9 dicembre forconi: Le lunghe spire del Deep State stanno avvolgendo Trump

lunedì 23 aprile 2018

Le lunghe spire del Deep State stanno avvolgendo Trump

























Forse ci siamo persi qualcosa: come ad esempio la possibilità che i canyon di Wall Street si trovino effettivamente su un altro pianeta anni luce dalla Terra!

Altrimenti come si può spiegare la calma in un mercato azionario seduto su una gigantesca bolla e di fronte al potenziale scoppio della Terza Guerra Mondiale?

Gente, il Deep State ha preso in ostaggio Trump. Qualunque sfida pre-elettorale lanciata al Warfare State è stata completamente liquidata.

Forse Wall Street ritiene che Trumo sia solo chiacchiere e distintivo. Tuttavia, quando si considera il contesto più ampio e quello che sta dicendo la Russia, è semplicemente folle avere un indice S&P 500 al 24X. Dopo tutto, negli ultimi tre anni i guadagni non sono andati da nessuna parte (l'utile per azione è passato da $106 a settembre 2014 a $109 a dicembre 2017), e ora potrebbero essere affossati da un incidente di guerra in Siria la cui escalation sarebbe rapida.

Davvero i robo-trader nel casinò non hanno meditato sul significato di questo messaggio del Cremlino?

Certo, le probabilità sono abbastanza alte che gli intelligentoni del Pentagono capiranno come mantenere l'attacco ragionevolmente asettico. Cioè, bombarderanno un sacco di posti in Siria dove non ci sono russi ed iraniani (dopo essere stati avvertiti); e schiereranno anche piattaforme sottomarine per lanciare missili da crociera e manderanno velivoli stealth ad alta quota per far cadere le bombe intelligenti, in modo da tenere i piloti e le navi americane lontani dal pericolo.

Poi, dopo aver scatenato la versione "shock and awe" di Trump, affermeranno che Assad ha appena ricevuto la sculacciata della sua vita e che ai russi e agli iraniani è stato inculcato un po' di buon senso.

Ma il nostro punto non è che Douma è Sarajevo, e inoltre siamo ancora ad aprile, non ad agosto. Quello che dovrebbe spaventare Wall Street sono i due messaggi citati nei link qui sopra.

C'è una guerra civile brutale, sanguinosa e barbara che infuria in Siria, dove entrambe le parti sono responsabili; entrambe le parti hanno commesso atrocità indicibili; e dove è un fatto documentato che i ribelli posseggono armi chimiche e in passato hanno effettuato attacchi false flag col gas. Inoltre le tredici tonnellate di armi chimiche in possesso di Assad, che potevano essere o no la loro totalità, sono state distrutte secondo la certificazione dell'Organizzazione per la prevenzione delle armi chimiche (OPCW).

In questo contesto, chi può dire se il presunto rilascio di gas al cloro a Douma sia arrivato da una bomba lanciata dall'aeronautica di Assad o da una riserva dei ribelli colpita da una bomba? O se si trattasse di un altro attacco deliberato false flag messo in scena dai jihadisti? È lecito domandarsi anche se ci sia stato veramente...

Le prove provengono principalmente dalle forze ribelli opposte al presidente siriano Bashar al-Assad. Una di queste è il Violations Documentation Center, un'organizzazione anti-russa finanziata da George Soros. Un'altra è il White Helmets, un'operazione finanziata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito e che ha operato solo nei territori detenuti dai ribelli – spesso culo e camicia con il Fronte al-Nusra e altri elementi terroristici.

Tra l'altro, i potenti mezzi di Washington per ficcanasare in tutto il web possono leggere le vostre e-mail e individuare una carovana di cammelli canaglia ovunque in una tempesta di sabbia nel Sahara, ma guarda caso non possono dire se i cadaveri siano vittime di proiettili, bombe, edifici crollati, o gas al cloro. Bisogna andare sul posto ed eseguire test chimici.

Inoltre, anche se un'indagine accurata – come quella proposta dalla Svezia e su cui Stati Uniti e Gran Bretagna hanno posto il veto alle Nazioni Unite – fosse effettivamente completata, perché è prerogativa di Washington somministrare una sculacciata al colpevole?

