9 dicembre forconi: 03/28/19

giovedì 28 marzo 2019

GIOCANDO CON LE VITE ALTRUI, FALSIFICANDO I REPORT DI SICUREZZA ...

INDAGATI PER FALSO MANAGER DI AUTOSTRADE E SPEA (SEMPRE GRUPPO ATLANTIA-BENETTON), CHE SI OCCUPA DELLE MANUTENZIONI: AVREBBERO FALSIFICATO I REPORT DI SICUREZZA SU CINQUE VIADOTTI IN STATO CRITICO TRA CUI IL 'PAOLILLO' IN PUGLIA, IL 'PECETTI' E IL 'SEI LUCI' A GENOVA, IL MORO IN A14 E IL GARGASSA IN A26

PONTE GENOVA: DONFERRI E AD SPEA INDAGATI FALSO
viadotto paolilloVIADOTTO PAOLILLO
 (ANSA) - Svolta nell'inchiesta bis sui falsi report su cinque viadotti autostradali, nata dalle indagini sul crollo del ponte Morandi. Tra gli indagati ci sono Michele Donferri Mitelli, responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade (da poco trasferito ad altro incarico) e l'amministratore delegato di Spea (la società controllata del gruppo Atlantia che si occupa delle manutenzioni).

La nuova indagine era culminata a fine gennaio nell'iscrizione nel registro degli indagati di 12 persone tra tecnici e ingegneri di Spea e alcuni vertici del tronco pugliese delle autostrade. Con l'iscrizione di Donferri e Galata per falso, per gli inquirenti dunque anche Aspi sapeva che i report sui viadotti erano falsati. L'indagine riguarda altri cinque viadotti in stato critico tra cui il 'Paolillo' in Puglia, il 'Pecetti' e il 'Sei Luci' a Genova, il Moro in A14 e il Gargassa in A26.

Secondo i militari del primo gruppo della Guardia di Finanza di Genova, il gruppo avrebbe 'edulcorato' le relazioni sullo stato dei viadotti controllati. Per l'accusa, in certi casi, i report erano quasi routinari e quindi non corrispondenti al vero stato dei viadotti. La circostanza era emersa nel corso degli interrogatori dei testimoni durante le indagini sul crollo di Ponte Morandi.
viadotto gargassaVIADOTTO GARGASSA

In particolare i tecnici di Spea avevano raccontato agli inquirenti che i report "talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri (ingegnere di Spea, indagato nella inchiesta principale sul crollo del Morandi e in questa seconda indagine) mentre in altri casi era stato Ceneri stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri".

Fonte: qui
viadotti a24 a25VIADOTTI A24 A25viadotti a rischioVIADOTTI A RISCHIOviadotto gargassaVIADOTTO GARGASSAviadotto gargassaVIADOTTO GARGASSA

L'AZIENDA DEI RIFIUTI SENZA CDA E ASSESSORE TRAVOLTA DALLE PROTESTE (NE RICEVE UNA OGNI MINUTO E MEZZO)

I BILANCI IN PERDITA E IL RISCHIO DI DOVER PORTARE I LIBRI IN TRIBUNALE. QUELLI DELL'ATAC, INVECE, CI SONO GIA'. E INTANTO ARRIVANO DA ISRAELE 70 BUS. USATI...
Sergio Rizzo per “la Repubblica”

La raccolta differenziata è ferma. L' assenteismo galoppa. Il servizio è sotto i livelli minimi accettabili. E i cittadini sono inferociti. Roma è sommersa dai rifiuti e l' Ama dalle proteste: oltre 360 mila l' anno, mille al giorno, 41 l' ora, uno ogni minuto e mezzo. Con un aumento del 36,8% solo nel 2018.

