SONO PASQUALE TRIDICO, MARCO BARBIERI E PIERGIOVANNI ALLEVA. I LORO PROFILI...
Chi sono i tre moschettieri del lavoro? Gli autori delle contestate norme in gestazione per il decreto Dignità? Chi sono gli ispiratori del colpo di mano sul Jobs Act che mira a restringere la flessibilità e a rendere sempre più difficili i contratti a termine? Dagospia è in grado di rivelarlo, nonostante il segreto (e la trasparenza?) imposto dal ministro “al primo impiego” Luigi Di Maio. Un terzetto, dicono i maligni, con un programma più a sinistra di Potere Operaio.
Il più famoso è Pasquale Tridico, docente di Economia del Lavoro all’Università di Roma Tre, 43 anni, campano, cv internazionale come quello del premier Conte, che Di Maio aveva presentato prima delle elezioni del 4 marzo come possibile ministro del Lavoro. Lavora sotto traccia, anche per non smentire quanto incautamente aveva dichiarato a Repubblica: “Nella nuova alleanza tra 5 Stelle e Lega, finalizzata alla formazione del nuovo governo non mi trovo per motivi prima ideologici e ora programmatici, ho un'altra sensibilità e avrei preferito un'altra direzione".
Il secondo è Marco Barbieri, 59 anni, di Bari, giuslavorista e avvocato, già assessore al Lavoro nella giunta pugliese guidata da Nichi Vendola. Nel 2009 viene sacrificato nel rimpasto di giunta imposto dalle inchieste sulla sanità avviate dalla Procura di Bari.
Dirigente di Sinistra Italiana-Leu, si mostra molto vicino alle tesi del M5S fino a dichiarare che “LeU è irrilevante in Parlamento, i Cinquestelle hanno dichiarato di volersi alleare o a destra, con la Lega, o a destra col Pd. Vedremo le misure che attueranno se davvero andranno al Governo. Loro promettono in forma vaga ed ondivaga alcune cose che noi caldamente vorremmo. La prima è il ripristino dell’articolo 18, ma dovremo vedere in che modo. La seconda riguarda la proposta di legge sul reddito di cittadinanza. Anche qui può essere che la loro misura si presenti come il bidone del ReD di Michele Emiliano. Magari i Cinque Stelle fanno una cosa seria col reddito di cittadinanza, ma se lo fanno come Emiliano si tratterà di una misura parziale, squilibrata e tutt’altro che universale, che dà troppi vantaggi alle imprese e pochi ai cittadini”.
Il terzo moschettiere è Piergiovanni Alleva, 61 anni, nato ad Ascoli Piceno ma da sempre a Bologna, professore di diritto del Lavoro all’Università delle Marche. Dal 1987 è presidente della Consulta giuridica della Cgil. Responsabile per il Lavoro del nuovo Partito Comunista, ha aderito prima alla lista Tsipras e poi è stato eletto nel Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna per la lista L’Altra E-R. Un terzetto da sfondamento a sinistra che preoccupa non poco le imprese e che ha fatto scattare la reazione non solo di Confindustria ma anche di Confcommercio.
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