9 dicembre forconi: 08/13/18

lunedì 13 agosto 2018

ROMA - IL TRENO CON 700 TONNELLATE DI INDIFFERENZIATA CHE DOVEVA PARTIRE PER LA GERMANIA È RIMASTO FERMO PER SETTIMANE, FINCHE' NON HA RIVERSATO IL SUO CARICO NEL TMB SALARIO

IL TRENO CON I RIFIUTI NON PARTE PIÙ
Cecilia Gentile per ''la Repubblica - Roma''


Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Il treno con le 700 tonnellate di rifiuti ferme da due mesi al centro smistamento del Nuovo Salario, che la Germania non vuole più, adesso se le riprende Ama.

treno carico di rifiuti a roma 3TRENO CARICO DI RIFIUTI A ROMA 3
E dove le porta? Esattamente nel luogo da dove sono partite, nel Tmb del Salario, in via Salaria 981. Ama lo dice chiaro e tondo in una nota inviata il 7 agosto a Regione Lazio ed Enki, la società che aveva l' incarico di occuparsi del trasferimento e dello smaltimento dei rifiuti romani tra Austria e Germania.

« Nulla osta da parte di Ama a riprendere in carico i rifiuti nello stesso impianto di partenza, procedendo a lavorarli direttamente nel proprio Tmb». Una nota inviata con grande ritardo perché la richiesta della Regione alla municipalizzata è del 24 luglio. Segue una frase abbastanza nebulosa: « E conferendo analogo quantitativo all' impianto Tmb del Colari » , a Malagrotta. Analogo quantitativo, cioè 700 tonnellate? Oppure fanno metà per uno, 350 tonnellate a testa? La questione è delicata, eppure non ci sono cifre nella nota di Ama.

Incassato il nulla osta di Ama, la società Enki con una notifica del 9 agosto informa che il trasferimento avverrà giovedì 16 agosto. Per quella data l' imbarazzante carico tornerà al Tmb Salario.

E il Colari che fa? Il consorzio, un tempo amministrato da Manlio Cerroni, l' ex dominus dei rifiuti della capitale colpito da interdittiva antimafia, adesso gestito dal commissario Luigi Palumbo, risponde, sempre il 9 agosto, che si prenderà 50 tonnellate al giorno di rifiuti indfferenziati in più a partire dal 12 agosto « previa comunicazione del programma dei conferimenti » . Attualmente, da contratto, la municipalizzata invia ai due Tmb Colari di Malagrotta circa 1200 tonnellate al giorno.

treno carico di rifiuti a roma 2TRENO CARICO DI RIFIUTI A ROMA 2
Palumbo propone dunque un supporto per la settimana dal 16 al 23 agosto, tempo previsto per trattare le 700 tonnellate aggiuntive. Il tutto mentre il Tmb Salario è già al collasso. Non funziona solo come impianto di trattamento, ma è anche stazione di trasferenza, « dove i rifiuti possono essere raccolti, fino a 1000 tonnellate al giorno oltre a quelli lavorati, per essere poi portati e trattati altrove » , spiega il volantino preparato dai comitati e dal municipio III che i residenti distribuiranno in presidio davanti al Tmb il giorno di Ferragosto, presente anche il presidente Giovanni Caudo con fascia tricolore.

«Dal 1 agosto e fino al 31 - spiega Caudo - è in corso una rilevazione su base volontaria ma con criteri rigorosi. Su un modulo, adottato già in Toscana e in Emilia Romagna, chi vuole annoterà il luogo, l' orario, l' intensità dei miasmi e i disagi che questi provocano, per esempio mal di testa, bruciori alla gola. All' inizio di settembre decideremo il da farsi».
Nel frattempo c' è la beffa del ritorno alla base dei rifiuti che dovevano andare in Germania.

i rifiuti vengono scaricati fuori dal centro di smistamento del salario 3I RIFIUTI VENGONO SCARICATI FUORI DAL CENTRO DI SMISTAMENTO DEL SALARIO 3
Mentre il presidente della commissione capitolina Ambiente Daniele Diaco, evidentemente ignaro degli ultimi sviluppi, scrive su Facebook: « Ama ha garantito che già nei prossimi giorni i rifiuti potranno ripartire per lo smaltimento». Il viaggio sarà breve: dalla stazione del Nuovo Salario al Tmb Salario.