Rifiuti, un' azienda allo sbando 

Nelle 4 pagine con cui il Campidoglio ha chiesto la revoca del consiglio di amministrazione dell' azienda ambientale più grande d' Europa (7.500 dipendenti) è descritta una situazione allucinante. Con tanto di firma del direttore del Comune, Franco Giampaoletti. C' è da dire che forse nemmeno Mandrake, per la piega che avevano preso le cose, senza uno straccio di strategia politica per rimediare a una situazione cronicamente disastrosa, sarebbe riuscito a fare meglio del presidente Lorenzo Bagnacani e dei consiglieri. Dice tutto lo sconcertante episodio del furto di carburante. Un giorno hanno beccato un dipendente che faceva il pieno al distributore dell' Ama. Per sé e chissà quanti altri: colto in flagrante, ne aveva succhiato tanto da riempire una cisterna. E non era la prima volta.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma 7CASSONETTI PIENI DI SPAZZATURA DAVANTI ALLE SCUOLE DI ROMA 
La cosa doveva essere nota, se è vero che c' erano verbali di contestazione a quel signore placidamente addormentati in armadi chiusi, finché non sono arrivati i nuovi amministratori.
Solo a quel punto è saltata una testa importante.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di romaCASSONETTI PIENI DI SPAZZATURA DAVANTI ALLE SCUOLE DI ROMA













I bilanci contestati 

Peccato però che la ragione reale della revoca dell' intero consiglio decisa a metà febbraio dal Comune fosse ben diversa rispetto ai rilievi sulla qualità del servizio.

E cioè che i tre consiglieri si erano rifiutati di firmare un bilancio in perdita. Circostanza davvero singolare. Non si è mai visto infatti il padrone di una società, qual è in questo caso il Comune di Roma, esercitare pressioni per trasformare un utile di 568 mila euro in un rosso di 18 milioni. Buco che inevitabilmente si dovrebbe riflettere anche sul proprio bilancio. Ma questo sarebbe decisamente il meno, di fronte alle conseguenze che la nuova guerra dei rifiuti rischia di innescare. Non senza profonde ripercussioni politiche: mancano due mesi alle elezioni europee che per il M5S sono decisive.
degrado a roma monnezzaDEGRADO A ROMA MONNEZZA

Dimissioni e cda revocato 

Oggi la Capitale d' Italia, sotto il delicatissimo profilo dei rifiuti che l' assediano ormai da anni senza soluzione di continuità, è letteralmente allo sbando. Dopo che il Comune ha bocciato il bilancio dell' Ama l' assessora all' Ambiente Pinuccia Montanari, stimata e sponsorizzata da Beppe Grillo, se n' è andata lasciando vuota la poltrona. Il cda è stato revocato e il potere di gestire l' azienda subito affidato a un collegio sindacale scaduto, presieduto da Mauro Lonardo: professionista che fa il revisore dell' Ama da una dozzina d' anni, durante i quali è successo davvero di tutto. E che in questa assurda vicenda ha avuto un ruolo centrale.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di romaCASSONETTI PIENI DI SPAZZATURA DAVANTI ALLE SCUOLE DI ROMA

Perché a maggio aveva approvato il progetto di bilancio e a novembre aveva presentato una relazione opposta, ribaltando il giudizio positivo di qualche mese prima dopo un incontro "privato" con il direttore del Comune.
Ora hanno messo l' azienda nelle mani del direttore operativo Massimo Bagatti, richiamato improvvisamente dal viaggio di nozze e nominato amministratore temporaneo. Che però quel bilancio, in attesa di essere approvato da almeno dieci mesi, non lo firma. Perché chiunque lo faccia, adesso, lo fa a proprio rischio e pericolo. I due esposti in Procura C' è un esposto presentato in gran segreto il 6 novembre alla procura di Roma dall' intero cda: Bagnacani, Vanessa Ranieri e Andrea Masullo.

