Operativo da maggio l'impianto, in provincia di Piacenza, costruito per la società Maserati Energia è alimentato con l’organico da raccolta differenziata dei rifiuti urbani e residui vegetali. Il biometano sarà destinato all'autotrazione.
Da maggio è operativo l’impianto di produzione di biometano alimentato con l’organico da raccolta differenziata dei rifiuti urbani (FORSU), progettato e costruito da Sebigas srl per la società Maserati Energia Srl (di cui fanno parte Maserati srl e Sebigas srl).
L’impianto, situato a Sarmato, in provincia di Piacenza, è su un’area di 35.000 m2, ed è stato progettato per trattare fino a 50.000 t/anno di FORSU e circa 5.000 t/anno di residui vegetali.
Le diverse fasi di trattamento, ottimizzano l’intero processo riducendo al minimo gli scarti: soltanto il 7% dei rifiuti in ingresso (plastiche, metalli e altri inerti presenti nei conferimenti) non viene lavorato.
Il cuore dell’impianto, dove si realizza il processo di digestione anaerobica a umido, è costituito da 5 reattori (1 prevasca, 3 digestori e 1 post-digestore). Il biogas prodotto in questa fase viene poi trattato in apposito sistema di upgrading, che separa la CO2 dal metano, producendo 5.100.000 m3 di biometano ogni anno da destinare interamente come carburante per autotrazione.
Per Marco Bonvini, General Manager Sebigas “l’azienda può garantire, per ogni cliente, non solo quanto sviluppato in fase di realizzazione dell’impianto, ma soprattutto l’ampio know-how acquisito dalla condivisione di forze e obiettivi con Maserati, dalle fasi iniziali di autorizzazione dell’impianto, all’assistenza di operation, la manutenzione dell’impianto e la consulenza biologica e post sales”.
L’impianto Maserati trasforma i rifiuti organici raccolti in un bacino di circa 600.000 abitanti in un anno, in un volume di biometano corrispondente a oltre 180.000 rifornimenti per auto a metano, per una percorrenza indicativa di oltre 54.000.000 km, ovvero 90.000 viaggi auto da Roma a Milano in un anno.
Dal processo di digestione anerobica, oltre al biometano, residuano 10.000 t/anno compost, destinato interamente al riutilizzo in agricoltura, e 36.000 m3/anno di effluente liquido depurato, che in parte viene scaricato in corpo idrico superficiale e in parte riutilizzato nello stesso ciclo produttivo.
Unica nel suo genere la partnership tutta italiana tra Maserati srl, storica realtà di compostaggio attiva dal 1980, e Sebigas srl, leader tra i fornitori di tecnologia per la produzione di biogas e biometano, che nel 2017 ha costituito Maserati Energia srl, realtà specializzata nella gestione del rifiuto, dal conferimento alla valorizzazione per la produzione di energie rinnovabili.
Gli interessi in valuta estera di Savoini non sono iniziati coi rubli. Prima dell' incontro al Metropol di Mosca, c' è stato quello a Le Méridien di Parigi. Prima di quella russa, una pista marocchina passata per la Francia e finita in una turca. Una storia dal copione molto simile che il Fatto rivela per la prima volta. Siamo nella primavera 2016, due anni prima del famoso incontro dell' hotel moscovita.
SALVINI SAVOINI
Al centro c' è sempre l' ex portavoce e uomo di fiducia di Matteo Salvini oggi indagato per corruzione internazionale nell' inchiesta su rubli e petrolio. La scena, riferita da due fonti convergenti, è da film. Gianluca Savoini è seduto in un bistrot di boulevard Pereire, non lontano dall' Arc de Triomphe, con un' altra persona. A un certo punto i due si passano fugacemente un plico alto come un pacchetto di Marlboro, fasciato in fogli di giornale. Al suo interno ci sono 150mila euro in contanti. Savoini va in bagno a contare la sua parte, un altro cliente irrompe e le banconote nuove di zecca finiscono dritte nello scarico. Lui le ripesca dal fondo della turca e le pulisce una a una.
