9 dicembre forconi: BLITZ DEL GENERALE HAFTAR A ROMA: SPONDA USA ALLA LINEA ITALIANA

giovedì 6 dicembre 2018

BLITZ DEL GENERALE HAFTAR A ROMA: SPONDA USA ALLA LINEA ITALIANA


L' UOMO FORTE DI TOBRUK VEDRÀ ROBINSON L' AMBASCIATORE AMERICANO IN TUNISIA  

INTANTO LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE IN CARICA, FAYEZ AL SERRAJ, SI FA OGNI GIORNO PIÙ DEBOLE

Cristiana Mangani per “il Messaggero”
conte haftarCONTE HAFTAR

Il generale Khalifa Haftar è a Roma. Dopo venti giorni dalla Conferenza di Palermo sulla Libia, dove il feldmaresciallo ha avuto un ruolo da protagonista, ieri sera è arrivato nella Capitale per due visite molto riservate.

Oggi incontrerà David Robinson, ambasciatore americano a Tunisi con delega sul dossier libico. E domani(oggi) dovrebbe andare dal premier Giuseppe Conte, con il quale, quasi certamente, discuterà anche della questione migranti. Il suo ritorno in Italia conferma quanto importante sia in questo momento la posizione del nostro paese rispetto alla stabilizzazione della Libia, soprattutto mentre la Francia, altro contendente in territorio africano, deve fare i conti con una situazione interna molto difficile.

CONTE TRUMPCONTE TRUMP
IL CAMBIAMENTO 

La scelta di incontrare l' ambasciatore Robinson a Roma non sembra casuale. Segue a una continua attività che la diplomazia e il governo stanno attuando. Senza considerare che proprio due giorni fa, qualche anticipazione su quello che potrebbe essere il nuovo ruolo di Haftar, è stata data dal Wall street journal. «Sotto un nuovo governo populista, l' Italia ha mostrato una spinta a impegnarsi nei confronti del comandante - è il passaggio di un articolo a lui dedicato - Questo è un cambiamento rispetto agli ultimi anni in cui Roma ha favorito il governo rivale di Tripoli, che riconosce».

Il giornale fa anche riferimento alle dichiarazioni di un esponente dell' amministrazione Trump. «Certamente vedremmo un ruolo per il generale Haftar in qualsiasi futuro della Libia - sono le dichiarazioni della fonte - Haftar potrebbe guidare il paese? «Questo riguarda il popolo libico».
conte haftarCONTE HAFTAR

Senza voler andare così oltre, è comunque certo che qualcosa stia realmente accadendo. La posizione del presidente in carica, Fayez al Serraj, si fa ogni giorno più debole, e il suo ruolo potrebbe non avere più senso. Circa due settimane fa, Sebastiano Cardi, direttore degli Affari politici e di sicurezza per l' Italia, insieme con il capo dell' Ufficio politico militare nel Gabinetto del ministro della Difesa, contrammiraglio Gianfranco Annunziata, hanno co-presieduto la sessione di due giorni che si è svolta a Washington, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle agenzie tra Stati Uniti e Italia. Ed è stato confermato l' impegno a migliorare gli sforzi di sicurezza e stabilizzazione nella regione mediterranea.

Tutto questo mentre ieri è stato ufficialmente comunicato che non ci sarà l' incontro tanto atteso tra Serraj e Haftar, che avrebbe dovuto svolgersi a fine settimana ad Amman, in Giordania.
al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE

Secondo quanto spiegato ad Agenzia Nova da Talal Abdullah al Mayhoub, presidente della commissione per la Difesa e la Sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti libica di Tobruk, il vertice «non è avvenuto, in quanto Haftar, in Giordania già dall' inizio della scorsa settimana per partecipare a una serie di incontri con i militari locali, ha lasciato la capitale del regno hashemita poco prima dell' arrivo di Serraj». La speranza degli osservatori libici era che, dopo le aperture durante il vertice italiano, il re Abdullah II - che da tempo ospita i libici feriti e li cura - potesse fare da mediatore e arrivare a un accordo tra le parti.

conte haftarCONTE HAFTAR
PRESSIONI INTERNAZIONALI 

Il quotidiano qatariota edito a Londra al Arabi al Jadid ha anche dato notizia dell' arrivo ad Amman di Serraj alla testa di una folta delegazione. Sebbene l' attesa fosse per l' incontro con il comandante di Tobruk che, secondo il giornale, era stato organizzato su pressioni internazionali allo scopo di arrivare a un accordo sul ruolo delle istituzioni militari rispetto a quelle civili in Libia.

La base di partenza era la frase attribuita ad Haftar a margine della Conferenza di Palermo: «Non è utile cambiare il cavallo finché non si è attraversato il fiume», avrebbe detto l' uomo forte della Cirenaica al presidente del Consiglio presidenziale. Ora la situazione potrebbe essere cambiata.

5 dicembre 2018

Fonte: qui


HAFTAR, LA CHIAVE PER ENTRARE IN LIBIA 

LA VISITA DEL GENERALE A GIUSEPPE CONTE PERMETTE ALL’ITALIA DI RIENTRARE NELLA PARTITA LIBICA E DISCUTERE DI CIRENAICA, MIGRANTI E PETROLIO 

CON LA FRANCIA ALLE PRESE CON PROBLEMI INTERNI, E LE ELEZIONI ALL’ORIZZONTE, HAFTAR NON PUÒ FARE A MENO DELL’APPOGGIO DI ROMA 

SU TRIPOLI PENDE LA “MINACCIA” DEL RITORNO DEL FIGLIO DI GHEDDAFI, SAIF

Gabriele Carrer per “la Verità”

HAFTAR E GIUSEPPE CONTEHAFTAR E GIUSEPPE CONTE
L'incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il comandante dell' autoproclamato Esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar, ha riavvicinato la Francia alla visione italiana sul dossier che riguarda il Paese del Nord Africa, fondamentale per il controllo delle ondate migratorie sulle coste europee. L'uomo forte della Cirenaica era atterrato in Italia martedì, e nei suoi due giorni a Roma ha incontrato, oltre al premier Conte, anche Daniel Rubinstein, ambasciatore statunitense in Tunisia e uomo di riferimento del presidente Donald Trump per la Libia.