AMA ROMAAMA ROMA
L' hanno portato al capo dell' ufficio, Giuseppe Pignatone, segnalando l' incomprensibile richiesta del Campidoglio di svalutare alcuni crediti vantati verso il Comune per i cosiddetti "servizi cimiteriali" con il risultato di mandare bilancio in rosso. Ma di esposti in procura ce ne sono addirittura due. C' è anche quello di una dirigente dell' assessorato all' Ambiente. Si chiama Rosalba Matassa: anche lei ha denunciato pressioni per indurla a ritirare la determina con la quale aveva giudicato corretta la valutazione del cda su quei crediti per i servizi cimiteriali. Divenuti il pretesto per uno scontro che oltre a precipitare la città ancora di più nel caos, potrebbe mettere in discussione la stessa sopravvivenza dell' Ama. Sempre che l' obiettivo non sia proprio quello.
MONNEZZA A ROMAMONNEZZA A ROMA

Concessione a rischio revoca 
L' Ama ha in pancia una concessione fino al 2029 stipulata dal sindaco Ignazio Marino. Valore residuo: 7 miliardi di euro. E i bilanci in perdita, soprattutto se ripetuti, sarebbero condizioni ideali per revocare quella concessione, portare i libri in tribunale e aprire una valvola da 7 miliardi per i concorrenti. Ecco il sospetto dei maligni.

Comunque sia, niente meglio del collasso dell' Ama, che in due anni e mezzo ha cambiato vertice cinque volte, riflette il collasso di una città complicata. Ma anche quello di un' amministrazione incapace a governarla, rischiando di ritrovarsi talvolta in balìa di interessi assai poco coerenti con le tanto sbandierate spinte al cambiamento.

caos trasporti a roma 2CAOS TRASPORTI A ROMA
I guai giudiziari 

L' amministratore delegato dell' Acea Stefano Donnarumma è indagato nell' ambito dell' inchiesta sullo stadio della Roma che ha portato in carcere l' ormai ex presidente del consiglio comunale Marcello De Vito con l' accusa di corruzione. Stessa accusa mossa all' ex presidente dell' Acea Luca Lanzalone, ora a processo, uno dei più ascoltati consiglieri dei vertici grillini che l' avevano spedito a Roma per supportare la sindaca Virginia Raggi. Indagato risulta anche l' assessore Daniele Frongia. Per non parlare dei guai dell' amministrazione. L' ex braccio destro della sindaca Raffaele Marra è stato condannato in primo grado a tre anni e mezzo per corruzione. Soltanto negli ultimi due mesi, poi, si è scoperto un "sistema oliato", come l' ha definito l' Ansa, che consentiva di far sparire migliaia di multe: 197 indagati. È quindi saltato fuori un giro di mazzette per agevolare le pratiche edilizie: quattro arresti.

virginia raggi (4)VIRGINIA RAGGI
Intanto i magistrati indagavano su un' associazione a delinquere che aveva come core business i permessi ai clan degli ambulanti: 16 indagati. Tutto questo con una sindaca che dichiara ogni giorno guerra alla corruzione.

Atac in rosso e bus usati da Israele Dulcis in fundo, mentre le stazioni della metro A che attraversano il centro sono chiuse perché le scale mobili non funzionano e Virginia Raggi revoca l' appalto di manutenzione, va ricordato che se l' Ama rischia di dover portare i libri in tribunale, quelli dell' Atac ci sono già. E ora si fa fronte ai problemi più impellenti del trasporto pubblico con 70 autobus arrivati freschi freschi da Israele. Usati, ma in buono stato. 

Fonte: qui


ER FRECCIAROSSA ANAGNINA-BATTISTINI! 
POTREBBERO SERVIRE ADDIRITTURA TRE MESI PER RIAPRIRE LE FERMATE DEL CENTRO STORICO DELLA METRO A: GLI INGEGNERI RESPONSABILI DEGLI IMPIANTI SI SONO DIMESSI TUTTI. 
E LA REVOCA DEL CONTRATTO DI MANUTENZIONE TANTO SBANDIERATA DALLA RAGGI PER USCIRE DALL'ANGOLO RISCHIA DI ALLUNGARE ANCORA DI PIU' I TEMPI...
Mauro Favale per "Repubblica Roma"

METRO BARBERINI SCALA MOBILEMETRO BARBERINI SCALA MOBILE
La stazione Repubblica, forse, il 15 maggio, Barberini e Spagna chissà, tra non meno di due-tre mesi. Il tragitto della metro Termini- Flaminio resterà senza fermate ancora a lungo. L'orizzonte temporale che si sta valutando in Atac prima della riapertura di tre delle principali stazioni, quelle che servono tutto il quadrante del Centro e del Tridente, non è a breve termine.

