CHI COMPRERÀ UNA PANDA DOVRÀ PAGARE IN PIÙ MENTRE CHI ACQUISTA UNA TESLA DA 120MILA EURO AVRÀ UNO SCONTO DI 6MILA EURO
Diodato Pirone per “il Messaggero”
L’effetto è quello delle più famigerate imposte dell' 800, come la tassa sul sale o sul macinato: colpire gli acquisti dei più poveri per favorire i consumi dei più ricchi. Se davvero la tassa sull' anidride carbonica emessa dalle auto nuove, inserita all' improvviso ieri nella Finanziaria, dovesse diventare legge si otterrebbe questo paradossale risultato: chi da gennaio dovesse acquistare una Fiat Panda da 8/9.000 euro andrà a pagare 150 euro in più mentre chi dovesse comprare una lussuosa Tesla elettrica da 120.000 euro di listino otterrà uno sconto di 6.000 euro.
Se si considera che da gennaio a novembre di quest' anno sono state vendute in Italia 113.724 Fiat Panda - di gran lunga il modello preferito dagli italiani - e solo 47 Tesla si comprende il gigantesco effetto Robin Hood al contrario di questa norma che ieri ha lasciato di stucco l' intero mondo dell' automotive italiano, dalla Fiat all' ultimo concessionario passando per i sindacati metalmeccanici dei circa 300.000 addetti alla filiera.
La tassa è fatta in modo tale da colpire in modo progressivo, da un minimo di 150 ad un massimo di 3.000 euro, le auto nuove - anche quelle euro6 - sulla base della quantità di CO2 (anidride carbonica) che producono. Accade così che quasi tutte le Panda costeranno 150 euro in più. Così come per la maggior parte di modelli popolarissimi come la stragrande maggioranza delle Lancia Y (44 mila immatricolazioni nei primi 11 mesi del 2018), delle Clio Renault (47 mila), delle Ford Fiesta (38.000). Si sale a quota 300 euro e con alcuni motorizzazioni, anche di più per la Giulietta dell' Alfa Romeo (16.500 esemplari venduti) e fra i 1.000 e i 2.000 euro per l' Alfa Romeo Stelvio (12.000 immatricolazioni).
La tassa ha anche altri effetti paradossali: mentre alcune città chiudono il traffico anche ai modelli diesel di ultima generazione gli incentivi scattano per alcuni modelli con motori diesel a basso tasso di emissione di C02 come la Fiat Punto 1.3 Mjt, la DS3 BlueHDI 100, le Dacia Logan MCV 1.5 Blue dCi 75 e 90 Cv, tutti e quattro nel limite dei 90 g/km.
In ogni caso a dividersi i 300 milioni di incentivi (che una volta finiti nei primi mesi dell' anno non saranno più erogati nei successivi) saranno pochissimi modelli elettrici o ibridi, Già perché di auto elettriche si fa un gran parlare da anni ma a causa del loro costo decisamente elevato e della necessità di rinnovare le (carissime) batterie dopo pochi anni di esercizio la realtà è che l' auto elettrica o ibrida è riservata ai tassisti e a una fascia di clientela che può permettersi di spendere dai 25/30.000 euro in su.
Qualche cifra? Quest' anno, sempre da gennaio a novembre, le auto completamente elettriche vendute in Italia sono state appena 4.165 su quasi 1,8 milioni (1.785.722 per l' esattezza). E le ibride, ovvero quelle che affiancano al motore tradizionale o endotermico un propulsore elettrico sono state appena 72.914. Stiamo parlando di una nicchia pressocché irrilevante pari a meno del 4% di tutte le vendite. Vendite che comunque sono quasi tutte di auto assemblate all' estero. Da notare che non è prevista alcuna rottamazione. Non solo. Questo bonus/malus sulle auto nuove sembra fatto apposta per favorire con soldi italiani lo sviluppo dell' automotive estero. E mai a misura d' uomo una tassa era stata annunciata 25 giorni prima della sua applicazione.
Fonte: qui
Ecotassa auto 2019: dalla Panda alla Golf, così aumentano i prezzi con le nuove tasse
Fiat Panda: più 400 euro
Come si sa ormai, la Commissione Bilancio della Camera, nella discussione nel DDL Bilancio 2019, ha approvato un emendamento che prevede l’introduzione di un sistema di «bonus-malus» sulle immatricolazioni di auto nuove, in funzione delle emissioni di CO2, valido fino al 2021. Si prevede di applicare, già a partire dal primo gennaio sulle auto nuove un’imposta crescente all’immatricolazione che varia dai 150 ai 3.000 euro e parallelamente, nello stesso triennio, di introdurre un incentivo all’acquisto di veicoli ibridi e elettrici che emettono da 0 a 90 CO2 g/km, variabile da 1.500 a 6.000 euro. Costruttori e rivenditori incrociano le dita. Se venisse approvato quanto previsto dal governo –sostengono -, il mercato dell’auto rischierebbe una nuova frenata. I prezzi delle vetture inevitabilmente aumenterebbero. Ecco una serie di esempi che dimostrano quanto aumenterebbero i prezzi per alcune auto tra le più vendute.