Per prima cosa, se si è nel business delle sculacciate allora ci sarebbero altri soggetti a cui rivolgere lo sguardo, come ad esempio al-Sisi in Egitto ed Erdogan in Turchia; e anche ai reparti di Washington a tempo pieno a Baghdad e al principe ereditario dell'Arabia Saudita per i suoi genocidi in Yemen. E visto che ci siamo, perché non sculacciare anche Bibi Netanyahu visti i suoi periodici esercizi di "taglio dell'erba" sulla striscia di Gaza?

Il punto è che Assad non ha mai attaccato, minacciato o addirittura guardato storto gli Stati Uniti. Quindi potreste pensare che amministrare le sculacciate ai malfattori internazionali sia l'attività del Partito della Guerra a Washington, non quella del leader dell'America First.

A dire il vero, l'unica prova che abbiamo fino ad oggi sono le immagini raccapriccianti pubblicate su Internet dalla "Rivoluzione di Douma", fonte non attendibile poiché è uno strumento dei bravi di Jaish al-Islam (Esercito dell'Islam ) i quali detenevano in ostaggio 3,200 ostaggi pro-Assad. Ma anche se Assad fosse colpevole, perché Trump sta tirando fuori la storia della sculacciata se non intende effettuare il cambio di regime?

Sì, incostanza è il suo secondo nome. Il fatto è che è troppo tardi per trascinare Bashar Assad dietro la jeep commemorativa di Moammar Khadafy per essere sodomizzato ritualmente dai suoi nemici. Questo perché lui ha già vinto la guerra civile (area rossa nella mappa qui sotto).

Ciò che rimane non è minimamente favorevole al cambiamento di regime, perché la maggioranza della popolazione araba in Siria (indipendentemente da affiliazione religiosa alawita, sciita, sunnita, cristiana, drusa, ecc.) non accetterebbe mai di essere governata dalla piccola minoranza di curdi (che controllano la parte gialla, in gran parte aree desertiche). E inoltre uno stato curdo siriano, in parte o nel suo insieme, garantirebbe un'invasione turca e una guerra tra la porzione blu (aree controllate dai turchi che circondano Afrin nel nord-ovest) e quella gialla in cui Washington sarebbe schierato da entrambe le parti.

Infatti l'unica cosa che un cambio di regime potrebbe portare a questo punto sarebbe una resurrezione dei resti dell'ISIL (le piccole porzioni nere), o un risveglio dei tre o quattro isolotti (aree verdi) che gruppi di ribelli in guerra, jihadisti, salafiti e signori della guerra assetati di sangue ora controllano nominalmente.

Quindi la mappa qui sotto ci dice cosa sta realmente accadendo. A mio avviso, i neoconservatori ed i deep stater attorno a Trump stanno cercando lo scontro con Iran e Russia. Questi sono i nemici designati da Washington, e lo scopo dell'attacco imminente alle installazioni militari siriane è di intimidirli a fare marcia indietro – anche se lanciano avvertimenti ostili e filippiche (specialmente gli iraniani) contro l'America.

Detto in modo diverso, la presunta sculacciata ad Assad o la manovra per un cambio di regime serve solo come scusa per attaccare briga con Iran e Russia.

Infatti, con il bilancio della difesa già aumentato ad un livello assurdo ($720 miliardi), il Deep State ed i suoi alleati nel complesso militare/industriale/sorveglianza/congressuale non vorrebbero niente di meglio che la massima bellicosità (ed occasionali atti provocatori) da Russia e Iran in modo da mantenere il treno della sicurezza nazionale bello pieno verso i $1,000 miliardi in finanziamenti.

Perché il brutto segreto di Washington è il seguente: dal momento che l'America ha perso il suo unico vero nemico nel 1991, Washington è diventata una capitale bellica. Ora sta mettendo in pericolo l'intero pianeta, moltiplicando gli interventi e le occupazioni estere, intensificando le rappresaglie da parte delle vittime delle sue precedenti aggressioni, e accogliendo un coro sempre maggiore di esperti, burocrati e politici che si ingrassano sulle rive di il Potomac.