Nulla di ufficiale ma il precedente della stazione Repubblica non fa ben sperare: chiusa dal 23 ottobre, quando nel crollo di una scala mobile rimasero ferite 24 persone, per lo più tifosi del Cska Mosca, dovrebbe essere riaperta non prima del 15 maggio. L'auspicio, per Barberini (al momento sequestrata dalla procura) e Spagna (bloccata perché lì le scale mobili sono simili a quelle rotte a Barberini) è che si faccia più in fretta.

roma crolla scala mobile in metro 8ROMA CROLLA SCALA MOBILE IN METRO
Intanto, però, c'è da fare i conti con la manutenzione degli impianti, quella che finora non ha funzionato e che ha convinto Atac a rescindere il contratto con il consorzio Metroroma scarl che nel 2017 aveva vinto l'appalto con un ribasso del 49,7%. "Un atto dovuto - afferma la sindaca Virginia Raggi - chi è responsabile deve pagare". E infatti la municipalizzata dei trasporti ( che parla di " gravi e inconfutabili ragioni " ) sta valutando azioni risarcitorie. Eppure già nel 2017 scale mobili e ascensori delle metropolitane funzionavano ampiamente sotto gli standard previsti dal contratto, arrivando a performance del 81% a fronte di un indicatore di qualità fissato al 96,5%.

Ora, però, senza la ditta di manutenzione, si pone il problema di chi si occuperà dei lavori necessari alla riapertura delle stazioni. L'ipotesi potrebbe essere un subentro dei secondi classificati nella gara del 2017 ma non sarà un'operazione rapida. Nel frattempo la manutenzione potrebbe essere assegnata con affidamenti diretti (nonostante la modalità in passato sia sempre stata criticata dai 5 Stelle) ad altre ditte.

Intanto, la situazione in Atac è turbolenta: 10 ingegneri, responsabili degli impianti di traslazione, hanno rimesso l'incarico. Alla base ci sarebbe il rifiuto della municipalizzata di offrire ai tecnici assicurazione e copertura legale. L'azienda fa sapere che "la decisione di rimettere l'incarico, a norma di legge, non avrà effetto prima di 90 giorni, durante i quali verranno trovate tutte le opportune soluzioni".

Fonte: qui

PALLOTTA E QUEL “TOTÒTRUFFA” CHIAMATO STADIO DELLA ROMA

ANTONIO PADELLARO: "LA VICENDA DEL NUOVO STADIO DELLA ROMA SEMBRA LA COMMEDIA IN CUI TOTO’ VENDE LA FONTANA DI TREVI 

UN VORTICE DI PROMESSE, MAZZETTE, PERMESSE, PONTI, IPPODROMI E ZOCCOLE: IN 8 ANNI PALLOTTA HA SCUCITO 73 MILIONI DI EURO PER IL NULLA DEL NULLA. COMPRENSIBILE CHE ADESSO MINACCI DI VENDERE LA ROMA AL PRIMO ARABO CHE PASSA…"

Antonio Padellaro per il Fatto Quotidiano

pallotta raggiPALLOTTA RAGGI
Forse se gli avessero fatto vedere, in tempo utile, il mitico Totòtruffa 62 chissà, James Joseph Pallotta detto Jim avrebbe capito al volo in che razza di trappolone stava per ficcarsi con lo stadio di Tor di Valle. Perché la vecchia commedia alla romana, da Steno a Camillo Mastrocinque appunto, ci ha già raccontato tutto sulle solenni fregature prese (e date) dagli ammericani a Roma.
I malcapitati in cadillac spediti da Alberto Sordi- Nando Mericoni ner burone della marranella, causa difficoltà linguistiche ("all right all right").

