9 dicembre forconi: ALERT BANCHE: una nuova bomba per le BCC

mercoledì 19 dicembre 2018

ALERT BANCHE: una nuova bomba per le BCC


Ormai questa finanziaria si sta trasformando in una barzelletta dove i derisi siamo noi, perché questo è quanto si pensa in giro per il mondo dell’Italia. Facciamo ridere. Almeno questo è quanto mi hanno riferivo alcuni contatti che ho all’estero. In Australia, come negli USA, anche a Hong Kong, a Londra come a Dublino. E anche a Parigi anche se forse in Francia , la situazione non è poi così splendida.
Intanto però non si trova l’accordo con l’Europa e l’atteso via libera informale alla manovra finanziaria è slittato di nuovo. Questione di dettagli? Questione di formalità? Ci sono ancora dei punti che Bruxelles non gradisce o sui quali non vede chiaro. E quindi si necessita di supplemento di istruttoria. Quindi, la trattativa continua ad oltranza.
Ma i mercati non si fermano e quindi, malgrado un parziale miglioramento grazie al passaggio da 2.48% a 2.04%, restano in tensione.

ITALIA vs GERMANIA: spread e CDS a confronto

Ma se Italia e UE litigano per la Manovra, qualcuno come sempre si dimentica degli effetti collaterali. Avrete già letto molto di quanto, in termini di capitalizzazione e di polverizzazione di valore, ci è costata questa tensione con l’Europa. Ma come dicono in molti “basta non vendere e poi tutto tornerà come prima”.
Fosse tutto così facile, ci sarebbe poco di cui preoccuparsi.
In realtà poi le cose stanno diversamente. Già vi ho parlato di cosa comporta alle banche italiane la tensione con l’Europa, e se poi ci aggiungiamo anche il momento particolarmente delicato a livello di mercati internazionali, si fa una bella frittata.
Infatti come potete vedere da questo grafico, fino a qualche settimana fa la correlazione tra BTP e banche quotate in borsa era fortissima. Recentemente il recupero a livello di prezzo dei BTP non ha trovato una risposta delle banche che hanno subito la debolezza dei mercati in generale

FTSEMIB banche vs BTP 30yr

Un bel pasticcio, perché se i titoli di stato italiani continuano ad essere cosi compressi a livello di prezzo, si creano non pochi problemi per i bilanci delle banche.
Abbiamo parlato di Carige, di MPS, di Banco BPM, ma non abbiamo ancora visto la situazione delle casse rurali e del credito cooperativo… E qui la bomba potrebbe essere veramente pericolosa.
(…) Il casus belli è una bomba: una bomba contabile che può minare il primo bilancio delle costituende capogruppo delle Bcc: Iccrea, Cassa centrale banca e Raiffeisen. Una bomba – secondo stime divulgate ieri dal Fatto Quotidiano – da circa 2,5 miliardi di euro. La riforma, varata per decreto dal governo Renzi a inizio 2016 sotto dettatura di Banca d’Italia, imponeva a tutte le circa 300 vecchie casse rurali di entrare in una holding, strutturata in società per azioni, con almeno un miliardo di euro di capitale.
Quando nel 2019 scriveranno il primo bilancio, le holding dovranno obbligatoriamente registrare tutti gli attivi (a partire dai titoli di Stato italiani) al “valore di mercato” anziché a quello di carico usato nei bilanci delle controllate. Questo vuol dire che i Btp a bilancio delle Bcc andranno conteggiati al loro valore attuale – risentendo dunque dell’effetto spread – e lo stesso potrebbe accadere coi crediti deteriorati e “deteriorandi”. (…) [Source] 
Avete capito cosa può significare questo? Una batosta paurosa già fin da subito per le neonate capogruppo Iccrea, Cassa centrale banca e Raiffeisen. Potenziale svalutazione pari a circa 2.5 miliardi di Euro. Avete letto bene. 2.5 miliardi!
Ora la partita è anche di tipo politico perché solo il Governo può sventare il problema cambiando le carte in tavola respingendo nuovamente gli emendamenti sui Principi contabili nazionali (Pcn) per sterilizzare gli effetti dello spread sul bilancio consolidato e restando nell’ambito dei principi contabili internazionali.
Ma sarà in grado questo Governo di fare qualcosa nei tempi stabiliti?
Bankitalia, si sa, non è d’accordo perché preferisce il principio di uniformità con il quale tutte le banche italiane e le capogruppo vadano a redigere il bilancio con i medesimi principi. Però qui si rischia di far saltare in aria un sistema che già di suo ha delle falle.
Banche italiane sempre nel mirino, ma questa volta anche le “banche del territorio” rischiano di fare boom.


Fonte: qui

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