AMMAZZATA DA UN AMICO A COLPI DI PICCOZZA. L’UOMO, UN AUTOTRASPORTATORE DI 42 ANNI, HA VAGATO TUTTA LA NOTTE VERSO LA SUA CASA DI TERRACINA, POI HA CONFESSATO
I VICINI: “ERA UNA DONNA SELVAGGIA. NEL SUO APPARTAMENTO C’ERA SEMPRE…”
Giovanni Del Giaccio e Raffaella Troili per ''Il Messaggero''
Voleva ancora soldi per comprare altra cocaina ma lei si è opposta. Così al culmine di una lite Emanuele Riggione, 42 anni ha afferrato una piccola piccozza e un coltello e colpito più volte Elena Panetta, la donna di 57 anni che lo ospitava da 8 mesi. Era mezzanotte. La vicina ha sentito dei rumori forti, il cane, un pinscher, abbaiare ma più di tanto non ci ha fatto caso, a casa di Elena c' era sempre una festa fino a notte fonda raccontano allo Statuario. Poi il silenzio.
Riggione, ha lasciato la chiave nella toppa di casa è uscito nel cortile, ed è salito sulla Panda della donna. Ha vagato tutta la notte, diretto verso Terracina, la sua terra d' origine. Aveva ancora le macchie di sangue su un piede quando si è presentato al comando provinciale dei carabinieri di Latina. Ha suonato, è entrato come se dovesse fare una qualsiasi denuncia, si è avvicinato al piantone della caserma e ha detto: «Ho fatto una cosa gravissima».
Erano circa le 9,30: Emanuele Riggione, 42 anni compiuti una settimana fa, confessava poco dopo, in lacrime, di aver ucciso Elena, nel suo appartamento, in via Corigliano Calabro.
«Un' amica», così l' ha descritta al sostituto procuratore Valerio De Luca che lo ha arrestato con l' accusa di omicidio aggravato. «Eravamo entrambi sotto l' effetto della cocaina, le ho chiesto i soldi per andarne a comprare altra ma lei si è rifiutata, abbiamo iniziato a litigare e a quel punto mi è scattato un raptus».
Originario di Terracina, dove ha vissuto fino a qualche anno fa e dove sono i familiari, l' autotrasportatore ha due figli, è in fase di separazione dalla moglie e disoccupato da qualche mese.
Ai carabinieri ha raccontato che dopo il delitto e dopo aver girovagato per Roma aveva deciso di tornare «nella sua terra» per farla finita. Alle 6,30 si è fermato al confine tra Terracina e Latina ma poi non ha avuto il coraggio e ha deciso di presentarsi in caserma.
I militari hanno avvisato i colleghi romani e nel giro di poco hanno avuto la conferma: i carabinieri della compagnia Casilina sono entrati nella casa al pian terreno con l' aiuto dei vigili del fuoco e scoperto il corpo della donna a terra nel soggiorno, aveva ferite alla testa e sul corpo.
C' era anche l' arma del delitto. Riggione è stato arrestato con l' accusa di omicidio aggravato. Elena, separata da anni, viveva nella casa del padre da sempre, allo Statuario. Lascia due figli, la ragazza si era laureata da poco, a Firenze. La donna lavorava come assistente scolastica in un istituto professionale di Tor Carbone. Aveva un cagnolino, Eva, molto conosciuto nel quartiere perché «abbaiava sempre quando era solo nel cortile di casa». «In casa sua c' era sempre una gran confusione fino a notte», raccontavano nella zona.
I VICINI
Elena era una donna «libera, esuberante, selvaggia, eccessiva», certo «c' era un viavai poco raccomandabile» dice qualcuno; «una brava donna, poi ognuno fa quel che vuole», replicano altri.
Qui allo Statuario tutti si conoscono, «nella palazzina davanti abita il fidanzato della povera Pamela Mastropietro». Elena arrotondava affittando una stanza, il suo appartamento era molto grande.
Quanto a Riggione, aveva fatto anche tratte estere, si era sottoposto a un programma di disintossicazione in una comunità ma senza esito. Aveva piccoli precedenti per ricettazione, furto e droga.
Proprio per quest' ultima è scoppiata la lite con Elena, che su Facebook, più volte aveva pubblicato foto che la ritraevano con il volto circondato dalla scritta No alla violenza sulle donne. Nel suo profilo si descriveva solare estroversa ma non pestarmi! viene fuori il killer che è in me! Non accetto Sogni da sconosciuti.
Fonte: qui
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