Ma soprattutto il paisà Decio Cavallo a cui la coppia con destrezza Totò-Nino Taranto "vendono" la Fontana di Trevi ("con dieci milioni te la cavi", "sì è proprio un bel bisiniss!").
Sì, è stato tutto scritto.
stadio della romaSTADIO DELLA ROMA
L' americano con la grana che nell' immaginario giallorosso avrebbe solcato l' oceano col leggendario valiggione zeppo di dollari per costruire una squadrona più bella e più superba che pria. La retorica declamatoria sullo scudetto prossimo venturo di Tom Di Benedetto, il primo è un po' stralunato presidente paisà ("Roma non è stata costruita in un giorno"), che un bel giorno puff scomparve dalla città dei papi, come il marziano Kunt di Flaiano.

padellaroPADELLARO
Promesse impietosamente rinfacciate notte e dì sulle radio della capitale dai tifosi imbufaliti dopo otto anni in cui "non si è vinto niente li mortacci loro". Nelle vesti di Totò e Nino Taranto le giunte Alemanno e Marino che ricambiano la sòla dello scudetto che non viene "vendendo" a James autorizzazioni, permessi, ponti e varianti che non hanno.
Per poi salire sull' otto volante di Virginia Raggi: prima no, poi sì, quindi forse.

Che adesso è diventato un boh, l' interiezione preferita all' ombra dei Fori. E, nel frattempo, ecco i proclami multipli con festose cerimonie annesse. La più gettonata quella di Virginia, stremata dopo una nottata in bianco pora stella a tagliare cubature e che al fine annuncia: ce l' abbiamo fatta Roma avrà il suo stadio (Quando?Boh). Con accanto l' avvocato Mauro Baldissoni, plenipotenziario di Pallotta, con quella faccia un po' così di chi non sa ancora come la prenderà il padrone, che da tempo qualcosa ha subodorato.
raggi pallottaRAGGI PALLOTTA

Precisamente il giorno in cui egli scoprì dai giornali che l' area di Tor di Valle - luogo desolato, discarica a cielo aperto, habitat di zoccole (nel senso dei ratti ma non soltanto) - si era improvvisamente trasformata nella Persepolis dell' Agro romano, scrigno di inestimabili tesori archeologici, ancorché da stimare. E che, in sovrappiù, per le loro fregole da bisiniss gli americani rischiavano di mettere a rischio la mirabile pensilina della tribuna dell' ippodromo, chiuso da anni, progettata dall' architetto Julio Lafuente. Un capolavoro dell' architettura moderna il cui stato di abbandono non aveva emozionato nessuno finché James detto Jim non era apparso all' orizzonte (ma qui siamo dentro Febbre da cavallo).

STADIO ROMASTADIO ROMA
Per non parlare del pericolo di apocalittiche inondazioni del vicino Tevere, che perfino i più romani de Roma irresponsabilmente ignoravano. A Boston, insomma, a qualcuno cominciano a girare le scatole anche perché con gli amici di Unicredit era stato chiaro quando si erano rivolti a lui, uomo forte del Raptor Fund, comproprietario dei Boston Celtics (basket), affinché si accollasse una gloriosa società piena di debiti (con la banca) e sull' orlo del disastro. In soldoni: io di calcio non so nulla e della Roma neppure ma se mi fate fare i lo stadio, ok il prezzo è giusto. Ok rispose Unicredit sempre in soldoni: visto che gli porti un investimento da un miliardo di euro e migliaia di posti di lavoro, in Campidoglio vedrai ti accoglieranno come il messia. E per rendergli tutto più facile insieme ai buffi della As Roma gli accollarono anche il costruttore Luca Parnasi e i terreni con le zoccole.

RAGGI AL TELEFONO CON PALLOTTARAGGI AL TELEFONO CON PALLOTTA
Il problema fu che insieme all' estroverso palazzinaro James dovette accollarsi in blocco la sua catena di affetti (per ritrovarci in Amici miei manca solo il cane Birillo).

