GOVERNO HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: PREOCCUPA LA VIRULENZA E IL CEPPO
SI TRATTA DI PESTE PNEUMONICA, LA PIU’ LETALE E ALTAMENTE CONTAGIOSA: SI TRASMETTE CON UN COLPO DI TOSSE
Lorenzo Simoncelli per “la Stampa”
Non si ferma l' epidemia di peste in Madagascar: il governo ha dichiarato lo stato di emergenza chiudendo prima le scuole e poi vietando ogni forma di assembramento nei luoghi pubblici come piazze e mercati.
Dal 1 o agosto al 27 ottobre son o morte 127 persone, mentre i contagiati sono oltre 1.800 (stime Oms), tra loro anche 54 infermieri.
Un numero quasi cinque volte superiore ai casi che ogni anno si verificano nell' isola dell' Oceano Indiano dove la peste è endemica. A preoccupare i medici locali e l' Organizzazione Mondiale della Salute è la virulenza ed il ceppo dell' epidemia.
Si tratterebbe, infatti, di peste pneumonica, la più letale ed altamente contagiosa, dato che viene trasmessa con un colpo di tosse. Se non trattata, ha un tasso di mortalità vicino al 100% e può essere fatale entro 24 ore dal momento in cui è contratta. I suoi sintomi sono di tipo influenzale: febbre, brividi, dolori del corpo, nausea, vomito e gonfiore dei linfonodi nell' inguine, nel collo o nelle ascelle. Secondo i virologi, il ceppo di peste presente in Madagascar sarebbe peggiore anche della peste bubbonica che nel XIV secolo uccise 200 milioni di persone in tutto il mondo.
Per far fronte all' emergenza l' Oms ha consegnato questa settimana 1,2 milioni di dosi di antibiotici alle autorità sanitarie locali e stanziato 1,5 milioni di dollari per la risposta immediata, ma il panico della diffusione della malattia ha fatto scattare la corsa all' acquisto degli antibiotici riducendo le scorte.
Un altro fattore che desta preoccupazione tra i circa 25 milioni di malgasci è che, per la prima volta, le aree più colpite sono i centri urbani come la capitale Antananarivo e Toamasina, una delle maggiori città dell' isola. In passato l' epidemia si era diffusa principalmente sulla costa e nelle zone rurali dove i livelli igienici e le strutture sanitarie sono carenti.
Inoltre il picco dei contagi si era sempre registrato tra ottobre e marzo, mentre in questo caso l' inizio dell' epidemia è stato raggiunto già da mesi. Con il 70% della popolazione che vive ancora al di sotto della soglia di povertà e una media di 3 posti letto ogni 10 mila persone, la sfida principale delle autorità sanitarie è cercare di individuare il prima possibile i nuovi contagi, tanto che circa 15 mila insegnanti sono stati formati per supportare medici ed infermieri.
Come durante l' epidemia di Ebola ancora una volta sotto accusa sono i rituali funebri colpevoli di diffondere ulteriormente l' epidemia. In Madagascar esiste un antico cerimoniale chiamato «famadihanaf» che prevede una danza funebre da parte dei famigliari della vittima che ballano per le strade portando in processione il corpo del defunto prima di seppellirlo. Il rischio è che la peste si possa espandere anche in altri Stati della costa Sud-orientale dell' Africa.
Fonte: qui
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