SALVINI SAVOINI
Di nuovo al tavolo, i due italiani se la ridono di gusto. Incidente a parte, hanno fatto un ottimo affare. Mezz' ora prima - raccontano le fonti - nella sala de Le Méridien Etoile, a due passi dall' Ambasciata del Marocco, hanno ricevuto il prezioso plico dalle mani di Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell' agenzia di stampa nazionale Map, emissario di re Mohammed VI per le attività di lobby su scala europea, Italia compresa.Il suo profilo WhatsApp riporta tutt' ora una veduta della stazione centrale dal Pirellone, dove Savoini è stato capo ufficio stampa e oggi è vicepresidente Corecom. Qual era la contropartita di quel denaro?
Savoini era a Parigi per un affare privato o per conto della Lega? Raggiunto sul cellulare della moglie, l' ex portavoce di Salvini riattacca al primo accenno alla vicenda. Monsieur Khabbachi, che in Marocco ha fama di essere ufficiale di collegamento tra il mondo dei Servizi e la manipolazione dei media a fin di propaganda, nega: "Sono un giornalista, seguo cosa succede nel mondo, ma non dò soldi". Chiede poi di essere richiamato dopo un' ora, e invece non risponderà più al telefono e neppure alle domande inviate via WhatsApp che sicuramente ha letto, come dimostra la spunta blu sui messaggi. Cosa c' è dietro?
INTERVENTO DEL MINISTRO SALVINI FOTO DI BACCO
"L' incontro all' hotel Le Méridien - spiega una fonte - era stato organizzato per definire una lista di aziende italiane da segnalare per futuri appalti in Marocco e per garantire una copertura di stampa favorevole al governo di Rabat". A spianare la strada è stata una missione leghista in Marocco di ottobre 2015, quando Salvini e Savoini vanno alla corte di Re Mohammed dove, tra gli altri, incontrano un magnate della tv e i ministri dell' immigrazione e dei lavori pubblici.
La delegazione ricorda l' armata Brancaleone: "Abbiamo incontrato ministri con due lauree prese negli Usa, Salvini non sapeva neanche parlare francese. I marocchini sembravamo noi", racconta Claudio Giordanengo, organizzatore del tour nonché dentista di Paesana (Cuneo) che si presentava come "responsabile esteri della Lega" e a marzo si è candidato a Saluzzo.
GIANLUCA SAVOINI
Giordanengo conosce Savoini dal 1997 e ha un' antica amicizia con Mario Borghezio, che si è personalmente speso sul fronte marocchino per arginare l' attrazione dei leghisti della prima ora verso il fronte indipendentista e islamista del Polisario. Borghezio ricorda quella delegazione come "qualcosa di non esattamente ufficiale, di quelle che fanno i politici e qualche imprenditore a carattere non voglio dire turistico, ma quasi".
Nella delegazione ci sono anche due figure esterne al partito. Sono Massimo Gerbi, figlio dell' ex patron del Torino calcio Mario Gerbi, e Kamal Raihane, ex agente di leve calcistiche del Maghreb che in quel periodo faceva sfoggio di foto con Salvini e rivendicava: "Gli ho organizzato l' incontro con alcuni esponenti del mondo politico marocchino. S' è parlato di politica e non solo.
Un incontro costruttivo". Da fine 2017 Raihane è titolare di Eurafrica srl, una società di Torino da 10mila euro di capitale sociale, che si occupa di procacciamento di affari. Al Fatto non ha risposto sul suo ruolo nella comitiva leghista. Più loquace è Giordanengo: "L' iniziativa era nata con un intento provocatorio: la Lega che va a parlare di immigrati in Marocco". C' erano altri interessi?
HOTEL METROPOL MOSCA
"C' era un interesse parallelo, credo legittimo, di unire alla missione politica anche la presentazione di aziende interessate a operare in Marocco. Se poi ci sono stati altri personaggi che hanno stabilito rapporti economici non lo so".
Salvini rimane soddisfatto delle missione, come folgorato dal Marocco. L' 1 novembre 2015 twitta "È una terra stupenda", e in un' intervista al Corriere afferma: "Qui in Marocco si deve investire". Qualcuno lo ha preso in parola. Nelle settimane successive i rapporti con gli emissari del governo di Rabat andranno avanti, suggellati da più visite di Khabbachi a Milano, fino all' appuntamento clou di Parigi, all' hotel Le Méridien Etoile.Ma qui, proprio come a Mosca, non fila tutto per il verso giusto. Khabbachi dà conto a Savoini e al compagno di un incidente che ostacola le operazioni di intermediazione per cui si erano spesi: i dossier delle imprese italiane erano da tempo sulla scrivanie delle autorità marocchine, già verificati.