Come mostrato nella mappa qui sotto, dopo una sanguinosa campagna di due mesi l'esercito siriano – sostenuto dall'aviazione russa – aveva catturato la maggior parte delle roccaforti ribelli nel distretto di Ghouta orientale fuori Damasco. E ciò significava che la guerra civile era praticamente finita, perché ciò che restava dell'opposizione armata non poteva più far piovere attacchi d'artiglieria e assalti di guerriglia sul governo di Assad.

Dopo la rinnovata offensiva del governo a febbraio, la Ghouta orientale era stata divisa in tre sacche di resistenza.

I gruppi ribelli in due di queste sacche erano infine capitolati dopo aver causato oltre 1,200 vittime tra civili e militari. In base ai negoziati tra ribelli e governo, i combattenti dell'opposizione e le loro famiglie sarebbero stati evacuati in autobus verso il territorio dei ribelli nella provincia siriana settentrionale di Idlib (area verde nella mappa qui sopra).

Solo la piccola enclave di Douma (rosa scuro nella mappa in basso) resisteva, perché i combattenti salafiti del cosiddetto "Esercito dell'Islam" (Jaish al-Islam) rifiutavano di arrendersi.

Tuttavia il 5 aprile la situazione si era deteriorata così tanto all'interno di Douma che l'ultima coorte di combattenti ribelli aveva accettato anch'essa i negoziati. Anche loro sarebbero finiti su un convoglio di autobus di evacuazione diretto a nord, ma le discussioni si sono interrotte quando, secondo alcuni rapporti, i negoziatori ribelli sono stati richiamati e giustiziati da una fazione che desiderava continuare a combattere.

Quindi l'esercito siriano ha ripreso la sua offensiva e il presunto attacco col gas si è verificato il giorno dopo, quando sembrava che tutto fosse finito.

Lasceremo che siano gli altri a spiegare l'inspiegabile. Per esempio, perché Bashar Assad, che era sull'orlo di una vittoria completa contro l'ultima sacca di nemici ribelli, doveva usare armi chimiche su civili e bambini quando tutti, tranne alcuni combattenti più ostinati, avevano hai già accettato di salire sugli autobus e di essere evacuati da Douma?





Eppure ecco la parte ancora più inspiegabile di questo triste episodio: i ribelli restanti sono capitolati e il governo aveva riproposto l'accordo di evacuazione. Cioè, ciò che rimane di Jaish al-Islam o è morto o è salito su un autobus – insieme alle proprie famiglie – ed è già nella provincia di Idlib.

Proprio così. A Douma non è rimasta alcuna opposizione ed è stata liberata dall'esercito siriano, compresa la liberazione dei 3,200 ostaggi pro-governativi che erano tenuti prigionieri da guerriglieri dell'islam finanziati dall'Arabia Saudita.

Secondo il governo siriano non sono state trovate tracce di sostanze chimiche o di corpi. Potrebbero mentire, naturalmente, ma con gli investigatori dell'OPCW sulla strada per Douma chi sano di mente non si aspetterebbe una valutazione chiara di quello che è successo veramente due sabati fa?

Non se lo aspetta chi è annebbiato dall'isteria anti-russa che ha travolto Washington ed i media generalisti. Infatti il governo siriano ha persino accolto con favore la vanuta a Douma da parte della comunità internazionale, dove i russi affermano che non c'è assolutamente nulla da vedere.

In breve, se mentono, non sarà difficile da accertare. Presumibilmente Trump potrebbe persino mandare Jared Kushner ad indagare su cosa sia realmente accaduto a Douma.

Ahimè, Trump pare che abbia apparentemente optato per la guerra invece di tenere a bada il Deep State.

Nella Parte 2 esploreremo il motivo per cui ciò che accadrà prossimamente dovrebbe essere noto ai libri di storia, se ce ne saranno, come "La guerra di Mueller".





[*] traduzione di Francesco Simoncellihttps://francescosimoncelli.blogspot.it


Le lunghe spire del Deep State stanno avvolgendo Trump, Parte #2


Ciò che sta accadendo nel Mediterraneo orientale e sui cieli e sulla terra in Siria è assolutamente pazzesco; è anche spaventoso, pericoloso e del tutto inutile.


Dopotutto, l'imminente scontro militare russo/americano inizierebbe sullo scheletro di una nazione artificiale messa insieme nel 1916 da Inghilterra e Francia. Alla fine, quella che non è mai stata una nazione, è stata ridotta a macerie, miseria e frammenti settari.