2. SALARIO, I CAMION COSTRETTI A SCARICARE FUORI DAL TMB
Cecilia Gentile per ''la Repubblica - Roma''

Montagne di rifiuti indifferenziati fuori del Tmb Salario. I video diffusi dalla Fp Cgil Roma e Lazio - da oggi visibili su roma. repubblica. it - documentano una situazione ormai insostenibile. Nei giorni 7 e 9 agosto i camion dell' Ama scaricano fuori, e non dentro l' impianto, la spazzatura raccolta dai cassonetti. Fuori perché dentro non c' è più posto e gli operatori con ruspe e braccia meccaniche salgono sulle montagne di rifiuti per movimentarli e spingerli all' interno dello stabilimento.

Non è la prima volta che succede. Ma la preoccupante novità è che stavolta avviene ad agosto, quando le fosse degli impianti vengono svuotate, approfittando della ridotta presenza dei romani in città e dunque della minor produzione di spazzatura.
E invece no, stavolta la spazzatura continua ad arrivare, inesorabilmente. Dal 16 agosto, poi, arriveranno anche le 700 tonnellate del treno fermo da due mesi al centro smistamento del Nuovo Salario, che non partiranno più per la Germania, ma saranno lavorate nello stesso Tmb Salario.

i rifiuti vengono scaricati fuori dal centro di smistamento del salario 2I RIFIUTI VENGONO SCARICATI FUORI DAL CENTRO DI SMISTAMENTO DEL SALARIO 2
E qui si apre un altro problema: cosa ne sarà delle restanti 12mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che Ama aveva previsto di trasferire in Germania? Dalla Regione Lazio - visto che Ama ostinatamente non risponde a queste domande - fanno sapere che l' ultimo contratto tra la municipalizzata e l' intermediaria tedesca Enki prevedeva il trasporto e lo smaltimento in Germania di 20mila tonnellate di rifiuti attraverso l' utilizzo di 1.100 container entro un anno.

Il primo viaggio è stato effettuato nel febbraio 2018 e fino ad ora risultano utilizzati 400 documenti di consegna per l' estero. Significa che sono partiti 400 container perché per legge ad ogni modulo in partenza va applicata una bolla. I moduli o container vanno poi posizionati sui vagoni e si avviano in Germania al ritmo di un treno a settimana. Dunque, fino ad ora, è stato trasferito il 40% delle tonnellate previste.

i rifiuti vengono scaricati fuori dal centro di smistamento del salario 1I RIFIUTI VENGONO SCARICATI FUORI DAL CENTRO DI SMISTAMENTO DEL SALARIO 1
Dopo questo blocco, la Germania riprenderà ad accettare i rifiuti della capitale? Secondo quanto riferito da Enki con una nota del 26 giugno alla Regione Lazio, definita " autorità di spedizione", ad Ama, " produttore del rifiuto" e alla città di Colonia "destinataria", il motivo della cancellazione della partenza è « la saturazione degli impianti di recupero e di smaltimento della regione tedesca Northrine Westfalia ».
Quanto durerà la saturazione?

Sarà transitoria o si tradurrà in una definitiva indisponibilità?
Per Ama non è questione da poco perché l' azienda trova sempre maggiore difficoltà a " piazzare" i rifiuti di Roma. Come ormai noto, i quattro Tmb della capitale ( due di Ama, Rocca Cencia e Salario, due di Manlio Cerroni a Malagrotta) non bastano e le gare bandite di recente per affidare a terzi lo smaltimento sono andate deserte.


Il fatto è che quando Enki, nel 2015 vinse la gara bandita da Ama, i rifiuti entravano negli impianti ad un prezzo di 75-80 euro a tonnellata. Dunque la società tedesca, che riceveva da Ama 137,5 euro a tonnellata riusciva a guadagnarci anche facendosi carico del trasporto. Ora, per l' aumento della richiesta, i prezzi sono schizzati a 120 euro a tonnellata e le proposte dei bandi della municipalizzata non sono più appetibili.