HOTEL METROPOL MOSCA
I due italiani restano di sasso: non avevano ancora fornito alcun elenco. Qualcuno li ha battuti sul tempo. I sospetti ricadono subito sugli intermediari marocchini, ma poco importa. A ore torneranno via aereo in Italia con il premio di consolazione nascosto nella giacca, nei pantaloni e nelle scarpe. Dal fondo della turca, la parte di Savoini finirà nella cassetta di sicurezza di una banca.Fonte: qui
CHI HA FREGATO SAVOINI?
È STATO UNO DEI TRE ITALIANI PRESENTI AL METROPOL A REGISTRARE L’AUDIO PUBBLICATO DA "BUZZFEED", CHE SAREBBE STATO DIFFUSO DAI RUSSI
LA GUARDIA DI FINANZA VUOLE FAR LUCE ANCHE SULLA CENA DELLA SERA PRIMA, A CUI AVREBBERO PARTECIPATO SALVINI, SAVOINI, FERLENGHI E…
UNA FOTO DEL NOVEMBRE 2016 TRATTA DAL PROFILO FACEBOOK DI CLAUDIO D’AMICO CON SALVINI E SAVOINI
Sarebbe stato uno dei tre italiani presenti alla trattativa dello scorso 18 ottobre all'hotel Metropol a registrare l'audio al centro delle indagini della Procura di Milano sui presunti fondi russi alla Lega. Nel fascicolo sono indagati per corruzione internazionale Gianluca Savoini, il presidente leghista dell'Associazione Lombardia-Russia, l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex consulente bancario Francesco Vannucci.
MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN LUIGI DI MAIO
La ricostruzione sulla registrazione e la diffusione dell'audio, al momento, è solo un'ipotesi di lavoro, sulla quale stanno lavorando i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta, che ieri hanno depositato alcuni atti dell'inchiesta - quanto necessario per dare un quadro generale di una indagine andata avanti per cinque mesi sotto traccia - in vista dell'udienza davanti al Tribunale del riesame, prevista per il 5 settembre, per discutere del ricorso presentato degli indagati contro i sequestri avvenuti un paio di settimane fa.
VLADIMIR PUTIN E GIANLUCA SAVOINI
Qualora fosse vero che la conversazione su una fornitura di petrolio, che prevedeva una tangente per i burocrati di Mosca e fondi in nero per circa 65 milioni alla Lega, sia stata registrata da un italiano presente all'incontro - essendo la fonte segreta non si può escludere che la diffusione sia avvenuta per mano di un russo - il campo si restringe.
IL FILE AUDIO
L IPOTESI DI PASSAGGIO DEI SOLDI DALLA RUSSIA ALLA LEGA ATTRAVERSO ENI
Tra gli atti messi a disposizione dei legali, ci sono le trascrizioni della registrazione su quell'affare legato alla compravendita di petrolio, ma anche una relazione sulle modalità con cui è stato acquisito quel file audio di cui i tecnici hanno verificato l'autenticità e l'assenza di manomissioni.
MATTEO SALVINI E GIANLUCA SAVOINI A MOSCA NEL 2014
Da quanto emerge dall'informativa, è stato convocato al quarto piano del Palazzo di Giustizia uno dei due giornalisti che per primi hanno scritto della vicenda e lo scorso 18 ottobre si trovavano nel grande albergo moscovita ma, come loro stessi hanno raccontato, a debita distanza dal meeting. Dall'analisi di quella conversazione, oltre all'ipotesi che a fare la registrazione con un cellulare possa essere stato uno dei partecipanti italiani alla trattativa, i pm sono certi che ci siano state altre riunioni precedenti.
MATTEO SALVINI GIANLUCA SAVOINI A MOSCA
Inoltre hanno anche qualche indicazione su chi possano essere i tre russi, Andrey, Yuri e Jlia, presenti quella mattina nella hall dell'hotel. Se Jlia ritengono sia Jakunin, manager vicino a Vladimir Pligin, esponente di rilievo del partito di Putin Russia Unita, uno degli altri due è quasi certamente un funzionario pubblico.
