La guerra dei dazi Usa-Cina, i timori dei mercati che Pechino rallenti troppo il passo e che gli Stati Uniti accelerino nella produzione di petrolio hanno messo a terra le borse asiatiche. Ieri l'S&P ha toccato i minimi da 14 mesi e solo 40 titoli su 500 hanno chiuso in area positiva, cedendo tutti i segmenti di mercato. Oggi il Nikkei ha terminato la corsa a -1,82%, mentre alle ore 7:30 italiane l'Hang Seng è in rosso per l'1,19% e Shanghai cede lo 0,90%.
Oro in calo dello 0,11% a 1.250,4 dollari per oncia, mentre il petrolio Wti americano, dopo lo scivolone di ieri sera a Wall Street è in rosso anche in Asia e dai valori di venerdì scorso cede l'8,25% a 48,96 dollari il barile. L'euro è in equilibrio sul dollaro a 1,1345, lo yen sale come moneta rifugio dello 0,19% a 112,62 e la sterlina si assesta a 1,2627 sul biglietto verde.
Molto atteso, oggi il discorso del presidente cinese, Xi Xinping, sui 40 anni dall'avvio delle riforme in Cina. Un discorso durato un'ora e mezza. "Nessuno è nella posizione di imporre al popolo cinese cosa dovrebbe o cosa non dovrebbe fare", ha detto Xi Jinping, celebrando a Pechino i 40 anni dall'avvio delle politiche di apertura e delle riforme economiche che hanno prodotto il "miracolo" della crescita cinese. Ora, ha aggiunto Xi durante le celebrazioni, che cadono mentre Pechino fronteggia la sfida diplomatica e sul commercio da parte degli Usa di Trump, "dobbiamo risolutamente riformare quello che deve e può essere cambiato, e risolutamente non dobbiamo riformare quanto non può e non deve essere cambiato".
Il presidente cinese Xi Jinping promette "un nuovo miracolo, persino più grande, che impressionerà il mondo", commemorando i 40 anni d'apertura e riforme alla base del "miracolo" utile a sollevare dalla povertà 740 milioni di persone e portare Pechino al ruolo di seconda economia mondiale, Xi ha ricordato che "con una civilizzazione di oltre 5.000 anni "nessuno può dire alla Cina quello che deve o non deve fare". Avanti quindi con l'apertura e riforme, no a "egemonia" e a "crescita a spesa di altre nazioni o rinuncia al nostro passo". La Cina non cerca l'egemonia, ha proseguito Xi e il suo sviluppo "non pone minacce ad altri". E ha aggiunto che la Cina "non perseguirà mai il proprio sviluppo a scapito di altri", in un passaggio dedicato all'iniziativa di connessione infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa, Belt and Road, da lui lanciata nel 2013, e "non rinuncerà mai ai suoi diritti e interessi legittimi". "Non importa quanto la Cina si sviluppi, non cercheremo mai l'egemonia", ha spiegato il presidente.
Oggi la Fed inizia il meeting che dura due giorni. I mercati prevedono, attraverso l'indicatore dei Fed funds, che la Banca centrale americana aumenti il suo tasso di interesse a breve termine dello 0,25% come preannunciato dalla stessa Fed, a un intervallo che va dal 2,25% al 2,5%. Gli investitori temono che una maggiore restrizione monetaria possa pesare sulla crescita degli Stati Uniti e, infine, sull'economia globale, che dovrebbe già rallentare nel 2019 a causa delle tensioni commerciali. Il presidente Donald Trump ha scritto su Twitter che è "incredibile" che la Fed stia considerando un altro rialzo dei tassi, con "un dollaro molto forte e praticamente nessuna inflazione".
"Nonostante la recente apertura di Donald Trump, la Fed sembra destinata a rialzare i tassi mercoledì con gli operatori del mercato che sono ansiosi di vedere se l'economia può gestire un maggiore inasprimento delle politiche date le aspettative di rallentamento della crescita", hanno detto in un commento gli economisti di Ing, Nicholas Mapa e Prakash Sakpal.
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