Le banche europee sono piene di rischi nascosti che potrebbero dar vita ad un violento shock di prezzo.
Le parole “banche” e “rischi”continuano a viaggiare di pari passo, anche a diversi anni di distanza da quella crisi che ha messo in ginocchio un intero sistema finanziario.
A tornare sull’argomento è stata la Banca d’Italia in una recente indagine avente ad oggetto quegli strumenti finanziari complessi detenuti dai principali istituti di credito del Vecchio Continente.
Dall’analisi sono emersi numerosi rischi nascosti nelle banche europee (principalmente francesi e tedesche), per un totale di 6.800 miliardi di euro- un livello che supera di 12 volte quello complessivo dei Non Performing Loans.
L’analisi di Bankitalia
Le preoccupazioni sono principalmente legate a tutti quei titoli illiquidi, catalogati in bilancio a Livello 2 e Livello 3, detenuti dalle banche europee per un ammontare complessivo di 6.800 miliardi di euro tra attivi e passivi. Si noti come tre quarti di quegli illiquidi appartengano alle principali banche di Francia e Germania.
Piccola parentesi: i titoli sono divisi in tre categorie:
- Al Livello 1 appartengono i “liquidi”, ossia quelli iscrivibili in bilancio sulla base dei prezzi di mercato.
- Al Livello 2 appartengono i titoli senza prezzi, che comunque possono essere ricavati ad esempio da titoli simili.
- Al Livello 3, infine, fanno riferimento tutti i titoli illiquidi il cui prezzo viene stabilito dalle banche tramite modelli matematici ed è proprio qui che si inserisce il problema, per la Banca d’Italia.
La libertà discrezionale lasciata agli istituti di credito potrebbe essere utilizzata a proprio vantaggio, creando così un ammasso di polvere (e di rischio) da nascondere sotto il tappeto (e sotto i bilanci).
Una volta noti come titoli tossici, essi rappresentano strumenti di natura opaca e complessa, per dirla con le parole della Banca d’Italia, ma soprattutto potrebbero essere soggetti a shock di prezzo, implodendo all’interno dei bilanci degli istituti di credito più esposti.
Basterebbe un calo del 5% del valore degli strumenti di livello 2 e di livello 3 per ridurre in media il Common Equity Tier 1 delle 18 banche europee più esposte di 350 punti base. In alcuni casi l’impatto potrebbe salire fino a 1.500 punti base, mentre in altri potrebbe risultare di soli 70 punti.
Bankitalia ha sottolineato poi come le regole contabili attualmente vigenti diano la possibilità agli istituti di iscrivere in bilancio non titoli singoli, bensì pacchetti, calcolando non le singole posizioni ma facendo il netto.
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