Alle elezioni siciliane è legata la sopravvivenza (politica, s’intende) di Angelino Alfano. La conferma di come Berlusconi abbia visto lungo quando lo definì “senza quid” è tutta nell’accordo che il ministro degli Esteri ha fatto con Renzi. Innanzitutto perché a negoziarlo è stato Pierferdinando Casini. Poi, per i suoi contenuti.
PIERFERDINANDO CASINI E LA COMPAGNA COLOMBIANA 1
Ormai è noto a tutti che l’accordo per il voto di novembre si basa su uno scambio: il partito di Angelino sostiene il candidato del Pd a Palermo, Fabrizio Micari, ed in cambio ottiene una decina di collegi senatoriali sicuri alle prossime elezioni. D’intesa con Casini, però, Matteo ha fatto inserire una postilla. Vale a dire, che i dieci posti da senatori sono garantiti a condizione che Ap raggiunga almeno il 6% nell’isola.
CROCETTA RENZI ALFANO
Il problema, dicono i sondaggi, è che Alfano è ben lontano da quella soglia in Sicilia. Ne consegue che rischia di perdere i 10 senatori promessi da Renzi.
E visto che piove sempre sul bagnato, dopo le elezioni siciliani Maurizio Lupi comunicherà al “senza quid” che è sua intenzione lasciare il partito. Direzione, Berlusconi. “E senza di me – avrebbe confidato Maurizio a qualche amico – Alfano se lo sogna di superare il 3% di sbarramento alla Camera. D’altra parte, si è voluto mettere nelle mani di Casini? Ecco i risultati…”
MAURIZIO LUPI
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