Nella sintonia "pragmatica" registrata oggi all'Eliseo tra Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron c'è l'incomodo di Matteo Salvini. Il premier italiano e il presidente francese depongono le asce di guerra (verbale) del caso Aquarius e riportano i rapporti tra Roma e Parigi sui binari tradizionali della collaborazione. Ma è un'armonia precaria, finita già questo pomeriggio sotto la lente di ingrandimento del 'premier ombra' Matteo Salvini, lui che in questa settimana ha dettato le carte dello scontro con mezza Europa ma non con i suoi alleati sovranisti. "Voglio vedere i fatti - dice Salvini in un comizio elettorale nel torinese - sono come San Tommaso...".
E' proprio questo il punto del bilaterale tra Conte e Macron, un incontro che è rimasto in bilico fino a 48 ore fa, cioè fino a quando il presidente francese ha alzato la cornetta del telefono per ricucire con Palazzo Chigi. E' su questo palazzo che Macron continua a fare leva per respingere l'avanzata populista e bloccare il nascente 'asse dei volenterosi' lanciato dal Cancelliere austriaco Sebastian Kurz con Salvini e il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, oltranzista sull'immigrazione tanto da mettere in crisi il governo con Merkel.
"L'Italia - dice Macron - ha un capo di governo, la Francia ha un capo di stato, la Germania ha anche un capo di governo. Se i paesi sono d'accordo nel decidere qualcosa, è lì che succede perché sono responsabili nei confronti delle loro persone e del loro Parlamento". Poi, ironico: "Bisogna avere un approccio conforme, una situazione europea che possa convincere tutti. Se poi il ministro dell'Interno italiano ha contatti privilegiati con alcuni in Europa è una fortuna per noi, per trovare soluzioni e portare più solidarietà. E' una buona notizia per tutti...".
E' un appello a Conte a farsi valere con Salvini, in qualità di presidente del Consiglio in carica. Macron cerca insomma di ripristinare un asse con Roma e Berlino, dove il premier italiano si recherà lunedì, primo vertice con Angela Merkel. Già, ma Conte può solo tentare di contenere Salvini, non più di tanto. In gioco ci sono gli equilibri del governo gialloverde.
Ma soprattutto ci sono giochi internazionali che stanno cercando di rovesciare i tradizionali rapporti di forza tra gli Stati europei e anche tra Stati Uniti ed Europa. Di mezzo c'è anche Donald Trump, insomma, oltre che Vladimir Putin, ma questa è un'altra storia. Quella di oggi è che, proprio mentre era in corso il vertice della rappacificazione all'Eliseo, il presidente americano è tornato a elogiare Conte: "Fantastico! Sembra che essere duri sull'immigrazione ora paghi". Non è un caso.
Di fianco a Macron in conferenza stampa, Conte si sbilancia a chiamarlo "l'amico Emmanuel". Prova a tenere le distanze con Salvini: non usa il gergo leghista soprattutto in tema di immigrazione. Non parla di "pacchia" bensì di "diritti" e "solidarietà" e chiede che sia "l'intero arco del Mediterraneo" a farsene carico, non solo "l'asse dei volenterosi" di Salvini con Kurz e Seehofer.
Lunedì Conte andrà a Berlino da Merkel. Ma troverà una Cancelliera debole, con un governo già rosicchiato dal tarlo sovranista che chiude le frontiere ma pensa internazionale (sembra un ossimoro ma sta succedendo). A Parigi intanto il premier annuncia la preparazione di "una proposta italiana di riforma del regolamento di Dublino, da condividere con la Francia e la Germania e concretizzare durante il semestre di presidenza austriaca", quindi a partire da luglio, dopo il consiglio europeo di fine mese. Ma potrebbero restare parole senza seguito, soprattutto nella parte della redistribuzione in Europa dei migranti che arrivano in Italia. I primi a dire no sono gli alleati di Salvini: l'Austria, i paesi di Visegrad.
"E' chiaro che il funzionamento di Dublino al momento non è operativo perché l'Italia si trova in una situazione di Paese di primo ingresso nello spazio Schengen - sono le parole di Conte - Non è più sostenibile questo per un Paese, qualunque esso sia, e lì dobbiamo trovare nuove regole che consentano maggiore solidarietà. Io non sono chiuso a nessuna innovazione, ho un approccio pragmatico".
L'altra parte della proposta di riforma del regolamento di Dublino è quella destinata ad avere più successo, condivisa in toto anche da Macron, che anche oggi sull'accoglienza non si sbilancia (come sempre: "Solo chi ha diritto all'asilo, non gli 'economici'"). Ed è la parte che prevede centri di smistamento delle richieste di asilo nei paesi di provenienza dei profughi, 'hotspot' gestiti da tutta l'Ue. "Bisogna rafforzare a livello europeo i rapporti con i Paesi di origine e transito dei migranti per prevenire i viaggi della morte", dice Conte, servono "centri di protezione europei nei paesi di origine e di transito per accelerare identificazione e richieste di asilo".
Su questo Parigi c'è. Sul resto, meno. Anzi sul caso Aquarius Macron non le manda a dire: "Quando una nave arriva nelle vostre acque ve ne dovete prendere carico. La Francia rispetterà sempre il diritto internazionale. La difficoltà dell'Italia non può risolversi bypassando il diritto internazionale ma con un approccio cooperativo Ue". Conte invece si limita a parlare di "sintonia con tutti i ministri...".
Salvini per oggi fa 'San Tommaso'. Da Orbassano commenta il vertice francese: "Poi ci fanno lezioni i francesi che al confine con Ventimiglia e il Piemonte respingono donne e bambini. Lezioni dal governo francese non ne prendo". Su Conte: "Se in questi momenti c'è un premier italiano senza il cappello in mano è perché noi abbiamo detto che andremo in Europa senza calare le brache". Ma la sua agenda è diversa da quella di Conte, di un sovranismo che il premier per ora fa fatica a contenere, ammesso che lo voglia fare.
Fonte: qui
Migranti, Conte: «È arrivato il momento di voltare pagina» (Corriere TV)
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