IL MARITO È STATO ACCUSATO DI OMICIDIO DOPO ESSERE STATO INCASTRATO DA UN FILMATO CHE MOSTRA LA FUGA DELLA VITTIMA E LA SUA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA IN ASCENSORE
PER I GIUDICI L'HA STRANGOLATA, HA GETTATO IL CADAVERE DI SOTTO E POI...
Nell’ultima settimana diversi giornali brasiliani si sono occupati di un caso di cronaca finito male: la morte di un’avvocata di 29 anni, Tatiane Spitzner, precipitata dal balcone del quinto piano di casa sua dopo essere stata picchiata dal marito, il biologo e docente universitario Luís Felipe Manvailer, di 32 anni.
Il caso ha attirato molte attenzioni non solo perché il marito ora è accusato di femminicidio, reato previsto nel codice penale brasiliano, ma anche perché le violenze di Manvailer contro la moglie sono state filmate da alcune telecamere a circuito chiuso, tra cui una posizionata all’interno dell’ascensore dell’edificio dove viveva la coppia.
I video diffusi dalla polizia e pubblicati da numerose testate online mostrano la coppia prima della morte di Spitzner: si vedono i due in strada, nel garage del loro condominio e infine nell’ascensore.
Si vede la donna cercare di fuggire e il marito trattenerla contro la sua volontà e sbatterla violentemente contro una parete dell’ascensore. La parte finale mostra Manvailer tornare nell’ascensore e cercare di ripulire le tracce di sangue dopo la morte della moglie e dopo averne riportato il corpo in casa. Una delle versioni del video che è girata (non quella che c’è qui sotto) mostra anche la caduta di Spitzner e il suo corpo portato dal marito in ascensore.
Secondo la ricostruzione della polizia, Manvailer avrebbe continuato a picchiare Spitzner anche in casa: i vicini l’avrebbero sentita gridare per chiedere aiuto. L’uomo si è dichiarato innocente e ha detto che sua moglie si è buttata da sola giù dal balcone di casa.
I video dell’aggressione sono stati mostrati anche in televisione, il 5 agosto, durante il programma di attualità e intrattenimento Fantástico, il più visto in Brasile di domenica: l’impatto sui telespettatori è stato enorme, hanno scritto i giornali locali.
Durante il programma sono intervenute diverse persone che conoscevano Spitzner e che hanno parlato del rapporto tra lei e il marito: una sua amica ha raccontato che la donna aveva spesso dei lividi sulle braccia e che le aveva mandato un messaggio in cui diceva che il marito «la odiava a morte».
In reazione ai video delle violenze su Spitzner e in occasione del 12esimo anniversario della legge brasiliana contro la violenza domestica, il 7 agosto sui social network è stato usato l’hashtag #metaAcolher: letteralmente significa “metti un cucchiaio” ed è un riferimento al detto brasiliano “entre marido e mulher meta a colher”, analogo all’italiano “tra moglie e marito non mettere il dito”.
La polizia ha detto che Spitzner non aveva mai denunciato violenze da parte del marito, una cosa abbastanza comune nei casi di violenza domestica (si stima che in Brasile solo un quarto delle donne che subiscono violenza faccia poi denuncia). Luana Spitzner, sorella di Tatiane, ha creato un profilo Instagram dedicato alla sorella, TodosPorTatiane, che dice: «la violenza lascia segni, non vederli porta ai femminicidi».
Si stima che in Brasile quasi un terzo delle donne abbia subito una violenza. Secondo un sondaggio del 2017, in più della metà dei casi di violenza gli aggressori erano i partner o gli ex partner delle donne.
Secondo uno studio del 2015 della serie Mapa da Violência, realizzata dall’organizzazione internazionale Faculdade Latino-Americana de Ciências Sociais (Flacso) insieme all’ONU, il Brasile ha il quinto tasso di femminicidi più alto al mondo, con 4,8 omicidi ogni 100mila donne.
Maria Laura Canineu, la direttrice brasiliana dell’ong Human Rights Watch, ha spiegato al New York Times che la legge del Brasile sul femminicidio è fatta molto bene, così come quella sulla violenza domestica ma il problema è l’applicazione di quest’ultima: è anche per questo che molte donne non denunciano le violenze che subiscono.
Spesso inoltre la polizia non ha i mezzi e l’addestramento necessario per occuparsi di questi casi e invita le donne ad andare nelle centrali di polizia pensate appositamente per le donne, che però sono poche e sono aperte solo per poche ore al giorno. Fonte: qui
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