9 dicembre forconi: JP Morgan: il QE potrebbe avere conseguenze devastanti dopotutto

lunedì 27 agosto 2018

JP Morgan: il QE potrebbe avere conseguenze devastanti dopotutto


Circa 9 anni dopo che vari blog (tra cui anche quello che state leggendo, ndT) hanno messo in guardia di come le conseguenze negative a lungo termine del QE avrebbero superato ampiamente quelle positive (che si sono perlopiù limitate ad arricchire i ricchi e creare l'illusione di una stabilità economica costruita sulle fondamenta marce di migliaia di miliardi di dollari sfornati dalla banca centrale), nientemeno che JPMorgan ammette oggi che il QE potrebbe avere conseguenze finanziarie, economiche e politiche devastanti.

Cos'ha spinto questo emozionante momento di introspezione monetaria?

Secondo Nick Panigirtzoglou di JPM, è stato il rapporto della scorsa settimana della BoJ, in cui ha espresso preoccupazione per gli effetti collaterali negativi delle sue politiche di QE (soprattutto mantenendo il rendimento del decennale giapponese fissato attorno allo 0%) e per il forte, seppur breve, innalzamento dei rendimenti obbligazionari mondiali che hanno dimostrato ancora una volta quanto siano pesanti le politiche di monetizzazione della banca centrale nel determinare la fascia sinistra della curva dei rendimenti.

E, come il mercato ha dimostrato, un cambio di politica aggressivo e una successiva riduzione dell'assorbimento di obbligazioni da parte della BoJ avrebbero intensificato il quantitative tightening già in atto da parte della FED e della BCE, e secondo JPM rappresenta "un significativo rischio di coda che ha generato un intenso dibattito tra i nostri clienti".

Quindi, quali sono questi possibili effetti collaterali "devastanti" insiti nelle politiche monetarie non ortodosse?

Ecco un elenco delle principali conseguenze negative derivanti dal QE secondo JPMorgan:

1. Bolle negli asset ed un collasso delle spese in conto capitale: anche se il QE ha probabilmente esercitato pressioni al ribasso sui rendimenti obbligazionari, il significativo aumento dei bilanci delle banche centrali hanno reso potenzialmente più difficile l'uscita e hanno sollevato rischi di un aumento delle percezioni riguardo la monetizzazione del debito. Potenzialmente crea bolle speculative riducendo i rendimenti degli asset rispetto alle norme storiche, ed un eventuale ritorno alla normalità potrebbe essere accompagnato da forti cali dei prezzi. Le percezioni sulle bolle degli asset possono quindi anche aumentare l'incertezza a lungo termine. A sua volta, una maggiore incertezza potrebbe impedire agli agenti economici, come le imprese, di spendere: esattamente il crollo delle spese in conto capitale osservato negli ultimi dieci anni, quando le imprese hanno utilizzato il debito a buon mercato per acquistare le proprie azioni, facendo arricchire i team di gestione.

2. Aziende zombi e bassa produttività. I bassi spread creditizi ed i bassi rendimenti delle obbligazioni societarie sono una conseguenza prevista del QE, ma non senza distorsioni. Permettendo alle aziende improduttive ed inefficienti di sopravvivere, aiutate dai bassi costi di servire il debito, il QE potrebbe potenzialmente ostacolare la distruzione creativa che ha luogo durante un normale ciclo economico. In linea di principio, il QE potrebbe quindi rendere le economie meno efficienti o produttive nel tempo. Il dibattito sulle cosiddette società "zombi" è stato particolarmente intenso in Giappone, considerato il basso tasso di rotazione nel mondo delle aziende. Secondo l'OCSE, il tasso di avvio e di chiusura delle imprese in Giappone è di circa il 5%, circa un terzo di quello nelle altre economie avanzate, ed i vari commentatori incolpano le politiche ultra-accomodanti della BoJ per questo problema.

3. I rendimenti bassi distruggono i risparmiatori, rendendo i ricchi più ricchi. Uno degli impatti più evidenti del QE è stato il calo dei tassi di sconto, cosa che a sua volta ha creato un effetto ricchezza attraverso il sostegno dei prezzi degli asset. Tuttavia questo effetto ricchezza non è equamente distribuito ed i bassi tassi di sconto significano che i risparmiatori soffrono di un'erosione del reddito.

4. Inasprimento delle guerre tra valute. Il QE potrebbe inasprire le cosiddette "guerre tra valute". Il valore dello yen giapponese è crollato dopo l'inizio dell'Abenomics nel novembre 2012 ed è rimasto ai minimi storici da allora, aiutato dalla politica monetaria ultra accomodante della BoJ. Questo è mostrato nel grafico qui sotto. I principali concorrenti del Giappone tra i Paesi sviluppati ed in via di sviluppo hanno avvertito la pressione di questo deprezzamento, sebbene non sia chiaro se il deprezzamento significhi necessariamente che lo yen sia sottovalutato.




5. La NIRP ferisce l'economia e soffoca l'offerta di credito. Oltre una certa soglia, i tassi d'interesse negativi possono avere conseguenze non intenzionali quali una minore redditività bancaria, tassi di prestito bancario più alti, una ridotta creazione di credito per l'economia reale, un indebolimento del funzionamento dei mercati monetari ed una riduzione della liquidità nei mercati obbligazionari. E ci sono buone ragioni per ritenere che la soglia al di sotto della quale i tassi negativi hanno conseguenze indesiderate, sia più alta in Giappone che in Europa, non ultimo a causa dei margini d'interesse più bassi con cui operano le banche giapponesi... I tassi fortemente negativi hanno preso il loro pedaggio sul reddito da interessi delle banche danesi e svizzere. I proventi da interessi netti in % degli asset sono diminuiti nel 2015 per le banche danesi e svizzere in seguito all'introduzione di tassi molto negativi in ​​questi Paesi nel gennaio 2015.