« Spostare i rifiuti del treno di appena 50 metri è un' irresponsabile presa in giro, il Tmb non è la discarica della capitale», protesta intanto Legambiente Lazio.
treno carico di rifiuti a roma 1TRENO CARICO DI RIFIUTI A ROMA 1


3. GIOVANNI CAUDO "IL MUNICIPIO III NON PUÒ ESSERE LA DISCARICA DI ROMA I MIASMI ORMAI ARRIVANO AI PARIOLI"
Cecilia Gentile per ''la Repubblica - Roma''

«È una notizia ferale, la conferma che i residenti di questo territorio sono considerati figli di un dio minore».
Giovanni Caudo, presidente del III municipio, è furioso: non solo non chiudono il Tmb Salario, ma ci portano pure le 700 tonnellate del treno destinato alla Germania.

Che farete ora presidente?
«Il giorno di Ferragosto io e altri assessori saremo lì, davanti al Tmb, a fare volantinaggio e informazione, a rappresentare che quel Tmb è il luogo simbolo del municipio, ma ormai anche di Roma: un impianto-discarica dentro l' abitato, che lancia miasmi fino al quartiere Trieste e ai Parioli».
Perché discarica?

«Perché lì i rifiuti non sono solo trattati, ma anche accumulati all' esterno in attesa di essere trasferiti altrove».

Che potere ha il municipio?
«Faremo sindacato di territorio, la nostra è una vera e propria vertenza. Per Ferragosto abbiamo invitato anche Pinuccia Montanari».

giovanni caudoGIOVANNI CAUDO
Cosa volete chiedere all' assessora all' Ambiente?
«Prima di tutto se conferma la sua promessa di chiudere nel 2019 il Tmb Salario. Poi perché ha corretto al ribasso gli obiettivi della differenziata».

Sarebbe a dire?
«La delibera che ha rinnovato per 15 anni l' affidamento del servizio ad Ama, approvata sotto l' allora sindaco Marino nel 2015, prevedeva per il 2017 di raggiungere la percentuale del 65%. A questo affidamento era legato il Pef, il piano economico e finanziario che ha assegnato ad Ama 800 milioni di euro all' anno per 15 anni, per un totale di 12 miliardi.

Il Pef è stato asseverato da un soggetto terzo che ha stabilito la sua congruità. Invece gli obiettivi della differenziata sono stati ritoccati al ribasso con il piano industriale della giunta Raggi nel maggio 2017, ma gli 800 milioni l' anno l' Ama continua a prenderli. E per il nuovo piano industriale non c' è stato alcun passaggio in assemblea capitolina ne' asseverazione di un soggetto terzo».

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Perché è così importante per voi l' obiettivo della differenziata?
«Se avessimo raggiunto il 65%, il Tmb a quest' ora sarebbe chiuso. Ma anche se avessimo raggiunto il 53%, mentre ora siamo fermi al 44».

Come fa ad esserne così sicuro?
«Ogni punto percentuale di differenziata equivale a 17mila tonnellate in meno di rifiuti indifferenziati. Nel 2017 il Tmb Salario ha lavorato 155.400 tonnellate. Fatevi i conti».


4. ECCO IL DOSSIER TENUTO SEGRETO CHE BOCCIA AMA
Cecilia Gentile per ''la Repubblica - Roma''

Una Caporetto. La gestione dei rifiuti e il servizio di igiene urbana della capitale nel 2017 sono stati un vero fallimento.
E stavolta il giudizio non lo danno le associazioni di consumatori o i partiti dell' opposizione. Il rapporto è stato stilato dalla commissione tecnica di controllo prevista dal contratto di servizio tra Comune di Roma e Ama, un organo istituzionale che si è servito delle relazioni aziendali fornite dalla stessa municipalizzata e dei monitoraggi effettuati dall' Authority dei servizi nell' ottobre 2017 (prima non è stato possibile perché l' incarico è stato riconosciuto ed affidato all' Agenzia soltanto il 25 luglio 2017). Il rapporto è stato poi consegnato ai municipi, ma non è stato reso pubblico.

