IL DOTTOR MASSIMO FINZI: “LE UNIVERSITÀ ITALIANE LICENZIANO OGNI ANNO 8000 LAUREATI IN MEDICINA MA CIRCA MILLE RESTANO FUORI DALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE A CAUSA DELL’ESAURIMENTO DEL NUMERO DI BORSE DI STUDIO
PER FORMARE QUESTI MEDICI SAREBBE NECESSARIO INCREMENTARE IL NUMERO DELLE BORSE DI STUDIO, AUMENTARE IL NUMERO DEI DOCENTI, DEI LABORATORI, DELLE STRUTTURE SANITARIE E..."
Massimo Finzi per Dagospia
Il balletto delle dichiarazioni sul numero chiuso alla facoltà di medicina rappresenta un ulteriore termometro della attuale situazione politica italiana dove i due partiti al governo in realtà sono in perenne competizione elettorale e in tale situazione rimarranno probabilmente fino alle prossime elezioni europee. Purtroppo il momento elettorale rappresenta la condizione peggiore per un governo di una nazione perché i partiti, più che al bene comune, sono interessati a riscuotere il consenso popolare.
Che cosa è successo a proposito del numero chiuso alla facoltà di medicina? E’ vero che a breve mancheranno nella sanità molte figure professionali? Ha ragione Salvini a dichiarare la propria contrarietà al numero chiuso? Nei prossimi 5 anni è prevista una carenza di 45.000 medici quindi apparentemente sembrerebbe logico spalancare le porte dell’università a tutti gli aspiranti medici, e invece così facendo si aggraverebbe un problema che già oggi crea gravi disagi.
La moderna medicina esige una lunga e specifica preparazione che pone il neolaureato davanti a due strade: il percorso formativo per la medicina di famiglia o l’accesso alle scuole di specializzazione. Le Università italiane licenziano ogni anno 8000 laureati in medicina ma circa mille restano fuori dalle scuole di specializzazione a causa dell’esaurimento del numero di borse di studio.
Ad oggi sono 18.000 i laureati in medicina che non hanno trovato posto né per la specializzazione né per la medicina di famiglia e la situazione si aggrava di anno in anno.
Per formare questi medici sarebbe necessario incrementare il numero delle borse di studio, aumentare il numero dei docenti, dei laboratori, delle strutture sanitarie, e fornire il materiale didattico necessario. Ma questo si scontra con la limitatezza delle risorse disponibili.
Il governo, nella nota n°22 pubblicata alla fine del Consiglio dei Ministri, aveva annunciato “Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”. Un annuncio dal significato demagogico frutto della scarsa conoscenza del problema e infatti dopo poche ore è arrivata la rettifica: “Si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”.
Una rettifica che evidentemente ignora che già da tempo il ministro del Miur è al lavoro su questo tema proprio con la Conferenza dei Rettori delle Università. Forse una maggiore collaborazione e un migliore scambio di informazioni tra i vari ministeri non guasterebbe.
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