LA ROGATORIA
GIANLUCA SAVOINI - FRANCESCO VANNUCCI - ALEKSANDR DUGIN
In attesa che parta la rogatoria per la Russia, gli investigatori della Gdf stanno analizzando il materiale sequestrato durante le perquisizioni. Vogliono fare luce anche su un'altra cena che si sarebbe invece tenuta la sera prima, sempre a Mosca, alla quale avrebbero partecipato, tra gli altri, il vicepremier Matteo Salvini, lo stesso Savoini, il presidente di Confindustria Russia e manager Eni Ernesto Ferlenghi e Luca Picasso, direttore di Confindustria Russia, oltre a Claudio D'Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del leader della Lega. Ieri Salvini ha ironizzato su ulteriori fondi: «Non ho ancora finito di nascondere i rubli, dopo mi occupo del Marocco, buona caccia».
Una delle forme più potenti di energia che usiamo oggi è l'energia nucleare da fissione dell'atomo. Sebbene il nucleare moderno sia estremamente efficiente e non produca emissioni di carbonio, ha molti inconvenienti, e questi sono grandi: potenziali crolli nucleari e scorie radioattive che rimangono pericolose per migliaia di anni ( costando ai contribuenti un pacchetto nel processo ). Ma c'è un modo migliore. I nostri attuali reattori nucleari sono tutti alimentati usando la fissione nucleare, il processo di scissione degli atomi per generare energia. Per anni, gli scienziati si sono chiesti come possiamo sfruttare la fusione nucleare, il processo che alimenta il sole fondendo insieme gli atomi, per usarli sulla terra.
La fusione è ultra-potente, molte volte più potente della fissione e genera zero scorie nucleari, poiché il suo combustibile non è l'uranio o il plutonio, ma l'idrogeno.
“L'energia da fusione eliminerebbe la necessità di combustibili fossili e risolverebbe i problemi di intermittenza e affidabilità inerenti alle fonti di energia rinnovabile. L'energia verrebbe generata senza le pericolose quantità di radiazioni che destano preoccupazioni riguardo all'energia nucleare di fissione. "
Il sogno della fusione nucleare è stato a lungo fuori portata, ma ora, con aziende come la General Fusion sostenuta da Jeff Bezos e un enorme pool di startup di fusione che riscaldano la concorrenza, la fusione sta rapidamente diventando realtà. Proprio questa settimana, il " più grande esperimento di fusione nucleare del mondo " ha fatto un grande passo avanti.
I funzionari dell'International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER), un progetto multinazionale con sede nel sud della Francia, hanno annunciato che ora sono a soli 6,5 anni di distanza dal "Primo Plasma", in una pietra miliare storica. Il progetto ITER, supportato da un consorzio di 35 nazioni, è ora completo al 65 percento secondo il comunicato stampa di questa settimana. "La sezione recentemente installata, la base del criostato ed il cilindro inferiore, apre la strada all'installazione del tokamak, il design tecnologico scelto per ospitare il potente campo magnetico che racchiuderà il nucleo di fusione al plasma ultra-caldo", riferisce Scientific American.
Il progetto è il primo progetto al mondo di reattore a fusione su scala commerciale e tutti gli occhi sono puntati sul tokamak di ITER per stabilire il livello, nonché la linea temporale, per la corsa alla fusione nucleare commercializzata.Mentre il progetto dovrebbe iniziare alla fine del 2025, ci vorrà un altro decennio (almeno) per portare la struttura al massimo della potenza.
“È fissata la data per il primo plasma; premeremo il pulsante nel dicembre del 2025 ", ha detto a SA la portavoce Sabina Griffith.
"Ci vorranno altri 10 anni prima di raggiungere le operazioni complete di deuterio-trizio."
La fusione nucleare è così difficile da raggiungere a causa delle condizioni estreme - come quelle nel cuore del sole - che dovevano essere riprodotte qui sulla Terra. Come spiegato dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti , "le reazioni alla fusione vengono studiate dagli scienziati, ma sono difficili da sostenere per lunghi periodi di tempo a causa dell'enorme quantità di pressione e temperatura necessaria per unire i nuclei".
Mentre la fusione nucleare ha un'incredibile promessa per risolvere alcuni dei problemi più difficili del mondo moderno, il tempo passa e molti esperti affermano che anche con la fusione proprio dietro l'angolo, il tempo non è dalla nostra parte. Mentre si spera che il tokamak di ITER sarà operativo entro il 2025 e pienamente operativo entro il 2035, potrebbe essere troppo tardi, perchè resta pur sempre un prototipo e da qui alla produzione estensiva passeranno nel migliore dei almeno altri venti anni.