Quindi non c'è niente da contestare ora, e, tra l'altro, non c'è mai stato. Il governo sovrano della Siria ha invitato da molto tempo i russi ad entrare a Washington ad uscire. Punto e basta.

Perché, quindi, gli aerei commerciali vengono avvertiti di rimanere fuori dallo spazio aereo siriano, mentre la flotta russa di Tartus si lancia in missioni di ricollocazione difensive?

Allo stesso modo, perché l'aviazione siriana è costretta a nascondere i suoi aerei e gli elicotteri nel suo stesso Paese, mentre Washington lancia un'armata di navi da guerra verso il Mediterraneo che è più grande e più letale dell'intera Marina di quasi tutti gli altri Paesi del mondo?

La risposta è semplice e allo stesso tempo terribile: Washington è diventata la Capitale della Guerra e ora pullula di un'intera generazione di burocrati ossessionati dalla guerra, petrolieri, consulenti militari, lobbisti, militaristi, imperialisti, neo-belligeranti e legioni di militari/industriali/spioni che si nutrono di un budget della sicurezza nazionale orribilmente gonfio.

Certo, ci sono anche migliaia di politici, sia quelli che sono in carica che quelli che diventano prosperi stendendo un ghiribizzo per gestire l'impero globale di Washington. Tra loro ci sono lo stupido, il lecchino, il sant'uomo, il venale, gli sbandieratori, i patrioti e gli ideologi dell'eccezionalismo americano, della responsabilità di proteggere (R2P), della propagazione della democrazia e della semplice egemonia imperiale.

Inutile dire che il nostro scopo qui non è quello di fare l'elenco del prototipo di persone che pullulano a Washington. Invece stiamo cercando di caratterizzare e concretizzare ciò che intendiamo per Deep State, e di spiegare perché quest'ultimo stia portando avanti una campagna così implacabile, viziosa e oscura per abbattere Trump; anche a rischio di guerre con la Russia e un armeggedon nucleare per l'intero pianeta.

È tutto incapsulato in due parole: America First!

Lo slogan e la tonalità della campagna di Trump che incitò la Città Imperiale in un impeto di parossismo ed oltraggio. Questo perché, in fin dei conti, America First invalida il modus operandi della Capitale della Guerra, e tutti i suoi progetti, pretese e prosperità illecita.

Dopotutto, in un mondo in cui dovrebbe esserci l'America First, ciò che è accaduto o non accaduto a Douma non dovrebbe fare alcuna differenza per la sicurezza interna.




Ovviamente Douma è solo il manifesto della trama illecita di tutto l'impero americano all'estero. La guerra civile in Siria era essenzialmente una battaglia tra i rami sunniti e sciiti dell'Islam.



In quanto tale, si estendeva in tutto il Medio Oriente, comprendendo l'Arabia Saudita ed i suoi alleati sunniti da un lato e l'Iran e i suoi alleati sciiti dall'altro, compreso il governo appoggiato da Washington a Baghdad, il governo demonizzato da Washington a Damasco e la fazione Hezbollah del Libano.



In un modo o nell'altro questo scontro è in corso da 1300 anni e la sua manifestazione attuale non ha conseguenze per la sicurezza dei cittadini di Lincoln NE, Spokane WA o Springfield MA. Di conseguenza, non si sarebbe mai dovuta versare nemmeno un'oncia di sangue americano o un dollaro del Tesoro americano.



Ahimè, America First incarna tale verità ed è ciò che la Città Imperiale non può tollerare.



Allo stesso modo, America First vuol dire anche che il Golfo Persico non è un lago americano e che qualunque cosa accada lì non è in alcun modo affare della Quinta Flotta. Il petrolio è una questione per i mercati e l'economia; significa che prezzi elevati, carenze e interruzioni dell'approvvigionamento sono la cura.



Infatti lo slogan America First riconosce che oggi gli Stati Uniti non hanno nemmeno bisogno di una Quinta Flotta, perché è inutile difendere la patria (data l'esistenza della deterrenza nucleare, di cui ne abbiamo già in abbondanza) e serve solo ad estendere, occupare e controllare un impero che indebolisce la sicurezza in patria e drena denaro dal Tesoro della nazione.



