Con 426 voti a favore contro 152 contrari, il parlamento UE ha creato un nuovo programma europeo, dal titolo “Diritti e valori”, il cui scopo è “la protezione dei diritti democratici”. Il programma sarà finanziato con 1,8 miliardi di euro, ciò che triplica lo stanziamento di 642 milioni inizialmente previsto dalla Commissione. Ciò è avvenuto durante la sessione plenaria a Strasburgo nel 17 gennaio, ma lo si sa solo adesso – da un giornale ungherese, che era andato a spulciare le carte dei processi verbali. Nessun altro media ha ripreso la notizia. Del resto il mega-stanziamento comincerà dal 2020.
Si tratta di una grande vittoria di Georges Soros, della sua opera di lobby, diretta e indiretta attraverso i suoi lobbisti, e dei suoi “alleati fidati” nel Parlamento: è praticamente il programma della sua Opens Society, che adesso viene finanziato e coperto dai contribuenti UE. I fondi andranno di fatto alle ONG che promuovono “la democrazia” all’europea, e i “valori” come l’immigrazione e il meticciato (esaltato da Bergoglio come valore).
Dalle carte spulciate, risulta che Soros, oltre a mantenere lobbysti permanenti presso la UE, si è recato oltre venti volte di persona a colloquio con i capi della Commissione, da quando presidente di detta Commissione è stato scelto (dalla Merkel) Juncker.
Lui, il miliardario, ha incontrato regolarmente Juncker e Frans Timmermans , il vice-presidente della Kommissija, dando loro consigli sulla direzione della UE, in tema di migrazioni e dell’atteggiamento da tenere verso l’Ungheria. Ovviamente mai Orban, né alcun altro governante, ha mai avuto un simile accesso aperto con i principali commissari.
Il giornale magiaro ha scoperto che altri 12 lobbisti accreditati, riconducibili a Soros, hanno incontrato 52 volte l’anno (a partire dal 2014) rappresentanti della Commissione europea, quindi quasi una volta la settimana.
Il giornale Magyar Idöka ha trovato una lista delle riunioni tenuta, oltre che coi commissari, anche coi direttori generali. Per il personale di rango inferiore, la Commissione non è tenuta a rendere pubblici gli incontri che hanno con lobbisti.
“All’inizio dell’ondata migratoria” innescata da Angela Merkel, i lobbisti di Soros “hanno innestato il turbo, e decine di loro andavano all’europarlamento praticamente ogni giorno. Nel 2017, il team dei lobbisti è stato rimpolpato di altri due elementi, per il superlavoro. Hanno incontrato i dirigenti della Commissione cinquanta volte. Le spese di lobby dichiarate (come d’obbligo) sono state quell’anno 2.499.999 : un ottimo investimento – a cui del resto il grande speculatore ci ha abituato – se ha reso 1,8 miliardi di fondi pubbliche per le sue ONG pseudo-umanitarie.
Del resto la decisione dell’europarlamento non è strana, se si ricorda (come ha scoperto e denunciato Nigel Farage nell’agosto 2018) che è trapelata una base di dati interna alla Fondazione Open Society, una lista di eurodeputati definiti “alleati affidabili” per i fini di Soros: 226 su 751
(qui potete rivedere la lista:
Così diventa più piegabile la solerzia on cui la Commissione aprì, nel luglio 2017, la procedura d’infrazione contro l’Ungheria perché aveva emanato una legge che richiedeva obblighi aggiuntivi e stringenti a ONG “beneficianti di capitali stranieri” – norma che prendeva di mira le organizzazioni di Soros per la “società aperta”. “Siamo arrivati alla conclusione che questa legge non è conforme al diritto della UE”, perché attentatrice della libertà di associazione, della libera circolazione dei capitali e della protezione della vita privata”, spiegò il vice-presidente della Commissione, che risponde al nome di Frans Timmermans, l’amicone la cui porta era, per il miliardario, sempre aperta. Ora che tra i commissari c’è Gentiloni, siamo sicuri che la porta sarà spalancata.