Dopo 18 anni le indagini sulla morte di Serena Mollicone – uccisa l’1 giugno 2001 – si sono concluse. La procura di Cassino ha chiesto il rinvio a giudizio di persone ovvero tutti i membri della famiglia di Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri del paese in provincia di Frosinone e due altri militari.Rischiano così il processo il maresciallo, la moglie Annamaria e il figlio Marco con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere così come il sottufficiale dell’Arma Vincenzo Quatrale, indagato per concorso in omicidio, e il carabiniere Francesco Suprano, che deve rispondere di favoreggiamento.
La perizia dei Ris e la svolta nelle indagini – Secondo un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone, redatta sulla scorta di accertamenti del Ris e acquisita già nel febbraio scorso dalla procura di Cassino,la ragazzina fu uccisa, presumibilmente dopo un litigio, negli alloggi della caserma dei carabinieri di Arce. A colpirla, secondo l’accusa, sarebbe stato il figlio di Mottola, Marco.
SERENA MOLLICONE
La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indicò una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata dalla studentessa. Forse Serena, conclusero i periti, fu spinta durante una lite sbattendo la testa. Un altro contenuto dell’informativa segnò una svolta nelle indagini: la perizia dei Ris rilevò che il corpo di Serena – trovato due giorni dopo il delitto – fu spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi fu trovato con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa.
SERENA MOLLICONE
La storia della vicenda giudiziaria – La vicenda giudiziaria dell’omicidio della diciottenne Serena è stata lunga e tortuosa. Due anni dopo il delitto del 2001 fu arrestato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere Carmine Belli, un carrozziere poi prosciolto nel 2006 da ogni accusa dalla Cassazione. Ad aggiungere mistero ad un caso intricato fu anche il suicidio del carabiniere Santino Tuzi che nel 2008, prima di essere ascoltato dai magistrati, si uccise sparandosi nella sua auto.
SERENA MOLLICONE
Tra le ipotesi anche quella che Serena quel giorno andò nella caserma dei carabinieri per denunciare alcuni traffici, forse legati alla droga. Poi la lite e la morte. Il padre di Serena ha più volte chiesto verità. Dopo la chiusura indagini fece un ulteriore appello: “Chi sa di questi cinque, parli”. E in particolare “ai due carabinieri che possono ancora parlare e ritrovare la dignità”
Gli scolari e gli studenti di Torino non potranno più portarsi il panino preparato a casa in mensa.Le sezioni unite della Cassazione hanno deciso: tutti dovranno mangiare il cibo preparato dalla mensa scolastica.
MENSA
E' la fine di una lunga battaglia legale che con questa sentenza, sulla base di un ricorso presentato dal Ministero dell'Istruzione e del Comune di Torino, riporta la situazione indietro nel tempo, al 2017, quando fu il tribunale di Torino ha decidere che i genitori potevano scegliere se dare la "schiscetta ai propri figli" o iscriverli a mensa. Una battaglia portata avanti da un comitato di genitori di Torino e dal loro legale, Roberto Vecchione.
PANINO A SCUOLA
Si aprì una querelle infinita che coinvolse poi anche il resto d'Italia. Oggi la parola fine. La Cassazione ha riconosciuto che la mensa non e' un "diritto soggettivo" e ha annullato la sentenza di appello che aveva dato regione al Comitato Caro Mensa seguito da Vecchione.
CASSAZIONE
"Un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all'autorefezione individuale, nell'orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile", si legge nella sentenza depositata oggi, con cui le sezioni unite civili della Corte si sono pronunciate sulla vicenda che era stata sollevata da alcuni genitori a Torino.
Anche se a poco più di un mese dal ritorno sui banchi la decisione rischia di creare problemi all'avvio delle scuole che si sono organizzate prevedendo sia il pasto da casa e il servizio mensa.