Una nota diffusa di Palazzo Chigi riferisce che al centro dei colloqui ci sono stati i seguiti della conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre e il sostegno al lavoro di Ghassan Salamé, invitato delle Nazioni Unite in Libia, nell'ambito del processo di stabilizzazione del Paese.
al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE

Sull' incontro è intervenuto Mohammed Al Riad, deputato libico di Misurata, intervistato da Agenzia nova. La speranza dei politici libici di Misurata, ha detto, è che il governo italiano convinca Haftar «ad aderire al processo politico» iniziato in Libia con l’accordo di Skhirat del 2015. L'aiuto dell' Italia, «in quanto Paese amico nel trovare una soluzione allo stallo politico è molto importante ed è questo che noi vediamo in questi incontri bilaterali», ha aggiunto.

«Gli sforzi di Roma possono aiutare un riavvicinamento tra Haftar e le altre parti politiche della Tripolitania per unire gli sforzi e andare verso il piano dell' inviato dell' Onu». In poche parole Al Riad ha messo in fila tre temi: il sostegno al piano Onu (appoggiato dall' Italia) che prevede elezioni entro la primavera 2019; la necessità di trovare un' intesa tra Haftar e Fayez Al Serraj, presidente del governo di Tripoli, quello riconosciuto dall' Onu ma in difficoltà negli ultimi mesi vista l'avanzata delle forze della Cirenaica; il riallineamento sull' agenda italiana di Parigi, ben più inserita in quel di Misurata rispetto a Roma.
conte haftarCONTE HAFTAR

I primi segnali di riavvicinamento della Francia all'Italia sul dossier libico erano arrivati durante la conferenza di Palermo. Il ministro degli Esteri di Parigi, Jean-Yves Le Drian, si era allineato alla richiesta di Roma di non premere troppo sul pedale dell'acceleratore del processo di pace nel Paese del Nord Africa dilaniato da due guerre civili dopo il rovesciamento per mano occidentale del regime di Muammar Gheddafi: già allora il numero uno della diplomazia dell' esecutivo di Emmanuel Macron decise di sostenere il governo Conte e il piano dell' inviato Onu Salamé rinunciando al voto entro il 2018 e accettando di posticiparlo a primavera.

conte haftarCONTE HAFTAR
Sul tavolo dell' incontro tra Haftar e Conte anche altri tre temi però: migranti, petrolio e il futuro dell' ambasciatore italiano a Tripoli Giuseppe Perrone, il cui ritorno in Libia oggi è fortemente caldeggiato proprio da Haftar, i cui uomini ad agosto lo definirono un nemico costringendolo al rientro in Italia (poi prolungato dalla Farnesina). Il leader dell' Est della Libia ha in mano due nuove città, Sabrata e Zawiya, a Ovest di Tripoli, che rappresentano importanti porti di partenza per i barconi, e i suoi uomini stanno intensificando le operazioni a Mellita, centro a pochi chilometri dal confine con l' Algeria, dove ha sede l' hub di Eni.

Forte del sostegno degli Usa, Haftar ha garantito collaborazione al nostro Paese, spiegano fonti della diplomazia italiana, ricordando la forte intesa tra l' amministrazione Trump e il governo Conte. Il generale si è dovuto però scontrare con le resistenze del nostro esecutivo, in particolare dei ministeri degli Esteri (guidato da Enzo Moavero Milanesi) e della Difesa (di Elisabetta Trenta), ben poco disposti ad accettare il rientro dell' ambasciatore Perrone e decisi a forzare la mano su un altro diplomatico, Giuseppe Buccino Grimaldi, già ambasciatore in Libia dal 2011 al 2015, ma poco gradito ad Haftar.
haftarHAFTAR

La due giorni romana è servita al leader della Cirenaica per far pesare i suoi risultati sul campo e mostrarsi come l' interlocutore principale dell' Occidente in Libia. Verso le elezioni però si muove anche, seppur con crescenti difficoltà, Al Serraj. Difficoltà, spiegano fonti libiche, legate anche al flop dei colloqui di martedì con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il quale, seppur abbia ufficialmente dato il suo appoggio al governo di Tripoli, ora deve fare i conti con le resistenze della Germania e della Francia.

saif al-islam gheddafiSAIF AL-ISLAM GHEDDAFI
Quest'ultima non soltanto si sta riavvicinando ad Haftar ma vuole soprattutto evitare che le milizie di Al Serraj accedano ai programmi di addestramento Nato. Il primo obiettivo sia di Haftar sia di Al Serraj è il riconoscimento delle Nazioni Unite, che significa palcoscenico internazionale ma soprattutto soldi. E in corsa per il malloppo si è inserito Saif Al Islam Gheddafi, che proprio ieri ha inviato una lettera al presidente russo Vladimir Putin per chiedere il sostegno di Mosca nella crisi libica.

In cambio, il secondogenito dell' ex leader (che non appare in pubblico da quando venne rilasciato di prigione nel giugno 2017 e su cui pende un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale dell' Aia) ha garantito il suo appoggio al piano di pace Onu, a patto che la conferenza nazionale prevista per l' inizio del 2019 porti a una vera riconciliazione nazionale. Cioè che ne sia protagonista anche lui.

Fonte: qui

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