La forma di governo che la UE ha creato, e che chiama “democrazia”, è dunque l’oligarchia dettata da Soros: dove lui ha più voce in capitolo di ogni governante di paese membro “inferiore”, e che viene gestita secondo “i valori e gli ideali” della “società aperta” tipici di Soros, che come sappiamo si picca di filosofo. Come vediamo, solo i governi che aderiscono ai valori della “Open Society”, a cominciare da immigrazione e meticciato, sono trattati come aventi piena legittimità; gli altri sono mal sopportati e sabotati, trattati con misure più severe e opprimenti rispetto ai “buoni” che aderiscono ai “valori e ideali”, e anche derisi.
Frans Timmermans non ha esitato di bollare da “idioti” i ministri britannici che trattavano il Brexit.. Oggi Verhofstad ha rincarato: “Non voglio sentire mai più Boris Johnson o qualsiasi altro Brexiteer dire di nuovo che l’Unione europea non è democratica”, ha twittato.
Al che Evans Pritchard del Telegraph ha risposto elencando, “senza pretesa di essere completo”, gli esempi di democrazia UE nell’ultimo decennio. “Il rovesciamento di leader eletti e l’installazione di juntas in Grecia (2010) e in Italia (2011, il golpe Monti), il cesarismo monetario della Banca centrale europea (Italia e Spagna 2011, Grecia 2015 ), … in Francia i i gilet jaunes si sono scontrati violentemente con la polizia ogni sabato per 45 settimane consecutive, e Emmanuel Macron ha dovuto arruolare l’esercito con l’autorizzazione a sparare per contenere le rivolte. Lo scorso fine settimana sono stati arrestati altri 137 manifestanti. Una forza di sicurezza di 7.500 e le brigate di repressione non sono riuscite a impedire ai gilet jaunes e agli infiltrati black bloc di distruggere Parigi di nuovo.
“Due anni fa in Spagna la Guardia Civil fu mobilitata per cercare di prevenire il referendum catalano e schiacciare la secessione. Degli elettori bastonati picchiati mentre cercavano di entrare nelle cabine elettorali. La Generalitat catalana fu arrestata in massa (alcuni fuggirono in esilio). I leader chiave di questo movimento non violento sono in prigione da allora, tra cui il vicepresidente catalano Oriol Junqueras e l’attivista della società civile Jordi Cuixart. Stanno aspettando il processo e rischiano 14 anni di carcere. Un rapporto degli Stati Uniti quest’anno ha definito la loro detenzione “arbitraria” e ne ha chiesto il rilascio. C’è stato un sussurro di protesta da parte dell’UE?”.
No, perché l’Europa è la pace. L’Europa è la sola democrazia, e le altre idee di democrazia sono proibite. L’Europa è la società aperta secondo Soros. Dove l’intellettuale Alain Soral viene sbattuto in galera per due anni per delitto d’opinione,
e in Italia la dottoressa De Mari è condannata per “razzismo” e secondo la legge Mancino per aver espresso critiche al movimento LGBT: “La libertà di espressione ha i suoi limiti quando, ad esempio, inneggia al nazismo”, obietta il gruppo gay che ha raccolto le firme per far radiare dall’Ordine dei Medici la dottoressa De Mari. Il loro gioco è evidente: noi sodomiti siamo le nuove Vittime dell’Olocausto, chiunque ci critica infrange i divieti legali adottati per la santificazione del Nuovo Agnello, la Vittima Innocente, del popolo ebraico. Come in Europa si va in galera se si mette in dubbio il numero sacro dei Sei Milioni, o “si inneggia al nazismo” , si vuole poter mettere in carcere come razzista chi prova a sostenere che l’omosessualità è un disturbo, da cui si può guarire. Sostenuti in questa repressione odiosa delle idee dalla magistratura, e dai media.
Così stiamo piombando nelll’oscurità della liberà per alcuni – che possono esprimere odio ed incitare alla strage
E alla galera per chi ricorda che la sodomia è un disordine e un peccato. Dove diventa sempre meno tollerato chi non crede a Greta e non condivide l’allarme climatico, che ha raggiunto parossismi deliranti:
(Grazie Messora!) ….
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