PANINO A SCUOLA
"La Cassazione a Sezioni Unite ha deciso: la scuola dell'obbligo gratuita da Costituzione è da buttare nel cesso, d'ora in avanti o paghi la minestra o salti la finestra (sempre che non ti portino via la casa per morosità)". È questo il "commento a caldo" dei genitori che portano avanti la battaglia per il panino da casa contro il caro mensa sulla sentenza della Cassazione. Il post è stato pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo "CaroMensa a Torino". Fonte: qui
La nuova richiesta della Gran Bretagna di istituire una "missione di protezione marittima a guida europea" sta ottenendo il sostegno delle principali nazioni dell'UE Francia e Germania . Il segretario agli Esteri del Regno Unito, Jeremy Hunt, ha annunciato lunedì che la nuova forza di sicurezza alleata nel golfo fornirà un passaggio sicuro per le navi internazionali nella via navigabile di transito petrolifero vitale, proteggendole dalla "pirateria statale" iraniana. Ma i funzionari del Regno Unito allo stesso tempo hanno sottolineato il loro costante impegno per l'accordo nucleare iraniano (JCPOA), nonostante le crescenti tensioni.
Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha detto martedì ai legislatori , "stiamo istituendo un'iniziativa europea, con la Gran Bretagna e la Germania, per garantire che ci sia una missione per monitorare e osservare la sicurezza marittima nel Golfo", ma ha smesso di sostenere la richiesta del Regno Unito di un dispiegamento di forze navali congiunte, definendolo solo una missione di "osservazione" ai fini della "declassamento".
Come con l'introduzione iniziale del piano di Hunt, la Francia sta cercando di prendere le distanze dall'accumulo di forze militari degli Stati Uniti per contrastare l'Iran."Questo è l'opposto dell'iniziativa americana che riguarda la massima pressione per far tornare l'Iran su un certo numero di obiettivi", ha detto Le Drian.
"A tale proposito, dovremmo anche andare oltre e pensare a un approccio di cartolarizzazione comune nel Golfo , dal punto di vista diplomatico. In questo modo, saremo davvero in una logica di declassamento", ha aggiunto, ma senza specificare i dettagli.
Precedentemente gli alleati degli Stati Uniti avevano respinto e resistito alle richieste della Casa Bianca di un esercito navale anti-iraniano, temendo che peggiorasse già le crescenti tensioni, ma sembra che lo scorso sequestro militare iraniano di due petroliere britanniche lo scorso venerdì (con uno, la Stena Impero battuta bandiera del Regno Unito ancora sotto la custodia dell'Iran) ha cambiato la melodia dell'Europa.
Rivolgendosi al parlamento britannico a Londra lunedì, il ministro degli Esteri Hunt ha condannato il sequestro dell'Iran e ha continuato la detenzione della Stena Impero, contrassegnata dal Regno Unito. "Cerchiamo di essere chiari, in base al diritto internazionale l'Iran non aveva il diritto di ostacolare il passaggio della nave, né tanto meno di salire a bordo di lei", ha dettoHunt alla Camera dei Comuni. "È stato quindi un atto di pirateria statale ".
"Cercheremo di mettere insieme una missione di protezione marittima a guida europea per sostenere il passaggio sicuro dell'equipaggio e delle merci in questa regione vitale", ha affermato. "Abbiamo avuto discussioni costruttive con un certo numero di paesi nelle ultime 48 ore e discuteremo più avanti questa settimana il modo migliore per integrare questo con le recenti proposte statunitensi in questo settore", ha aggiunto Hunt .
L'Iran, da parte sua, afferma che sta rispondendo giustamente al sequestro di Grace 1 dei primi di luglio nel Regno Unito, che trasportava 2 milioni di barili di petrolio iraniano in Siria.
Un diplomatico occidentale senza nome ha detto a Reuters la scorsa settimana : "Gli americani vogliono creare un'alleanza di volontà che si confronta con attacchi futuri", ma al momento ha affermato: "Nessuno vuole essere su quel corso di confronto e parte di una spinta americana contro Mi sono imbattuto."
Ma sembra che la mano del Regno Unito sia stata forzata, ora sta stabilendo proprio una tale forza nel golfo. Sebbene la Francia e la Germania rimarranno probabilmente riluttanti ad approvare lo schieramento di forze navali , segnalando invece un puro ruolo di osservazione e "monitoraggio", qualsiasi ulteriore sequestro di petroliere da parte dell'Iran potrebbe facilmente cambiarlo.
La Royal Navy attualmente ha un paio di navi da guerra che scortano petroliere fuori dalla regione, con ulteriori nuovi rapporti non confermati che ha dispiegato un sottomarino di attacco a propulsione nucleare nella regione per rafforzare la sua forza. Fonte: qui