Lo stesso vale per l'Ucraina. Se i Crimeani hanno scelto di tornare alla madrepatria russa con un voto referendario al 90%, di cui hanno fatto parte per oltre 200 anni dopo che la penisola venne acquistata da Caterina la Grande nel 1783, così sia.



Allo stesso modo, se la popolazione del Donbas (Ucraina orientale) di lingua russa desidera secedere da una Kiev dominata da nazionalisti ucraini anti-russi e proto-fascisti, ha tutto il diritto di farlo; e niente di tutto questo è scritto in un documento firmato da Thomas Jefferson, Benjamin Franklin et. al. nel 1776.



In pratica, se la produzione di carbone, prodotti chimici, acciaio e altri prodotti industriali da parte dei 5 milioni di persone del Donbas è legata al PIL dell'Ucraina, della Russia o di una repubblica appena battezzata, non farebbe un briciolo di differenza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.



Infatti è difficile pensare a sviluppi in qualsiasi parte del pianeta che abbiano meno ripercussioni sulla sicurezza degli Stati Uniti di quelli nel Donbas. Eccetto forse se i cinesi vogliono sprecare i loro soldi a costruire basi militari su banchi di sabbia nel Mar Cinese Meridionale.



Allo stesso modo, lo slogan America First è d'accordo con la determinazione sovrana dei tedeschi secondo cui la loro sicurezza nazionale è adeguatamente soddisfatta spendendo solo l'1.5% del PIL per la difesa e che la strada verso relazioni pacifiche con la Russia passa attraverso più commercio e meno provocazioni inutili (la Germania non si sta unendo alla guerra imminente di Trump in Siria).



Detto in modo se i tedeschi non si aspettano di essere invasi da Putin, allora perché Washington sta dissanguando il suo Tesoro accumulando armamenti convenzionali dall'altra parte dell'Atlantico?



E questo ci porta al nocciolo della questione: America First è una minaccia esistenziale al Deep State.



Tutto questo ci riporta indietro al 2 aprile 1917, data in cui Woodrow Wilson dichiarò scioccamente guerra alla Germania e portò l'America in un sanguinoso calderone sul fronte occidentale che non aveva assolutamente alcun rapporto con la sicurezza nazionale; e successivamente in una "pace" distruttiva a Versailles che avrebbe garantito una guerra perpetua.



Lo slogan America First, quando seguito fino alla sua conclusione logica, metterebbe fuori mercato la Capitale mondiale della Guerra; si tradurrebbe in una massiccia riduzione del budget della sicurezza nazionale orribilmente gonfio; ciò renderebbe inutili i think-tank, le ONG, gli appaltatori dell'intelligence ed i lobbisti.



Ci riferiamo naturalmente a persone come i fratelli Podesta, i Paul Manafort ed altri 20,000 operatori e racket simili. Infatti America First porterebbe una recessione nella Città Imperiale che al confronto Youngstown, Ohio sembrerebbe un modello di prosperità.



A dire il vero, dubitiamo seriamente che Trump abbia avuto idea di dove l'avrebbe portato lo slogan America First quando vi inciampò contro; e temiamo che il suo timore xenofobo del confine messicano lo avrebbe comunque distratto.



Ma il Deep State non correva rischi. Ecco perché nel luglio 2016 gli scagnozzi che guidavano la CIA e l'FBI sotto Obama sono stati in grado di lanciare la loro insidiosa caccia alle streghe anti-Trump come "polizza assicurativa"; ed è anche il motivo per cui l'Amministrazione Obama nei suoi ultimi giorni in carica si è assicurata che il verdetto dell'8 novembre sarebbe stato messo in discussione sulla scia della presunta interferenza russa.



È assolutamente un fatto che né Trump, né i suoi figli, né sua figlia, né suo genero, sono andati in Russia dopo la campagna di Trump lanciata nel giugno 2015. Allora nessuno, nemmeno Vlad Putin, credeva potesse finire nello Studio Ovale; e da allora Trump ha dimostrato che a nessuno importava, tranne che a lui e alla sua famiglia ovviamente.



