9 dicembre forconi: IL PADRE DI CAROLA RACKETE, EKKEHART, HA LAVORATO PER ANNI (E FATTO I SOLDI) NELL’INDUSTRIA BELLICA TEDESCA, IN BARBA AL PACIFISMO DELLA FIGLIA

domenica 30 giugno 2019

IL PADRE DI CAROLA RACKETE, EKKEHART, HA LAVORATO PER ANNI (E FATTO I SOLDI) NELL’INDUSTRIA BELLICA TEDESCA, IN BARBA AL PACIFISMO DELLA FIGLIA

FRANCESCA TOTOLO, AUTRICE DEL LIBRO “INFERNO SPA”: “È LO STESSO EKKEHART RACKETE, EX UFFICIALE DELL' ESERCITO TEDESCO ED ESPERTO DI ARMAMENTI ED ORA CONSULENTE DI SISTEMI MILITARI?”
Alfonso Piscitelli per “la Verità”

CAROLA RACKETE E IL PADRE EKKEHARTCAROLA RACKETE E IL PADRE EKKEHART
È il personaggio del momento Carola Rackete, colpisce l' immaginario suscitando reazioni nette. La sua fisionomia evoca una identità ben precisa che è quella della ragazza di buona famiglia, ma con vocazione rivoluzionaria. Capelli biondi e rasta. Non poteva non suscitare interesse la sua estrazione sociale: quell'alta borghesia tedesca che trasforma il suo «senso di colpa» in un programma politico e in una volontà capace di calpestare leggi e confini di un altro Stato. Quasi sempre l' Italia.

Nelle scorse ore i riflettori sono stati puntati sul papà di Carola, pacato pensionato benestante con una laurea in ingegneria elettronica ma anche un curriculum significativo nell' industria militare. È il Corriere della Sera a specificare il mestiere di papà Rackete e, indirettamente, la fonte di quel benessere economico che ha permesso alla inquieta Carola di girare il mondo mentre tanti altri coetanei annaspavano tra lavoretti sottopagati e stage: uno dei mestieri più antichi del mondo, quello delle armi.
CAROLA RACKETECAROLA RACKETE

«Sono colonnello della Marina» dichiara Ekkehart Rackete dal suo buon ritiro ad Hambühren, in Bassa Sassonia. Chi immaginava che i familiari di questa hippie del XXI secolo suonassero i tamburelli o girassero per le strade con i vestiti a fiori rimarrà forse deluso: la tradizione di famiglia si riconduce al militarismo della Germania del Nord.
Tuttavia il Corriere non scrive che papà Rackete era semplicemente un militare, ma fa un riferimento più ghiotto alla sua appartenenza all' ambito dell' industria bellica.

ARRESTO DI CAROLA RACKETEARRESTO DI CAROLA RACKETE
Sandro Orlando ieri lo presentava sulla pagina del quotidiano appunto come «un ingegnere elettronico in pensione dopo 30 anni di lavoro nell' industria militare». Questa cosa ha suscitato l' interesse di Francesca Totolo, autrice per le edizioni Altaforte di Inferno Spa, libro in cui si indaga sui tanti «gironi» del business dell' immigrazione e anche su nessi che le anime candide dell' accoglienza a prima vista non sospetterebbero: i nessi tra organizzazioni non governative che spostano navi nel Mediterraneo e compagnie di contractors, soldati mercenari, come la famosa Blackwater (oggi conosciuta con il nome di Academi), con alcuni soggetti che si muovono dall' uno all' altro ambito.

ARRESTO DI CAROLA RACKETEARRESTO DI CAROLA RACKETE
Sulla sua pagina Facebook la Totolo ha rivolto apertamente «una domanda a Carola Rackete, comandante di Sea-Watch: Ekkehart Rackete (nome del padre riportato dal Corriere della Sera) è lo stesso Ekkehart Rackete, ex ufficiale dell' esercito tedesco ed esperto di armamenti ed ora consulente di sistemi militari?».

La domanda viene accompagnata dal riferimento a una pagina di Linkedin appartenente a un signor Ekkehart Rackete appunto impegnato nel settore. Domandare è lecito, rispondere è cortesia recita l' adagio. Ma già il Corriere ha forse risolto il quesito parlando di una lunga esperienza nell' industria militare di papà Rackete.

CAROLA RACKETE CON LA FAMIGLIACAROLA RACKETE CON LA FAMIGLIA
La giovane capitana con i rasta certo non maneggia gli esplosivi, ma chi considera l' immigrazione selvaggia come una bomba sociale ad orologeria potrebbe trarre qualche cinica battuta sulle attività predilette in famiglia. È sempre Francesca Totolo a sostenere come queste commistioni tra Ong «umanitarie» e compagnie che si occupano di armi e combattimento esistano.