6. Distorce i mercati repo a causa di carenze di garanzie collaterali. Non sono solo le banche commerciali a subire danni a causa del QE. La riduzione della liquidità nei mercati monetari e in quelli dei pronti contro termine, è un altro effetto collaterale. Le carenze di garanzie hanno ostacolato i mercati dei pronti contro termine degli Stati Uniti. La BoJ e la BCE hanno inflitto danni simili ai mercati dei pronti contro termine europei e giapponesi, poiché la garanzia delle obbligazioni sovrane è stata ritirata col QE ad un ritmo ancora più forte. Si potrebbe argomentare che il danno al volume degli affari e alla liquidità potrebbe essere stato ancora maggiore con il QE della BoJ e della BCE rispetto al QE della FED, perché la BoJ e la BCE sono andate oltre la FED abbassando il loro tasso di riferimento in territorio negativo. I rendimenti negativi possono ostacolare i volumi di negoziazione e la liquidità, in quanto gli operatori nel mercato monetario sono meno disposti a negoziare a tassi negativi.

7. Fondi pensione paralizzati a causa di un aumento dei deficit. I rendimenti obbligazionari più bassi aumentano i deficit dei fondi pensione e delle compagnie assicurative, facendo pressione affinché i passivi siano coperti da attivi adeguati. Questa pressione per allontanarsi dagli asset a reddito fisso verso titoli azionari ed altri asset ad alto rischio, è più forte in Paesi come il Giappone, dove le pressioni demografiche sono più intense. Ad esempio, la proporzione della popolazione di età pari o superiore ai 65 anni in percentuale alla popolazione tra i 15-64 anni, è aumentata costantemente, con il Giappone che invecchia più rapidamente degli Stati Uniti o dell'Europa. Generalmente l'invecchiamento della popolazione significa che le allocazioni tendono a spostarsi verso strumenti relativamente più sicuri, poiché la capacità di resistere a maggiori prelievi di capitale diminuisce con l'invecchiamento delle persone.




Ciò che sorprende in Giappone è che, contrariamente ai fondi pensione pubblici che si sono spostati verso le azioni, i fondi pensione privati ​​giapponesi hanno fatto il contrario spostandosi ancora di più verso le obbligazioni.




8. Il QE forza i consumatori a risparmiare ancora di più. Il rendimento al ribasso sull'indice obbligazionario Bloomberg Global Agg Yen si attesta attualmente vicino allo 0.15%, circa un sesto della sua media nell'espansione precedente alla crisi finanziaria. Oltre all'effetto di ridurre l'indebitamento dopo la crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano dell'area Euro, il QE ha svolto un ruolo nel ridurre i rendimenti a lungo termine. In particolare i programmi di QE della BoJ e della BCE, i quali hanno visto diventare negativa l'emissione netta di titoli di stato al di fuori del bilancio del settore pubblico.




Questi rendimenti bassi, a loro volta, deprimono il reddito che gli investitori ricevono dalle obbligazioni, inducendoli a risparmiare ancora di più, facendosi beffe dell'assioma ampiamente accettato dagli economisti dietro al QE.

9. L'ascesa del populismo e gli attriti politici. Un rischio di coda a lungo termine creato dal QE è il potenziale di attriti politici, i quali potrebbero aggravarsi in futuro soprattutto una volta che il QE diventa un carry trade negativo per le banche centrali; vale a dire, quando gli interessi sulle riserve in eccesso iniziano a salire al di sopra del rendimento che ricevono sui loro possedimenti di obbligazioni.

La morale della favola secondo JPMorgan:

Queste questioni politiche potrebbero diventare un grosso problema in Giappone se nel futuro l'Abenomics, incluse le politiche ultra-accomodanti della BoJ, verranno percepite come un esperimento fallito che ha portato benefici limitati all'economia e alla società giapponesi.


Ora se traslate cosa ha detto JPM riguardo al fallimento del QE in Giappone al pezzo "An Orgy of Blood" di Clarmond Wealth nel Regno Unito, noterete che ogni giorno che passa le sue conclusioni incarnano sempre di più la realtà:

Quando gli storici guardano indietro e poi vedono i bilanci delle banche centrali, giustamente concluderebbero che ci sia stata una guerra mondiale visto che ogni bilancio si sta avvicinando o superando i livelli del 1945. Tuttavia la preoccupante verità è che non ci sono nemici esterni da sconfiggere; i banchieri centrali stanno solo mantenendo la traiettoria di crescita che chiediamo.

L'era degli slogan.

L'attuale contratto sociale è impantanato nelle sabbie mobili della finanza globale. È tenuto in vita dai giganteschi bilanci delle banche centrali, che coprono i loro governi in modo che i politici non debbano fare scelte spiacevoli di fronte ai loro elettori. Questo comportamento codardo dà origine a slogan di ogni genere, i quali forniscono liste di rimedi ma tutti falsi. Take bank control”…”America First”…”One Belt, One Road”…”Ein Volk, ein Reich, ein Fuhrer”…”One Man - One Kill”. Le banche centrali stanno attualmente fornendo il credito in eccesso che, in passato, è stato seguito da un'orgia di sangue.




[*] traduzione di Francesco Simoncellifrancescosimoncelli.blogspot.com

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