E l'investimento in titoli di Stato è calato del 57% dai massimi del 2013. Gli analisti confermano il loro giudizio buy sull'azione dopo i conti, che hanno dimostrato un taglio dei costi notevole. Inoltre il mix fra cedola e potenziale di rialzo del titolo rende la banca un bel caso di investimento.
Per Exane Bnp, Intesa è un "diamante", per Kepler "una macchina da utili"
Secondo Bank of America Merrill Lynch, Intesa Sanpaolo ha venduto, nel trimestre compreso fra marzo e giugno, il 4,9% dei titoli di Stato in portafoglio, portando gli investimenti in Btp da 29,9 a 28,4 miliardi di euro. L'operazione è avvenuta anche per conto della clientela, scrive Bofa, che spiega come "nel momento in cui lo spread è salito, il gruppo bancario italiano è stato in grado di passare sempre più verso il mercato americano e allungando poi le scadenze. Le obbligazioni in mano alla clientela sono state progressivamente sostituite dalla liquidità in conto corrente oppure spostate sull'asset management".
Quanto ai titoli di Stato italiani in portafoglio alla banca, sono scesi dal picco di 65 miliardi di euro registrati nel secondo trimestre del 2013 ai 28 miliardi di fine giugno, un calo del 57%. L'operazione di de-risking, fra l'altro attivamente incentivata nelle linee guida di Francoforte sul settore finanziario dell'Eurozona, ha portato alla cessione del 17,9% dei titoli di Stato nel corso dell'ultimo anno. Un'operazione positiva per i conti di Intesa , che ha risentito dello spread a +100 punti medi dallo scorso maggio solo, si fa per dire, dello 0,39% contro uno 0,82% di Mps o di uno 0,61% per Ubi Banca , secondo i calcoli di Goldman Sachs.
La vendita dei Btp non riguarda solo Intesa , ma anche il settore assicurativo, che risente a pari merito del rialzo dei rendimenti. Cattolica, per esempio, che ha pubblicato i conti oggi, ha visto l'indice Solvency II scendere di 39 punti base dal 199% al 160% nel secondo trimestre rispetto al primo a causa dello spread. E in merito gli analisti di Banca Akros hanno ricordato che nei piani della gruppo veronese c'è l'obiettivo di ridurre il peso dei bond al 50% entro il 2020 dall'attuale 59%.
Su Intesa Sanpaolo BofA ha espresso un giudizio buy e un target price a 3,3 euro, scrivendo che nella trimestrale appena pubblicata "il margine di interesse netto è in linea con le nostre stime, le commissioni migliori, i costi decisamente più contenuti. Consideriamo la reazione negativa del mercato come ingiustificata". Gli analisti confermano la loro posizione positiva sul titolo "e allo stesso modo non vediamo alcun motivo per cambiare la nostra opinione che rimane rialzista".
BofA spiega poi che per la prima volta il rapporto lordo di Npe, che prima della crisi (2009) era al 9,3%, è sceso sotto la soglia del 10%, ben lontano dal picco del 17,1%. Includendo le plusvalenze da 400 milioni di euro grazie all'operazione Intrum, la banca guidata da Carlo Messina ha già ottenuto 2,6 miliardi di euro di utili che equivalgono al 68% di quelli realizzati nel 2017 (ad eccezione del contributo statale straordinario sulle due banche venete). La banca d'affari aggiunge che i rendimenti da dividendi di Intesa Sanpaolo sono in cima alle classifiche delle banche dell'Unione Europea e, se sommati al recupero dell'economia in Italia, rendono il tiolo un "caso di investimento interessante".
Su Intesa Sanpaolo , Exane Pnp Baribas ha scritto che "i diamanti sono per sempre" (target price a 2,9 euro), mentre Kepler Cheuvreux ha confermato il rating buy e il target price di 3,10 euro definendo la banca "una macchina da guerra nonostante i venti contrari". Il titolo Intesa Sanpaolo sale dello 0,46% a 2,42 euro in borsa.
Fonte: M.F.
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