9 dicembre forconi: ENASARCO: CONTRATTI TRENTENNALI PER INVESTIMENTI AD ALTO RISCHIO

lunedì 11 settembre 2017

ENASARCO: CONTRATTI TRENTENNALI PER INVESTIMENTI AD ALTO RISCHIO

LO STRANO CASO DELL' OBBLIGAZIONE DA 780 MILIONI CON UNA GARANZIA DI LEHMAN BROTHERS (FALLITA NEL 2008) E AFFIDATA IN GESTIONE TRENTENNALE AL GRUPPO GWM CHE INTASCA UNA COMMISSIONE DELL'1,5% 
QUEI CONSIGLIERI SENZA I REQUISITI PREVISTI DALLA LEGGE MADIA
Sergio Luciano per Libero Quotidiano

Clandestini a bordo, ma stavolta i migranti non c' entrano. È nel consiglio d' amministrazione dell' Enasarco che ci sarebbero - il condizionale è solo un omaggio alla regola d' oro della prudenza - vari consiglieri privi dei requisiti prescritti dalla legge Madia per rivestire incarichi del genere. È l' ultimo grano del rosario di veleno che accompagna ormai da un quinquennio la vita di uno dei più grandi enti previdenziali privati italiani, incaricato di presidiare le pensioni di 270mila iscritti tra agenti di commercio e rappresentanti vari.

«Negli ultimi tempi abbiamo avuto alcune richieste di accesso agli atti», racconta un consigliere autorevole che, anche lui per prudenza, preferisce in questa fase non dichiararsi, «da parte delle organizzazioni sindacali. Perché più di un consigliere, compreso il presidente Gianroberto Costa, non ha i requisiti per esserlo, per esempio perché già pensionati, eppure non hanno fatto l' unica scelta ammessa in questo caso dalla riforma per salvare la poltrona, cioè quella di restituire alla stessa Fondazione Enasarco il compenso previsto per l' incarico». Mentre invece l' ex, discusso presidente Brunetto Boco, rimasto consigliere semplice ma (fin troppo) combattivo, assieme ad altri consiglieri come Gianni Triolo e Costante Persiani, hanno deciso di non percepire alcun compenso. Proprio per aderire alla Legge Madia.

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Piccole beghe amministrative? Mica tanto. Attorno all' enorme patrimonio gestito da Enasarco, infatti - 7 miliardi di euro, il risparmio previdenziale degli iscritti - ristagna infatti ancora una nuvola grigia che il nuovo consiglio, pur insediatosi ormai da giugno 2016, non è riuscito a dissipare, salvo preannunciare (errore: chi vuol vendere non disprezza i beni che mette in vendita) la determinazione a ridurre drasticamente il patrimonio investito in immobili, considerato poco redditizio, per trasferirlo sull' economia reale rappresentata da alcune azioni quotate.
Sarà: ma intanto, un po' di aggiustamenti dello stile gestionale del patrimonio esistente non guasterebbero, e invece si fanno attendere.

Il licenziamento dell' ex direttore finanziario Roberto Lamonica, braccio armato dell' ex presidente Boco nei discussi investimenti del passato, c' è stato, ma il rinnovamento sembra essersi fermato lì. Come se Costa fosse vittima di veti incrociati e lotte fra fazioni che intralciassero la sua determinazione.

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Nulla è stato fatto, in particolare - e nonostante richieste e polemiche sedimentate ormai da quando vennero sollevate dall' ex vicepresidente Andrea Pozzi, uscito nel 2012 e autore di una corposa denuncia alla Procura sulla cattiva gestione dell' ente - per chiarire lo strano caso del gruppo finanziario Gwm, che amministra 780 milioni della Fondazione intascando una commissione dell' 1,5 per cento, ben quattro volte le medie di mercato applicate dalle Sgr (società di gestione del risparmio). Inoltre, poiché il contratto di gestione che a suo tempo Enasarco riconobbe a Gwm scade tra ventisette anni (sissignore, 27!) è facile calcolarne il costo: 12 milioni di euro l' anno, per un totale di 300. A fronte di cosa?

Ma la chicca è che questa Sgr, appunto la Gwm, gestisce in particolare l' obbligazione strutturata Anthracite da 780 milioni, comprata ai tempi con una garanzia della poi fallita Lehman Brothers. La garanzia si sostanziava in una sottoscrizione - collaterale a quell' obbligazione - di un Btp stripped, cioè un titolo di Stato trasformato, in cui le cedole vengono pagate non periodicamente ma in un' unica soluzione, alla scadenza, insieme con rimborso del capitale (in gergo tecnico, uno "zero coupon").
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Approfittando del favorevole andamento del mercato monetario, Gwm ha poi deciso di realizzare prima del tempo il titolo, realizzando una consistente plusvalenza, compensando anticipatamente le perdite sui titoli spazzatura per 500 milioni, e intascando una super commissione di performance del 20%: bene, bravi, bis.

Fonte: qui


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