Andrea Scaglia per “Libero quotidiano”
Ora, la premessa è scontata quanto necessaria: il tentativo, da parte di un sindaco, di mantenere il decoro nel territorio che amministra è sempre e comunque meritorio. A Genova poi, città di porto che da troppo tempo si dibatte fra immigrazione fuori controllo e gruppi di balordi - non necessariamente stranieri - che stringono d' assedio i caruggi del centro, è problema oltremodo sentito.
D' altronde, Marco Bucci - eletto sindaco meno di un anno fa - ha fatto della battaglia contro il degrado una bandiera. Bene. E però, insomma, in Italia c' è questa fissazione in base alla quale, a fronte di un problema, ecco che si pensa di risolverlo con una norma apposita, un nuovo regolamento, almeno una sanzione amministrativa. Così da poter dire: che volete, io ci ho provato, c' ho fatto pure la legge...
In questo senso, lascia per la verità interdetti questa pensata della multa, che può arrivare fino a 200 euro, per chi rovista nell' immondizia in cerca di avanzi di cibo. Pratica che, al netto di disturbi psichiatrici e sconosciute perversioni, è in genere prerogativa di poveri cristi i quali, per l' appunto, non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. E magari dormono pure per strada. I barboni, insomma. E dunque, allo stesso sindaco che rimarca come «ravattare nella rumenta non è un comportamento civile e vogliamo fare in modo che non succeda», l' amico genovese risponde con la caratteristica ironia enfatizzata dall' accento: «Belìn, e se non pagano che cosa fanno, gli pignorano la panchina?». Osservazione non così insensata.
DASPO CITTADINI
L' ideona è contenuta nel nuovo regolamento del Comune di Genova modellato sul "decreto Minniti", quello che permette ai sindaci di comminare sanzioni e anche disporre allontanamenti temporanei dalla città - i cosiddetti Daspo - per coloro che si rendano responsabili di comportamenti non tollerabili. E quindi, multa ed eventuale espulsione di 48 ore dal perimetro urbano per commercianti abusivi, parcheggiatori non autorizzati, questuanti importuni, ubriachi molesti. E, come detto, sanzioni pure per chi viene sorpreso a cercar cibo all' interno dei cassonetti.
«La ratio del provvedimento è di natura igienica - spiega al Corriere l' assessore alla Sicurezza della giunta di centrodestra, Stefano Garassino - chi cerca cibo finisce per lasciare rifiuti a terra, e questo è un richiamo per i ratti. Sicurezza e decoro urbano sono temi rilevanti in una città che vuole essere turistica come la nostra». Ecco quel che si dice un ragionamento ineccepibile che però si concretizza in un provvedimento paradossale. Ma non sarebbe più utile e sensato, per evitare che ci siano disperati costretti a frugare nella spazzatura per mangiare, impostare una politica che aiuti davvero i più poveri?
Se gli si oppone tal considerazione, in effetti semplicistica, il sindaco Bucci s' incazza di brutto: «Se c' è un' amministrazione che ha voluto investire nel sociale per aiutare chi non sta bene, questa è la nostra: nel bilancio dello scorso anno abbiamo battuto il record di fondi cittadini stanziati alla bisogna, che hanno raggiunto i 52 milioni». Poi però insiste nel difendere la trovata: «Se vogliamo aumentare il livello di civiltà e la qualità della vita in città, dobbiamo spingere verso l' eliminazione di comportamenti che non sono civili».
REGOLA DA APPLICARE
Resta il fatto che somiglia a una sorta di "multa alla povertà". E le perplessità aumentano leggendo la chiosa dell' assessore Garassino: «Ci rendiamo conto che chi si riduce a procurarsi da mangiare in quel modo vive una situazione di disagio. In accordo con la polizia municipale, la regola sarà applicata cum grano salis, con umanità. Le persone in stato di bisogno non saranno multate, ma aiutate». Per concludere: multe per chi cerca cibo nell' immondizia, ma se è «in stato di bisogno» allora no, niente sanzione e lo si aiuta. Curioso: forse ce l' hanno coi gatti randagi...
Fonte: qui
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