In effetti Ama non ha nulla da festeggiare. Il servizio di spazzamento nel 2017 è risultato inferiore a quello del 2016. A fronte dell' obiettivo contrattuale che fissava al 100% la regolarità del servizio, nel 2017 l' indicatore non è arrivato al 91%, mentre nell' anno precedente si era attestato al 92,17%. «Tutta colpa delle risorse impiegate per il nuovo porta a porta, che ha sottratto uomini allo spazzamento», è in sostanza la giustificazione di Ama.
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Anche i mezzi, uno dei talloni d' Achille dell' azienda, hanno registrato una disponibilità minore, passando dal 65% del 2016 al 56% del 2017. E perché mai? Le spiegazioni di Ama: «Slittamento temporale degli investimenti programmati, riorganizzazione ancora in essere del processo di manutenzione». Verrebbe spontaneo rilanciare con un altro perché, ma passiamo al capitolo "reclami-segnalazioni" relativi in modo specifico alla pulizia e al lavaggio delle strade.

Ebbene, il numero è lievitato: nel 2016 erano 92.643, nel 2017 sono diventati 138.321, con un incremento annuo del 49,31%. Il giudizio negativo dei cittadini è confermato dall' indagine sulla qualità percepita condotta a ottobre 2017 dall' Agenzia. In una gamma da 1 a 10, la valutazione sulla pulizia delle strade è di 3,5, quella sulla pulizia delle aree intorno ai cassonetti di 3,2, stesso voto per la presenza di cestini. La valutazione più bassa sulla pulizia intorno ai cassonetti la danno i municipi I (2,7), II (2,9) V (2,7) e VI (2,9). E basta passare vicino ai cassonetti e sentire i miasmi che tutta l' area emana per riconoscere che sono stati anche troppo generosi.

Parliamo della raccolta differenziata. Il contratto di servizio sottoscritto il 13 maggio 2016 fissa per il 2017 l' obiettivo al 65%, obiettivo rivisto poi dalla giunta Raggi e dal piano finanziario TaRi 2017 e rimodulato al 48%. Ma la percentuale media annua del 2017 si è fermata al 44,33%, cresciuta di appena 1,26 rispetto al 2016. Al 48% mancano ancora 3,67 punti percentuali.

AMA RIFIUTIAMA RIFIUTI
Se, servendoci dei dati dell' Anagrafe pubblica dei rifiuti urbani 2017, scomponiamo le singole componenti della differenziata, ci accorgiamo che la carta e il cartone, insieme alla plastica e ai metalli, subiscono una vera disfatta: rispetto agli obiettivi del piano finanziario Tari 2017, la carta e il cartone sono ancora distanti di 11,91 punti percentuali, mentre plastica e metalli fanno un vero tonfo, con -19,52%. E neanche sull' organicoverde si sono riscontrati i previsti miglioramenti, con un 9% rispetto agli obiettivi fissati.

Nessuna sufficienza da parte dei cittadini sul servizio di raccolta rifiuti: 4,1 per la raccolta stradale, 4,8 per il porta a porta, 5,7 per i centri di raccolta, ancora fermi al numero di 14, mentre il contratto di servizio ne prevedeva quattro in più entro il 2017. Ama dichiara che la responsabilità sta nelle mancate autorizzazioni da parte degli uffici dell' amministrazione capitolina. Fonte: qui

UN NEONATO PREMATURO UCCISO DA UN BATTERIO AGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA. CONTAGIATO ANCHE IL GEMELLINO E ALTRI 10 BIMBI

OGNI ANNO MIGLIAIA DI PERSONE MUOIONO PER INFEZIONI DA BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI, E MOLTI SE LE PRENDONO IN OSPEDALE. IL SERRATIA MARCESCENS È PRESENTE NEL SUOLO, NELLE ACQUE SUPERFICIALI E DI SCARICO, SULLE PIANTE, NEGLI INSETTI, NEGLI ANIMALI E NELL'UOMO. SINTOMI E CURE


