9 dicembre forconi: GERMANIA, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE VA PEGGIO DEL PREVISTO: AD APRILE -1,9. ANCHE IL PIL RALLENTA: PER IL 2019 PREVISTO LO 0,6

sabato 8 giugno 2019

GERMANIA, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE VA PEGGIO DEL PREVISTO: AD APRILE -1,9. ANCHE IL PIL RALLENTA: PER IL 2019 PREVISTO LO 0,6

IL CALO DELL'ATTIVITÀ PRODUTTIVA COMPLESSIVA SECONDO GLI ANALISTI DOVEVA ESSERE DI -0,5% 

SU BASE MENSILE, LE ESPORTAZIONI SONO SCESE DEL 3,7 PER CENTO E LE IMPORTAZIONI DELL’1,3

angela merkelANGELA MERKEL
  
La Germania si risveglia raggelata dai dati sulla produzione industriale di aprile. Il calo è più ampio di quanto previsto dagli analisti: -1,9 per cento rispetto a marzo, mentre sull’anno la diminuzione è dell’1,8%. Gli esperti prevedevano un calo congiunturale pari a -0,5 per cento.

Le notizie non sono buone nemmeno sul Pil perché le stime di crescita sono state tagliate dalla Bundesbank allo 0,6 per cento nel 2019 contro l’1,6 indicato in precedenti previsioni. Nel 2020 le cose, secondo la banca centrale tedesca, andrebbero meglio con una crescita dell’1,2 ma sempre con un tasso inferiore da quanto stimato in precedenza (1,6). Il taglio delle stime sul Pil della Bundesbank seguono quelle del governo tedesco che ad aprile aveva rivisto le stime di crescita allo 0,5 per cento quest’anno indicando però un aumento del Pil dell’1,5 per cento nel 2020.
angela merkel in costumeANGELA MERKEL IN COSTUME


Quanto al cosiddetto avanzo commerciale, questione annosa per Berlino anche rispetto alle regole dell’Ue, la Germania ha registrato in aprile un avanzo commerciale di 17 miliardi di euro, in calo rispetto ai 20 di marzo (i dati in questo caso sono quelli pubblicati dall’Ufficio federale di statistica). Su base mensile, le esportazioni sono scese del 3,7 per cento e le importazioni dell’1,3.
ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINAANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA












GERMANIA
Michelangelo Colombo per www.startmag.it

CHE COSA HA DECISO LA BUNDESBANK La banca centrale tedesca ha tagliato le stime di crescita della Germania portandole allo 0,6% nel 2019 rispetto all’1,6% precedentemente indicato e all’1,2% nel 2020 (sempre 1,6% in precedenza).
 
LA REVISIONE DELLE STIME ANCHE DEL GOVERNO Secondo la Bundesbank l’inflazione nel Paese sarà dell’1,4% quest’anno e dell’1,5% il prossimo. Il taglio delle stime sul Pil della Bundesbank seguono quelle del governo tedesco che ad aprile aveva rivisto le stime di crescita allo 0,5% quest’anno indicando però un aumento del pil dell’1,5% nel 2020.
 
COME CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE Non sono finite qui le pessime notizie per Berlino. La produzione industriale tedesca è scesa dell’1,9% su mese ad aprile, dopo due mesi di segno positivo, secondo i dati destagionalizzati.
 
IL CALO TENDENZIALE Si tratta di un calo ben più significativo di quanto previsto (-0,5)%. Su base tendenziale il calo è stato dell’1,8%. La produzione manifatturiera è scesa del 2,5% congiunturale. Dopo due mesi di aumenti della produzione, i segnali sul fronte economico non sono positivi. Gli ordini registrano un piccolo rialzo ad aprile, dopo un aumento ben piu’ significativo il mese prima, indice che il rallentamento persiste.
mattarella merkelMATTARELLA MERKEL
 
LO STATO DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA
L’industria manifatturiera mostra un calo diffuso a tutti le attività: beni capitali -3,3%, semilavorati -2,1%, beni di consumo -0,8% ed energia -1,1%. La debolezza dell’industria, motore dell’economia tedesca ed europea, ha provocato il taglio drastico delle previsioni di crescita da parte della Bundesbank e di altre organizzazioni internazionali.
 
merkelMERKEL
LA BILANCIA COMMERCIALE Oggi sono stati diffusi anche i dati sulla bilancia commerciale nello stesso mese che vede un surplus in calo: le sportazioni sono state pari a 109,7 miliardi ad aprile e l’import a 91,7 miliardi. L’Europa ha assorbito 63,8 miliardi di merci tedesche, cioè il 3,5% in meno di un anno prima, mentre l’export verso paesi terzi e’ aumentato del 4% su anno a 45,8 miliardi. Quindi anche su questo fronte la Germania continua a soffrire sotto il peso delle tensioni commerciali mondiali.

Fonte: qui

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