Quindi se c'è stata una qualche collusione dopo l'annuncio, doveva essere via email o telefono tra i Trump e gli alti funzionari statali del Cremlino. Vale a dire, ogni parola di tali conversazioni sarebbe stata archiviata nei server della NSA (agenzia nazionale per la sicurezza), in cui tutto ciò che attraversa la rete mondiale viene prelevato e immagazzinato.



Inutile dire che se Robert Mueller stava davvero facendo il lavoro di Dio a favore dello stato di diritto e della democrazia americana, avrebbe risolto la questione della "collusione" con i russi entro una settimana di tempo. Ciò non è accaduto perché non esistono tali prove e non si sono mai verificate simili conversazioni tra i Trump e lo stato russo. Punto.



Al contrario, l'intera inchiesta di Mueller è progettata per danneggiare politicamente Donald Trump e cacciarlo dal suo incarico. Cioè, per schiacciare lo slogan America First e per cancellare la forma grezza che ha assunto sotto la presidenza Trump. In questa missione, la caccia alle streghe di Mueller ha già avuto successo.



A dire il vero, meno di due settimane fa stava abbracciando la famosa strategia del senatore George Aiken, che nel mezzo della folle invasione del Vietnam da parte di LBJ, spiegò come porre fine a quella inutile guerra: "Dichiarare la vittoria e tornare a casa".



Questo è esattamente ciò che Trump stava facendo quando ha dichiarato la vittoria sull'ISIS e ha annunciato che l'America se ne sarebbe andata dalla Siria, e lo ha fatto senza l'approvazione dei suoi difensori del Deep State.



Così facendo, ha quasi fatto ritornare lo slogan America First la strategia di questa terra; sebbene le varie Douma del mondo siano tragedie umane, non sono minacce alla sicurezza dell'America, né sono affari della macchina da guerra di Washington.



Ma la Capitale della Guerra non poteva tollerarlo. E secondo le ultime affermazioni di Trump, si sta preparando ad arrendersi al Partito della Guerra.



Vale a dire, la missione anti-ISIS è completa quindi è ora di salvare il mondo dagli iraniani e dai russi.



Inutile dire che bombardare le installazioni militari siriane, ora vuote, non riuscirà a raggiungere questo obiettivo e renderà il rischio di una terza guerra mondiale ancora più palpabile.



Infatti il modo più sicuro per far riprendere l'ISIS è distruggere il governo siriano e quindi aprire le porte dell'Inferno, così come ha fatto Dubya nel 2003.




[*] traduzione di Francesco Simoncellihttps://francescosimoncelli.blogspot.it/

Le lunghe spire del Deep State stanno avvolgendo Trump, Parte #3


Trump sembra aver fatto un Respiro Profondo per quanto riguarda la sua volontà di bombardare la Siria, ma il Deep State lo ha per i capelli arancioni. Quindi dubitiamo che il ritardo durerà ancora a lungo.

Questo perché il nostro genio degli affari si sta facendo infinocchiare ancora una volta. Gli stanno dicendo che spazzare via fino a una dozzina di campi d'aviazione siriani, installazioni militari e una fabbrica che sembra un sito di armi chimiche, equivale a qualcosa di abbastanza serio: cioè, la testimonianza di questa azione farà sì che il Ciccione di Pyongyang se la faccia sotto, facendo in modo che per il prossimo summit abbia le "idee chiare" e sappia con chi ha a che fare.

Questo è esattamente il genere di materiale su cui prospera Trump, ed è un'ulteriore prova che il Deep State ha capito esattamente quali corde toccare.

Trump non è una vittima innocente. Si è dato volontariamente in ostaggio al Partito della Guerra circondandosi di generali falliti e dei più furiosi uomini di guerra che si trovano nella Città Imperiale: John Bolton, Mike Pompeo e Gina Haspel.

Infatti dovremmo chiederci: com'è possibile che qualcuno con un minimo di infarinatura dello slogan America First pensi che un interventista come John Bolton debba avere voce in capitolo?

Ma qualunque cosa pensasse Trump quando ha fatto scelte così orrende per i ruoli della sicurezza nazionale, questi sostenitori del Partito della Guerra non hanno perso tempo a portare avanti la loro agenda.

