiNICOLA E PATRICK ASSISI







A proposito dell' arresto dei due Assisi, secondo il capo della sede di San Paolo della Polizia federale «si tratta di un tassello importante che spiega altre investigazioni in corso sul traffico internazionale di droga del cui schema i due appaiono responsabili». In particolar modo sotto la lente degli agenti sono finiti non solo il porto di Santos ma anche quello di Paranaguá, nello stato del Paraná dove tra gennaio e giugno scorsi sono state sequestrate 7,2 tonnellate di cocaina.

Fonte: qui

lunedì 17 giugno 2019

IN BLOCCO DUE CENTRALI ELETTRICHE, MEZZO SUDAMERICA RESTA AL BUIO

CHI HA SPENTO LA LUCE ALL’ARGENTINA? 
IL FENOMENO NON E’ RARO IN SUDAMERICA, DOVE LA DIPENDENZA DA POCHE GRANDI CENTRALI IDROELETTRICHE È UN PROBLEMA DIFFUSO 
NEGLI ANNI SCORSI SI VERIFICARONO GRANDI BLACKOUT IN BRASILE IL FENOMENO NON E’ RARO IN SUDAMERICA, DOVE LA DIPENDENZA DA POCHE GRANDI CENTRALI IDROELETTRICHE È UN PROBLEMA DIFFUSO 
Rocco Cotroneo per il “Corriere della sera”

argentina al buioARGENTINA AL BUIO
Un blackout improvviso e totale. Si sono spente di colpo tutta l' Argentina tranne la lontana Terra del Fuoco, l' Uruguay e una manciata di città di Paraguay, Brasile e Cile sui confini dei due Paesi. Come unica consolazione, è successo di prima mattina e di domenica, con effetti limitati su spostamenti e lavoro.

Ma a Buenos Aires e dintorni sono saltati molti pranzi a base di carne e vino rosso per l' importante festa del papà, che qui si festeggia in giugno; e più verso Sud, poiché nell' emisfero australe è ormai inverno, non è stata una giornata facile perché piove da giorni, fa freddo e si sono fermati gli impianti di riscaldamento regolati da sistemi elettrici. Stop anche a treni e metropolitane. In alcune province del Paese, inoltre, si votava per elezioni locali.Qualche disagio, ma niente di grave: in Argentina si usano ancora schede cartacee e matite, come da noi.
argentina e uruguay al buioARGENTINA E URUGUAY AL BUIO

Come è possibile che 50 milioni di persone restino senza luce nello stesso istante, pochi minuti dopo le 7, su un territorio vasto come mezza Europa? La risposta sta nei sistemi di interconnessione dipendenti da poche centrali di produzione, spesso a cavallo tra Paesi diversi. L' energia in Argentina e Uruguay arriva in buona parte da un paio di grandi dighe sul rio Paraná, a nord di Buenos Aires, il cosiddetto sistema Yacyretá-Salto Grande.
Non sono le uniche centrali, ovviamente, ma costituiscono il cuore del sistema.

Quando succede qualche guasto, a catena può venire a mancare la fornitura a migliaia di chilometri di distanza. È un fenomeno non raro in Sudamerica, dove la dipendenza da poche grandi idroelettriche è un problema diffuso.
Negli anni scorsi si verificarono grandi blackout in Brasile, a causa di problemi nella seconda maggiore centrale a caduta di acqua del mondo, Itaipu, condivisa con il Paraguay.

Più di recente blackout durati parecchi giorni hanno messo in ginocchio il Venezuela.
argentina e uruguay al buioARGENTINA E URUGUAY AL BUIO
Immediati gli scambi di accuse. Il sistema elettrico argentino è stato colpito negli anni dei governi Kirchner per scarsa manutenzione, soprattutto a partire dal 2004, anche a causa delle tariffe calmierate per ragioni politiche. L' attuale governo di Mauricio Macri tenta tuttora di gettare la colpa sul passato, ma essendo passati ormai diversi anni, l' operazione non è semplice perché i problemi strutturali del sistema non sono mai stati risolti. E i blackout, si sa, sono molto impopolari per chi è al governo. «Se torna Cristina diventeremo un altro Venezuela!», è lo slogan preferito dei macristi in vista delle presidenziali dell' ottobre prossimo. Ma ieri forse non era la giornata migliore per usarlo.

Appena svegli, dunque, gli argentini hanno visto spegnersi a poco a poco il Paese.
Per le strade hanno tenuto per qualche ora i semafori, e gli edifici ed esercizi commerciali dotati di generatori. Non pochi, visto che in tanti negli ultimi anni sono corsi ai ripari attrezzandosi per le emergenze. A metà giornata si è sparsa la voce che avrebbero smesso di funzionare in qualsiasi momento le reti cellulari, quindi le comunicazioni via voce e Internet. In realtà quasi ovunque le antenne sono riuscite a restare accese sino al ritorno alla normalità.
argentina e uruguay al buioARGENTINA E URUGUAY AL BUIO

Le prime località ad annunciare il ritorno dell' energia sono state alcune località costiere dell' Uruguay, poi le luci si sono riaccese via via verso l' interno e poi in Patagonia, grazie alla distanza dall' epicentro del problema e al riattivamento delle linee alternative.
Santa Fé, San Luis, Formosa e Terra del Fuoco sono le quattro province dove ieri si votava per eleggere il nuovo governatore.

Nella più remota a Sud, che poi è un' isola, il sistema elettrico è indipendente quindi non c' è stato alcun problema. L' authority elettorale, l' unica che avrebbe potuto sospendere e rinviare il voto, è stata consultata in mattinata ma ha deciso di non intervenire. Con un sistema interamente cartaceo e alla luce del giorno, i disagi sono stati assai contenuti. Al momento della trasmissione elettronica dei risultati dalle sezioni, dopo gli scrutini, la luce era già tornata.

Fonte: qui