Comprese le mazzette e i favori che l' estroverso palazzinaro distribuiva generosamente, previa comunicazione telefonica. In modo che alla magistratura non sfuggisse neppure un sospiro. Un fattivo contributo alla giustizia che lo accomuna all' ex presidente del consiglio comunale, il grillino Marcello De Vito, pure lui finito dietro le sbarre poiché assai facondo nell' esporre i desiderata al sodale Mezzacapo (un nome da Totò, Peppino e la malafemmina). Insomma: altro che Fontana di Trevi, provate voi a comprare il nulla del nulla - neppure una pietra, un' impalcatura, che so una staccionata - per 73 milioni di euro. Tanto ha scucito in otto anni l' americano contribuendo, si presume, alla prosperità di numerose famiglie.
ROMA STADIO TOR DI VALLEROMA STADIO TOR DI VALLE

Comprensibile che adesso James minacci di vendere la Roma al primo arabo che passa (l' ultimo, Al Qaddumi, meriterebbe un film a parte: firmò un preliminare con Pallotta per entrare in società ma poi si scoprì che era l' unico sceicco squattrinato in circolazione). E siccome Virginia tentenna, assediata dalla rivale Roberta Lombardi che pretende lo stop allo stadio, Baldissoni evoca il danno erariale, con relativo processone. Ma qui siamo dentro Un giorno in pretura. Fonte: qui

NON DITE ALL’AMANTE CHE SIETE SINGLE!

FINGERE DI NON AVERE RELAZIONI O DI ESSERE DIVORZIATI QUANDO NON È VERO È UN REATO. LO HA DECISO LA CASSAZIONE, SECONDO CUI SI TRATTA DI "SOSTITUZIONE DI PERSONA"

IL GROTTESCO CASO CHE HA DATO IL VIA ALLA DECISIONE: UN UOMO SPOSATO AVEVA UN’AMANTE DA TEMPO, LE AVEVA DETTO CHE ERA SEPARATO E CHE PRESTO AVREBBE OTTENUTO IL DIVORZIO. FINCHÉ LEI NON SCOPRE CHE…

Federico Capurso per www.lastampa.it
tradimentoTRADIMENTO

Talvolta si crede tanto nella famiglia da averne due. Ora però, sentenzia la Cassazione, far credere all’amante di essere single o divorziato quando non è vero è un reato punibile penalmente. Si tratta di «sostituzione della persona»: non basta però illudere il secondo partner di essere liberi da altri legami, si deve anche cercare un’utilità, come una convenienza economica o il semplice mantenimento di un rapporto sentimentale che altrimenti verrebbe perduto.

CASSAZIONECASSAZIONE
Gli ermellini si sono trovati di fronte alla storia di un tradimento dai risvolti grotteschi. Lui, già sposato, aveva portato avanti a lungo una seconda relazione. All’inizio, il teatrino seguiva ancora il copione dei grandi classici dell’infedeltà: far credere all’amante di voler stare con lei, di essere separato e di avere concrete possibilità di ottenere un annullamento del precedente matrimonio.

Con il tempo, però, la liaison diventa una cosa seria e la trama della storia si ingarbuglia. Lei lo presenta alla sua famiglia, viene concepito un figlio e si intavolano i primi discorsi di matrimonio.

matrimonio tradimentoMATRIMONIO TRADIMENTO
Eppure, dalla Sacra Rota ancora non arrivano notizie. Piuttosto, iniziano a insorgere i primi dubbi sulle sue buone intenzioni. Messo spalle al muro e a riprova della sua onestà, si presenta dall’amante con l’agognato documento di divorzio. Peccato si tratti di un certificato posticcio creato al computer. La sua fortuna, in questo caso, è quella di non avere particolari abilità nella contraffazione di documenti, evitando così il reato di falso in atto pubblico.

Per la Cassazione, infatti, si tratta di «falso grossolano». Lei nel frattempo, già insospettita, inizia a indagare. Scopre così che l’uomo non solo non è separato ma continua a vivere con la moglie dalla quale, tra l’altro, aspetta anche un figlio. E si finisce in tribunale.

matrimonio tradimentoMATRIMONIO TRADIMENTO
Non è la prima volta che la Cassazione interviene in materia di tradimenti. Negli anni è diventato reato sottrarre al partner il cellulare per spiarlo, rivelare un tradimento al coniuge dell’amante. Se poi si è infedeli – sentenzia ancora la Cassazione – si devono pagare i costi di mantenimento, anche se l’amore è solo platonico. Insomma, si rischia grosso.

Fonte: qui