E in cima a tale agenda c'è un'escalation sistematica e implacabile di provocazioni contro Russia e Iran. Questo perché il confronto con questi stati demonizzati è il modo migliore per mantenere Washington (e quindi l'intero Paese) sul piede di guerra e la sicurezza nazionale traboccante di finanziamenti attraverso le tasse.Come abbiamo indicato nella Parte 1, l'imminente attacco alla Siria è in realtà un messaggio rivolto a Teheran e Mosca. La copertura è il classico intervento umanitario. Bashar Assad sta per ricevere una lezione con una bella sculacciata attraverso una raffica di missili da crociera.

Ciò ovviamente ci lascia con un dubbio: in che modo la sicurezza interna viene effettivamente potenziata sculacciando in modo selettivo alcuni malfattori e non altri?

In questo caso, persino la presunta uccisione di 40 civili a Douma è difficilmente paragonabile ai 10,000 civili che sono stati massacrati dalle bombe americane sganciate dalle forze aeree saudite nello Yemen; o le migliaia di prigionieri anti-governativi che sono stati giustiziati sommariamente dal generale al-Sisi in Egitto, individuo stipendiato annualmente da Washington con $1.2 miliardi; o le migliaia di civili che Israele ha ucciso durante i suoi periodici esercizi di "falciatura del prato" sulla Striscia di Gaza.

Ovviamente Washington non dovrebbe nemmeno essere nel business delle sculacciate, perché nessuno ha nominato l'America come il poliziotto o il procuratore morale del mondo. Ma anche se questo fosse il vero scopo (e non lo è) dell'imminente aggressione contro il governo sovrano della Siria, pensereste che ci dovrebbe essere come minimo una parvenza di prova che il presunto attacco chimico sia avvenuto nell'effettivo.

A differenza degli incidenti siriani del passato, infatti, la strada è spalancata per una determinazione onesta di ciò che è realmente accaduto. Questo perché gli ultimi detenuti ribelli nella Ghouta orientale o sono tutti morti o hanno lasciato l'area su autobus organizzati dal governo siriano come parte dell'accordo di trasferimento che li ha mandati nella provincia di Idlib nel nord-ovest del Paese.


Di conseguenza Douma è ora un posto sicuro per i giornalisti occidentali, i funzionari governativi e gli investigatori internazionali dell'Organizzazione per la Prevenzione della Guerra Chimica (OPCW) affinché possano visitare i presunti siti dell'attacco e trovare le prove.

Naturalmente i funzionari siriani e russi che hanno visitato la zona dicono che non ci sono prove di vittime, corpi, residui di cloro, o che l'unico ospedale della comunità sia mai stato sovraccarico di vittime di agenti chimici tossici. Solo questo è degno di nota, dati i primi resoconti che parlavano di più di mille vittime a causa del presunto attacco.

Ma ora il governo russo ha fatto un passo in avanti sorprendente: sta sostenendo di avere la prova che l'intera cosa sia stata una messa in scena. Cioè, un incidente che starebbe portando il mondo sull'orlo della guerra era solo l'ennesimo attacco false flag dei barbari jihadisti che attaccano il governo siriano, come il primo evento a Ghouta e la famigerata "linea rossa" di Obama nell'agosto 2013.

Non sappiamo se il governo russo stia mentendo o meno, ma dal momento che il mondo intero è stato invitato ad offrire la propria valutazione sul posto, ne dubitiamo. Dopotutto, ci sono cittadini locali dell'ospedale di Douma e da altre parti della comunità che affermano di aver assistito alla messa in scena. Se questi testimoni e i russi mentono, questo diventerà presto evidente.

Al contrario, non è possibile seppellire le prove – inclusi i corpi – di un attacco al cloro che avrebbe causato centinaia di morti e feriti. Se è successo, gli investigatori ed i giornalisti dell'OPCW le troveranno; e se non le troveranno, le cose non sono andate come dicono i media generalisti.

Nel frattempo, perché si sono radunati nella Situation Room a discutere sugli obiettivi e su come minimizzare i rischi di un attacco diretto al personale militare russo, quando Trump potrebbe prendere il telefono rosso e dire a Putin che invierà una squadra d'indagine a Douma?