Scrive online la Totolo: "Tutto ciò mi ricorda la Ong maltese Moas che nel direttivo aveva assoldato due ex ufficiali dell' esercito di Malta e un esperto di "sopravvivenza" in zone di guerra e titolare di una società produttrice di coltelli da guerra». Sovrapposizioni abbastanza inquietanti, che meritano di essere approfondite o quantomeno smentite dagli interessati (ma non sembra che ne abbiano molta voglia).
Carola RacketeCAROLA RACKETE
Parafrasando un altro tedesco non proprio pacifico, il generale Carl von Clausewitz: «L' immigrazione è la prosecuzione della guerra con altri mezzi». Fonte: qui

L'EX VICESINDACO LEGHISTA DI LAMPEDUSA, ANGELA MARAVENTANO: "QUELLI DELLA SEA WATCH SONO COMPLICI DI CHI TRAFFICA CARNE UMANA. SE LA CAPITANA VOLEVA SALVARLI DOVEVA PORTARLI IN UN ALTRO PORTO 
E' UNA CRIMINALE, IO ABITO SUL PORTO, HO VISTO TUTTO, QUESTA NAVE È PARTITA DI CORSA, COME UN RAZZO, VOLEVA L'INCIDENTE, CERCAVA DI AMMAZZARE QUALCUNO 
VORREI CAPIRE DOVE SONO STATI TROVATI I NAUFRAGHI A BORDO DELLA SEA WATCH…”

ANGELA MARAVENTANOANGELA MARAVENTANO
Angela Maraventano è intervenuta ai microfoni di  Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.

L'ex vicesindaco di Lampedusa, che ha protestato contro la Sea Watch dopo l'attracco al porto di Lampedusa della nave, ha dichiarato: "Qui c'è una situazione particolare, all'aeroporto ci sono due elicotteri che fanno la spola tra Lampedusa e la Libia, vorrei capire dove sono stati trovati i naufraghi a bordo della Sea Watch, non credo a una parola di quello che dicono. Quelli della Sea Watch sono complici di chi traffica carne umana. Se la capitana voleva salvarli doveva portarli in un altro porto. Voleva fare una forzatura e portarli nel nostro Paese.

E' una criminale, io abito sul porto, ho visto tutto, questa nave è partita di corsa, come un razzo, voleva l'incidente, cercava di ammazzare qualcuno, va arrestata subito. Auspico che chi la sta interrogando la ammanetti e la porti in carcere. Voleva ammazzare tutti quelli che aveva davanti, è entrata in porto come un razzo.

CAROLA RACKETE CON DAVIDE FARAONECAROLA RACKETE CON DAVIDE FARAONE
E' entrata come una furia  nella nostra terra, per violentare la nostra terra e ammazzare chi c'era davanti. Faremo presidio nella guardia di finanza e chiederemo il suo arresto immediato. Resteremo in presidio davanti alla guardia di finanza dove in questo momento è interrogata e voglio che il magistrato esca fuori dalla porta facendocela vedere ammanettata, altrimenti il nostro Paese non conta nulla". 

Sempre ai microfoni di Rai Radio2 è intervenuto Matteo Orfini alle 3.20 di notte. Il deputato del Partito Democratico, che era salito a bordo della Sea Watch quando l'imbarcazione era al quindicesimo giorno di navigazione ha dichiarato: "La situazione in questo momento è molto tesa, siamo entrati in porto, siamo attraccati, stiamo attendendo che arrivino gli operatori che servono per far sbarcare i migranti, croce rossa, medici, quello che serve per le prime operazioni.
ANGELA MARAVENTANOANGELA MARAVENTANO

La capitana è stata portata via dalla finanza, che ha ritenuto scorretto il suo comportamento. E' stata arrestata perché è stata considerata pericolosa la manovra che ha fatto nei confronti di una motovedetta nei confronti della guardia di finanza. Rischio collisione con una motovedetta della guardia di finanza? La motovedetta da quando siamo entrati in porto ha iniziato a zigzagare, bisognerà comprendere chi ha avuto un comportamento pericoloso alla guida.

Carola RacketeCAROLA RACKETE
Noi, alle 3.19 di notte, siamo ancora a bordo. I migranti attendono di essere sbarcati, tanta gente aspetta. La decisione di attraccare è arrivata perché sulla nave lo stato di tensione e sofferenza psicologica e fisica era tale da non consentire più di rimanere secondo le valutazioni del capitano, che in questi casi è l'unico ad avere il diritto e il dovere di fare valutazioni. Oggi ci siamo trovati in una situazione paradossale, ieri Salvini aveva detto che avrebbe fatto scendere i migranti in cinque minuti se ci fosse stato un accordo sulla redistribuzione dei migranti, l'accordo è arrivato stamattina e stanotte ancora nessuno è sceso dalla nave. Non si gioca con la vita delle persone, non si mette a rischio l'incolumità dei migranti, dei volontari della sea watch e anche delle forze dell'ordine che devono gestire la situazione":

CAROLA RACKETECAROLA RACKETE
Orfini ha aggiunto: "La situazione dei migranti? Scappano dalla guerra, sono esasperati, questa nave non è attrezzata ad ospitarli, c'è un bagno chimico per tutti, si dorme per terra, non tutti credo abbiano capito com'è stare su una nave del genere. E' stata una follia tenere le persone per sedici giorni in questo stato. Follia ulteriore non farli sbarcare stamattina, una volta arrivato l'accordo per la redistribuzione dei migranti in altri Paesi. Il ministro degli Interni gioca con la pelle delle persone".

Fonte: qui

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