1. BATTERIO UCCIDE NEONATO IN OSPEDALE
Federico Gervasoni per ''la Stampa''


Un neonato prematuro è morto martedì 6 agosto all' Ospedale Civile di Brescia.
i batteri dei nostri lettiI BATTERI DEI NOSTRI LETTI
Ad ucciderlo è stata un' infezione provocata dal batterio noto come Serratia marcescens. Il piccolo, figlio di una donna italiana, ha un gemellino che attualmente si trova ricoverato per lo stesso motivo ma in condizioni stabili.

Dopo il decesso, il reparto è stato visitato dai carabinieri del Nas che hanno acquisito tutta la documentazione e fatto i primi accertamenti sul personale in modo da raccogliere tutti gli elementi utili per l' indagine. Ma non sono gli unici casi diagnosticati: «Presso il reparto di terapia intensiva neonatale - scrive la direzione dell' ospedale bresciano - si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione della Serratia marcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un' infezione alle vie urinarie e tre di colonizzazione».

L' autopsia
Per far luce sulle cause e sulla gestione del contagio, la Procura di Brescia ha aperto un' inchiesta e disposto l' autopsia sul corpo del bimbo.
Nel frattempo, la direzione degli Spedali Civili di Brescia ha attivato il comitato di sicurezza infettiva e messo in atto tutte le misure di contenimento sanitarie.
morti causate da batteri resistenti agli antibioticiMORTI CAUSATE DA BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI

Nelle prossime settimane la situazione continuerà ad essere mantenuta sotto stretta osservazione e l' accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter liberare gli ambienti di degenza e procedere a una ulteriore bonifica. «Attualmente - si legge nella nota diffusa ai media dal Civile - dei dieci neonati positivi per Serratia sei sono ancora degenti. E, dei restanti ventisette risultati negativi allo screening, dieci sono stati dimessi mentre diciassette si trovano ancora ricoverati».

L' infezione colpisce il sistema gastrointestinale dei neonati prematuri, in particolare quelli con le difese immunitarie molto basse.
Il batterio in questione è particolarmente resistente all' aggressione degli antibiotici e precedentemente era stato isolato in alcuni dei piccoli pazienti ospiti nel reparto di Patologia neonatale.

Inoltre, la Serratia marcescens è il ceppo più diffuso della Serratia, batterio killer che viene contratto per la maggior parte dei casi in ambito ospedaliero. Esso si manifesta attraverso sintomi come febbre, brividi, insufficienza respiratoria, shock settico e viene combattuto con terapie antibiotiche. Il piccolo paziente deceduto aveva riscontrato insieme con altri due neonati i primi segnali dell' infezione a partire dallo scorso 20 luglio.

troppo sapone puo renderci piu esposti ai batteriTROPPO SAPONE PUO RENDERCI PIU ESPOSTI AI BATTERI
Lo choc Successivamente ha sviluppato segni clinici da choc settico e diversamente dagli altri due malati il quadro clinico è progressivamente peggiorato sino alla morte. Nei prossimi giorni si conosceranno meglio gli sviluppi sul fronte giudiziario di questa vicenda, in attesa soprattutto dei riscontri eseguiti dai carabinieri del Nas.

Casi di infezione se ne erano già registrati negli ultimi anni anche negli ospedali di Mantova (nel 2012), Como (nel corso del 2014) e Cosenza (durante il 2016). Ci sono peraltro già state delle piccole vittime: a Pescara, proprio colpite dallo lo stesso batterio attivo a Brescia, nel maggio 2011 morirono tre neonati. Nel capoluogo bresciano al momento non risultano indagati, né vengono evidenziati profili di responsabilità.

La regione Lombardia intanto ha chiesto alla Ats di Brescia di avviare una commissione d' inchiesta per verificare che siano state seguite tutte le misure ed eseguite tutte le attività necessarie per evitare le infezioni.

