9 dicembre forconi: BIT­COIN: una mo­ne­ta pri­va­ta (op­po­sta al si­ste­ma)

martedì 1 maggio 2018

BIT­COIN: una mo­ne­ta pri­va­ta (op­po­sta al si­ste­ma)

Definire bitcoin non è una cosa semplice. Sulla prima criptovaluta concepita sono state spese milioni di parole, ma non ricordo di aver mai trovato una definizione generale, sintetica e alla portata di tutti. Da tecnico, quando parlo di bitcoin e di criptovalute, tendo a dare spiegazioni molto lunghe e complesse, ma mi rendo conto che questo approccio è completamente sbagliato.
L’approccio tecnico infatti è incomprensibile per tutte quelle persone che conoscono poco o per nulla l’ambito informatico.
Mi sono quindi andato a rivedere il documento con il quale bitcoin è stato presentato, quello curato dal suo presunto inventore, Satoshi Nakamoto, ma qui bitcoin viene definito semplicemente electronic cash, ossia contante elettronico, oppure electronic coin, moneta elettronica, e nulla più.
Si tratta di termini generici che non differenziano bitcoin da una carta di credito o dalle monete come l’Euro o il Dollaro, dal momento che queste sono presenti in modo “elettronico” nei conti correnti bancari, e solo una piccola parte, generalmente inferiore al 10%, viene convertita in banconote.
La definizione che cercavo andava quindi cercata altrove.

Un colpo di fortuna

Pochi giorni fa stavo guardando una trasmissione televisiva che spiegava bitcoin al grande pubblico, proprio per vedere come riuscivano a spiegarlo in modo semplice, quando ad un certo punto sono riuscito a cogliere uno spunto interessante.
E’ stato merito di uno dei tanti intervistati, Ferdinando Ametrano, che tra le tante cose dette se n’è uscito con una frasetta semplice e disarmante : “bitcoin è una moneta privata“.
Inizialmente non ci avevo dato tanto peso, ma poi, riguardando il servizio con più calma, mi sono reso conto che quella piccola definizione era quella che stavo cercando da tempo.
Una definizione piccola, ma che racchiude un messaggio enorme, perfino rivoluzionario, aprendo a concetti ai quali non siamo abituati.
Del resto, come dice anche la nostra costituzione all’articolo 42, “La proprietà è pubblica o privata“, pertanto, dato che le criptovalute non sono sviluppate da enti di governo ma da programmatori e appassionati, non sono certamente pubbliche ma private.
A noi tutti suona sconcertante che possa esistere una moneta privata, ma è solamente una questione culturale: siamo nati in un mondo dove le monete private non sono mai state usate, salvo quando l’uomo si serviva del baratto, e successivamente ci siamo assuefatti a quelle emesse da organi dello stato.
Questo non significa che l’economia con le valute private non possa funzionare; il problema è che i modelli economici che vengono insegnati non le prevedono.
Qualcuno rifiuta l’idea di modificare libri e teorie (soprattutto se coinvolgono interessi finanziari enormi…), ma sono avvenimenti che ciclicamente l’umanità ha incontrato, come quando Copernico ha dimostrato che al centro del sistema solare non c’è la terra ma il sole, oppure quando Cristoforo Colombo ha dimostrato che la terra non era piatta ma rotonda, e tanti altri.
Casi in cui i libri precedenti furono tutti da riscrivere.
Questa è la storia dell’umanità, dove i nuovi modelli hanno sempre sostituito le teorie precedenti.
Non possiamo negare, ad esempio, che i treni elettrici siano più efficienti di quelli a vapore perché nei libri non erano stati previsti. Oppure, per fare un altro esempio, prima del 1903 si riteneva che far volare una macchina fosse impossibile, invece i fratelli Wright hanno dimostrato il contrario.

La tecnologia ci cambia

L’elettronica ha cambiato radicalmente il mondo nell’arco di mezzo secolo, stravolgendo poco per volta tutti i settori. Dai sistemi di navigazione alla fotografia, dal Fax al televisore domestico, dal cruscotto dell’automobile a quello degli aeroplani.
Oggi è il turno del denaro di stato, delle banconote emesse da enti del governo, che per un problema “culturale” tutti pensavamo fossero intoccabili, se non addirittura eterne.
Invece Satoshi Nakamoto, o chi per lui, ha dimostrato che la rivoluzione digitale può intaccare anche ciò che credevamo intoccabile.
Persino la Federal Reserve di St. Louis lo ha ammesso, proprio in questi giorni : bitcoin, moneta decentrata e senza banca centrale, funziona.
Del resto non poteva che essere così, visto che il software Bitcoin sta funzionando ininterrottamente dal Gennaio 2009.

Nel 1999, in una famosa intervista reperibile anche in rete, il premio Nobel per l’Economia Milton Friedman aveva predetto che internet ci avrebbe portato anche un denaro elettronico indipendente da quello dei governi.
Allora sembrava una battuta, ma oggi questa ipotesi si è tramutata in realtà.
E’ l’ennesima rivoluzione che viene dal mondo dell’Information Technology, dalla quale abbiamo avuto il personal computer, internet e tante altre innovazioni che ora usiamo tutti i giorni.
Resistergli è assolutamente inutile: gli strumenti più rapidi, comodi ed efficienti finiscono sempre per essere preferiti rispetto a quelli che li hanno preceduti, perché le persone gradatamente ne scoprono i vantaggi.

Oggi e Domani

Oggi, viste le notizie che arrivano da tutto il mondo, è chiaro che le criptovalute stanno vivendo un momento con parecchi ostacoli, momento che ci si aspettava.
E’ quella fase che viene chiamata Locomotive Act, dal nome di una legge del 1865 che in Inghilterra avevano voluto i costruttori di locomotive al fine di ostacolare le nascenti automobili.
E’ lo spirito di tanti provvedimenti legislativi che sono stati annunciati in molti paesi del mondo, vedi ad esempio l’India, non per salvaguardare i cittadini, ma per proteggere i soliti noti, nel classico schema dove cercano di far approvare leggi che garantiscano i loro privilegi.
Qualcuno ci è anche riuscito, ma a mio modo di vedere le oltre 1500 criptovalute stanno facendo sentire sempre di più il loro peso, tanto che maggiori saranno gli ostacoli che verranno messi sulla loro adozione, maggiore sarà l’effetto dirompente che vedremo quando entreranno nella vita di tutti i giorni.

Conclusioni

L’arrivo delle criptovalute ha portato una novità imprevedibile: ha segnato la fine del monopolio delle valute stampate dalle banche centrali, che ora hanno dei concorrenti. 
Un regime di concorrenza che sta mettendo a confronto le monete pubbliche con quelle private, le valute di stato con le criptovalute.
Ora, anche per le valute, i cittadini si trovano in un libero mercato dove possono scegliere, e come avviene sempre nel libero mercato, gradualmente sceglieranno il prodotto migliore.
E chi è inefficiente e fragile uscirà di scena.
Novità sorprendenti ci aspettano.
Fonte: qui

Link Utili

Il servizio televisivo delle Iene, dove si parlava di bitcoin moneta privata : Link.
Il rapporto sulle criptovalute della FED di St. Louis : Link

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