Non abbiamo dubbi sul fatto che Putin risponderebbe: "Sii il mio ospite". E non abbiamo dubbi sul fatto che Pat Buchanan abbia centrato il bersaglio nel suo articolo recente quando ha fatto notare:

Non possiamo combattere per sempre le guerre di altri popoli senza finire nello stesso mucchio di cenere delle altre potenze mondiali prima di noi.


E poi, perché non parlare direttamente con i nostri avversari?

Se Trump può parlare con Kim Jong-un, che ha usato un cannone antiaereo per giustiziare suo zio e ha fatto uccidere il suo fratellastro in un aeroporto della Malesia con un'arma chimica, perché non possiamo parlare con Assad?

Nel 1974 Richard Nixon volò a Damasco per stabilire legami con il padre di Assad, il futuro "Macellaio di Hama". George H.W. Bush ha arruolato Hafez al-Assad e 4,000 soldati siriani nella sua Guerra del Golfo per liberare il Kuwait.

In tutte queste città, e in tutto il Medio Oriente, ci sono persone che desiderano coscrivere la ricchezza e il potere degli Stati Uniti per far avanzare i propri obiettivi e raggiungere le proprie visioni. Aver lasciato che succedesse così spesso ci ha ridimensionato come superpotenza rispetto a quello che eravamo alla fine della Guerra Fredda.

Tutto questo deve finire e la nazione lo sa.

Tra le ragioni per cui i democratici hanno nominato Barack Obama e l'America lo ha eletto, c'è stato il fatto che i suoi avversari, Hillary Clinton e John McCain, hanno sostenuto la guerra in Iraq a cui Obama si oppose.

Tra le ragioni per le quali il Partito Repubblicano ha nominato Trump e la nazione lo ha eletto, c'è stato il fatto che ha promesso di portarci e tenerci fuori dalle guerre come quella in Siria.

Non è ironico che oggi il nostro Partito della Guerra, che prima detestava Trump e rifiutava la sua candidatura, lo stia spingendo e lo stia incoraggiando sempre più ad affondare nel pantano siriano?

E questo ci porta al punto fondamentale della questione: Donald Trump è stato preso in ostaggio dalle spire del Deep State ed è diventato lo strumento del suo programma distruttivo.

Ad esempio, John Bolton è un sostenitore dello slogan America Uber Alles, l'antitesi di America First. In realtà è un emissario per quella che potrebbe essere definita l'ala "Bibi First" del Partito della Guerra.

Lo squallido governo di Netanyahu come capo del governo israeliano si è basato sulla demonizzazione dell'Iran, facendo emergere così una coalizione eterogenea di religiosi di destra e partiti dei coloni in parlamento.

Nelle circostanze attuali, l'agenda di "Bibi First" è quella di incenerire l'accordo nucleare iraniano al momento della sua firma il 12 maggio.

Questo perché un Iran che si ricongiunge alla comunità delle nazioni, rientra nel commercio con il resto del mondo e aderisce all'operazione nucleare, cose che tra l'altro ha tutte le intenzioni di fare se Washington si attiene alla sua parte del patto, è un Iran che smentisce l'intera campagna di demonizzazione condotta dai neocon a Washington e Israele negli ultimi 25 anni.

Inutile dire che questo è uno scenario che il Partito della Guerra non può tollerare. Metterebbe fuori gioco Bibi Netanyahu e manderebbe all'aria le centinaia di miliardi che vengono sprecati per le capacità militari di Washington.

Dopotutto, se Washington non avesse il Golfo Persico da pattugliare o se non si fosse immischiato nelle lotte religiose e politiche sunnite-sciite, non avrebbe sprecato $30 miliardi per le nuove portaerei e le armate al loro interno.

Il Deep State ha smosso cielo e terra per portare Trump al suo servizio e per seppellire ogni traccia di una politica di sicurezza nazionale basata sullo slogan America First.

Se i missili Tomahawk voleranno verso la Siria, sapremo che l'Ufficio Ovale è ora occupato da un ostaggio del Deep State, e quest'ultimo presto lo sacrificherà alle furie vendicative della caccia alle streghe di Mueller.



[*] traduzione di Francesco Simoncellihttps://francescosimoncelli.blogspot.it/

Nessun commento:

Posta un commento