Intanto, resta immenso il dolore di una coppia residente in città che dopo aver perso un figlio si aggrappa alle speranze per il gemellino sopravvissuto.


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2. QUEL BACILLO NASCOSTO NEL SUOLO E NELL' ACQUA CHE RESISTE AGLI ANTIBIOTICI
Valentina Arcovio per ''la Stampa''

Che tipo di batterio ha ucciso un neonato agli Spedali civili di Brescia, contagiandone altri? Si tratta del Serratia marcescens, un entrobatterio Gram negativo, presente comunemente nel suolo, nelle acque superficiali e di scarico, sulle piante, negli insetti, negli animali e nell' uomo.

Negli ultimi anni è stato identificato come responsabile di infezioni invasive con un' incidenza stimata tra il 5 e il 16 per cento di tutte le sepsi neonatali ad esordio tardivo. Il nome della specie «marcescens», è relativo al fatto che il batterio, dopo aver prodotto un pigmento rosso intenso (la prodigiosina), marcisce velocemente in una massa viscosa e di colore rosso.
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Come si contrae un' infezione da serratia? L' infezione da serratia viene contratta soprattutto in ambito ospedaliero, in seguito a un lungo ricovero o all' inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria. Ma anche all' inserimento di strumenti medici che agevolano la funzionalità respiratoria o ancora all' effettuazione di trasfusioni di sangue o di infusioni endovenose contaminate. In letteratura sono stati riportati più di 200 casi di epidemia di Serratia marcescens in terapia intensiva neonatale

Quali sono i sintomi dell' infezione? L' infezione da serratia può manifestarsi con febbre, brividi, insufficienza respiratoria, shock settico e può associarsi a malattie come infezioni al tratto respiratorio, al tratto urinario, intra-addominali, cutanee, oculari e dei tessuti molli, oltre a meningite, osteomielite e artrite, endocardite, otite e parotite.

Quali sono le cure? In generale, le infezioni da serratia vengono trattate efficacemente con gli antibiotici. Negli anziani, nei soggetti con il sistema immunitario compromesso o poco sviluppato, come quello dei neonati, l' infezione può essere molto grave e addirittura letale. Inoltre, negli ultimi anni, sono stati segnalati alcuni ceppi di Serratia marcescens che si sono dimostrati resistenti a diversi antibiotici.


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 Quindi, non sempre la terapia antibiotica funziona come ci si aspetterebbe e ci si ritrova disarmati contro un' infezione potenzialmente letale. Ci sono altri batteri che oggi sono in gradi di resistere all' attacco degli antibiotici? Purtroppo sì. Specialmente in Italia, la resistenza agli antibiotici è tra le più elevate in Europa, a causa dell' abuso di questi farmaci.

Nel nostro paese, ad esempio, la Klebsiella pneumoniae carbapenemasi, considerato un superbatterio, è diventato in oltre il 50% dei casi resistente a tutti gli antibiotici. In Europa, si stimano ogni anno 25mila decessi a causa di infezioni da germi resistenti. Nel mondo, invece, sono circa i decessi dovuti alle infezioni resistenti sono circa 700mila.

A quale "miracolo" viene associato il batterio Serratia marcenscens? Secondo Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown University, il presunto Miracolo di Bolsena del 1263, quello che avrebbe portato al «sanguinamento» di un' ostia consacrata, altro non è che l' effetto dell' attacco del batterio Serratia marcescens. La prodigiosina, il tipico pigmento rosso prodotto dal batterio, ha la capacità di «macchiare» gli alimenti.

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Non è un caso se sempre a questo batterio sono stati legati altri casi di «miracolosi sanguinamenti», alcuni legati al folklore. Come quello della polenta: l' abitudine delle nostre nonne di lasciare un tagliere di polenta sul tavolo, spesso per giorni e in cattive condizioni igieniche, faceva sì che occasionalmente il batterio sviluppasse la sua tipica colonia di colore rosso. Qualcuno deve aver frainteso la proliferazione con una sorta di miracolo, e da lì il nome di «miracolo della polenta sanguinante». Fonte: qui