La rivoluzione tecnologica non è alle porte: è cominciata da un pezzo. I robot sono in grado adesso di svolgere mansioni finora impensabili e, in realtà, sono già al lavoro. A fare lavori che nessuno vuole più fare
8 Settembre 2017 - 08:30
Spaventarsi per i robot che ruberanno i lavori? È sbagliato, ma solo per la semplice ragione che esistono già. E che svolgono già diverse attività: alcune pericolose, alcune necessarie e lunghe (i droni che monitorano le coltivazioni, ad esempio), alcune anche più divertenti. Senza dover pensare al robot che celebra funerali buddhisti (per quelli cristiani ci vorrà del tempo), le macchine sono già al lavoro in aree impensabili. Ci sono quelli che si occupano del desk degli alberghi, quelli che riempiono le prescrizioni per le medicine, altri ancora che controllano la situazione degli squali in mare. Ma fanno anche altro.
Come mostra questo brillante articolo dello Smithsonian, i robot, in realtà, potrebbero già rubare il lavoro a tanti (con ogni probabilità, lo farebbero anche meglio di molte persone). Non sarebbero innovativi e fantasiosi, certo. Ma di sicuro molto precisi. E si sono già impossessati di ambiti dell’esistenza impensabili.
Robot cuochi:
Ad esempio il Robotic Kitchen, opera della Moley Robotics, è una manona automatica piena di sensori. Il robot scarica da internet una ricetta (con una app) e la riproduce al millimetro. Per ora è un modello sofisticato, adatto ai ristoratori – e agli chef che vogliono piatti uguali in modo perfetto in tutti i loro ristoranti nel mondo – poi arriverà anche il modello casalingo, per chi non ama cucinare ma ama mangiare.
Una volta il dottore doveva scrivere la ricetta a mano, poi il suo assistente la faxava al farmacista, poi il farmacista doveva riempire un modulo al computer, poi il suo assistente sarebbe andato a cercare le medicine e consegnarle al paziente, o al medico stesso. Adesso fa tutto un robot: un sistema di 15 milioni di dollari adottato dall’University of California San Francisco Medical Center prende la prescrizione compilata dal medico (su un computer) e fa partire il suo braccio meccanico: trova le medicine, conta le pasticche necessarie e le raccoglie in semplici pacchettini, ognuno per paziente. E tutti sono felici (meno i tre che, nel frattempo, hanno dovuto cercarsi un nuovo lavoro).
Robot che cuciono magliette:
Perché farsi fare le magliette da individui asiatici sottopagati quando si può benissimo utilizzare un robot (per la precisione, un “sewbot”), chiamato Lowry, che fa il lavoro di 17 operai – senza nemmeno chiedere una misera paga – e che permetterà di riportare le aziende a lavorare nei Paesi d’origine. Accontentando Trump ma scontentando i lavoratori (che, appunto, non serviranno).
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