Fiat Panda: il modello TwinAir Turbo S&S 4x4 (130 g/km di Co2) , attualmente in listino a 16.890 euro, aumenterebbe di 400 euro. Il modello Panda 1.2 Pop, in listino a 11.390 euro, aumenterebbe di 300 euro.
Fiat 500 X: più mille euro
La Fiat 500X, prima tra le Suv più vendute e seconda in classifica nella top-ten, vedrebbe favorite le versioni Diesel con motore 1.3 MultiJet, che hanno emissioni particolarmente contenute (111 g/km) e, pertanto, vedranno un modesto aumento di prezzo (da 21.000 a 21.150 euro), con le versioni a benzina con motore di 1.6 litri più penalizzate (emissioni di 154 g/km, imposta di 1.000 euro, prezzo aumentato da 19.250 a 20.250 euro).
Lancia Ypsilon: più 300 euro
Al terzo posto tra le auto più vendute in Italia troviamo un’altra delle compatte del Gruppo, la Lancia Ypsilon. Invariato il prezzo della più ecologica nella gamma della sfiziosa vetturetta, la 70 CV Ecochic Elefantino Blu (97 g/km, 17.350 euro), alimentata a metano, sovrapprezzo di 150 euro per la Ecochic GPL, alimentate a gas liquido (la Gold, 117 g/km, passerebbe quindi da 17.100 a 17.250 euro) e di 300 euro per il modello standard alimentato a benzina (che, con i suoi 128 g/km, passerebbe da 13.600 a 13.900 euro)
Renault Clio: più 400 euro
Ai piedi del podio, ma prima delle straniere, la Renault Clio vedrebbe premiate e senza variazioni nei listini delle versioni a GPL (98 g/km) e le Diesel (108-109 g/km), con aumenti contenuti sul resto della gamma (da 110 a 118 g/km, quindi la tassa risulterebbe contenuta in 150 euro), con l’eccezione dei modelli più prestazionali (220 CV, 135 g/km), che vedrebbero aumentato il prezzo di 400 euro (la Energy RS aumenterebbe da 30.750 a 31.150 euro).
Yaris: più 150 euro
La Yaris 1.5 a benzina, che ha emissioni di 116 g/km, vedrebbe un aumento di 150 euro (da 17.450 a 17.600 euro).
Range Rover Sport: più 2.500 euro
La Range Rover Sport 2.0 Si4 SE con emissioni di CO2 di 211 g/km, aumenterebbe di 2.500 euro, passando da 73.200 euro a 75.700 euro
Suzuki Jimny: più mille euro
La Suzuki Jimny risulterebbe piuttosto penalizzata (154 g/km, +1000 euro, da 22.500 a 23.500 euro).
Toyota Land Cruiser : più 2.000 euro
Toyota Land Cruiser 2.8 Diesel a 3 porte (190 g/km, + 2.000 euro, da 41.300 a 43.300 euro)
Mercedes classe G: più 3.000 euro
Mercedes classe G (263 g/km, + 3.000 euro, da 115.020 a 118.020)
Volkswagen Touran: più 300 euro
Volkswagen Touran 1.5 TSI (130 g/km) pagherebbe 300 euro in più (da 32.550 a 32.850)
Fiat 500 L: più 1000 euro
Fiat 500 L con motore 1.4 a benzina (95 cavalli, 156 g/km) verrebbe a pagare 1.000 euro in più (da 19.050 a 20.050 per la versione Urban)
Opel Zafira: più 1.500 euro
Opel Zafira 1.6 turbo 136 CV (167 g/km) pagherebbe 1.500 euro di tassa (da 27.800 a 29.300 euro per la versione Advance)
Volkswagen Golf GTI : più 500 euro
500 euro in più per la Volkswagen Golf GTI (245 cavalli, 144 g/km, da 36.900 euro a 37.400 euro)
Porsche 911 Carrera Coupé: più 2000 euro
2.000 euro in più per la Porsche 911 Carrera Coupé (190 g/km, da 102.883 a 104.883 euro
Ferrari 488 GTB : più 3000 euro
3.000 euro in più per la Ferrari 488 GTB (260 g/km, da 229.235 a 232.235).
Fonte: qui
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