AL CENTRO DEGLI ACCERTAMENTI I 250 MILA EURO RICEVUTI ALLA VIGILIA DELLE ULTIME ELEZIONI POLITICHE DALLA ONLUS “PIÙ VOCI” LEGATA AL CARROCCIO
LE VERIFICHE DEI CARABINIERI SONO CONCENTRATE SULLE MODALITÀ DI ISCRIZIONE NEI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI PARNASI DELLE USCITE A FAVORE DEI PARTITI
Valentina Errante per “il Messaggero”
Finanziamento illecito dei partiti. Insieme al tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, per i 150 mila euro versati dall' imprenditore Luca Parnasi alla Fondazione Eyu, anche il nome di Giulio Centemero, tesoriere della Lega, finisce sul registro degli indagati della procura di Roma. Al centro degli accertamenti il denaro ricevuto, 250 mila euro, alla vigilia delle ultime politiche dalla onlus Più voci.
Agli atti le intercettazioni dell' imprenditore, arrestato lo scorso giugno per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze e alla corruzione nell' inchiesta sullo stadio di Tor di Valle, e le ultime dichiarazioni, rese dallo stesso Parnasi davanti alla pm Barbara Zuin. Nel corso dell' interrogatorio il costruttore ha ammesso di avere trattato direttamente con Centemero sulle cifre e di avere poi delegato la questione ai suoi collaboratori.
IL SOSPETTO
Le verifiche dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma si sono concentrate sulle modalità di iscrizione nei bilanci delle società di Parnasi delle uscite a favore dei partiti, non registrate come finanziamenti. Il 14 febbraio scorso, a meno di un mese dalle elezioni, i militari avevano intercettato un dialogo tra Parnasi e il suo collaboratore Luca Talone.
Riassumono in un' informativa: «Parnasi incarica Talone di eseguire delle operazioni sui conti societari citando alcuni partiti politici quali destinatari di tali movimenti bancari». Il riferimento è a 100 mila euro, «dicendo che sono emesse da Immobiliare Pentepigna srl», società del suo gruppo.
Parnasi dice al collaboratore: «Lega c'abbiamo cento e cento». Ed è un suo fedelissimo, intercettato, che si impegna a parlare direttamente con il commercialista della Lega, Andrea Manzoni: «Possiamo fare una cosa retroattiva, dire che abbiamo fatto dei passaggi sulla radio. Andrea vedilo anche oggi, non prendere tempo, portati i pezzi di carta vecchi».
Parnasi propone la giustificazione contabile: «Dapprima si chiede se sia il caso di chiamare Centemero», annotano i militati, «poi suggerisce di parlare con Manzoni dal telefono fisso». È invece il commercialista della Lega a chiedere chiarimenti: «Ma sul discorso di prima, voi avete messo i riferimenti sul bilancio?».
IL SISTEMA
L'accelerazione nell' attività istruttoria è arrivata dopo la decisione dei pm di non procedere con la richiesta di giudizio immediato per approfondire quello che è stato ribattezzato come il sistema Parnasi, cioè i soldi destinati a politici e strutture vicine ai partiti. Per l'associazione «Più Voci» l' imprenditore nel 2015 ha garantito un finanziamento di 100 mila euro, ai quali se ne sono aggiunti altri 150 mila alla vigilia delle ultime politiche.
Alcuni atti di questo filone sono stati inviati dai pm di Piazzale Clodio ai colleghi della Procura di Genova che indagano sui fondi della Lega. Un' iniziativa che però non ha «svuotato» l' attività di indagine dei pm romani che sono andati avanti.
Adesso l' inchiesta dovrebbe essere chiusa in tempi brevi con le nuove contestazioni.
Fonte: qui
Valentina Errante per “il Messaggero”
Finanziamento illecito dei partiti. Insieme al tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, per i 150 mila euro versati dall' imprenditore Luca Parnasi alla Fondazione Eyu, anche il nome di Giulio Centemero, tesoriere della Lega, finisce sul registro degli indagati della procura di Roma. Al centro degli accertamenti il denaro ricevuto, 250 mila euro, alla vigilia delle ultime politiche dalla onlus Più voci.
Agli atti le intercettazioni dell' imprenditore, arrestato lo scorso giugno per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze e alla corruzione nell' inchiesta sullo stadio di Tor di Valle, e le ultime dichiarazioni, rese dallo stesso Parnasi davanti alla pm Barbara Zuin. Nel corso dell' interrogatorio il costruttore ha ammesso di avere trattato direttamente con Centemero sulle cifre e di avere poi delegato la questione ai suoi collaboratori.
IL SOSPETTO
Le verifiche dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma si sono concentrate sulle modalità di iscrizione nei bilanci delle società di Parnasi delle uscite a favore dei partiti, non registrate come finanziamenti. Il 14 febbraio scorso, a meno di un mese dalle elezioni, i militari avevano intercettato un dialogo tra Parnasi e il suo collaboratore Luca Talone.
Riassumono in un' informativa: «Parnasi incarica Talone di eseguire delle operazioni sui conti societari citando alcuni partiti politici quali destinatari di tali movimenti bancari». Il riferimento è a 100 mila euro, «dicendo che sono emesse da Immobiliare Pentepigna srl», società del suo gruppo.
Parnasi dice al collaboratore: «Lega c'abbiamo cento e cento». Ed è un suo fedelissimo, intercettato, che si impegna a parlare direttamente con il commercialista della Lega, Andrea Manzoni: «Possiamo fare una cosa retroattiva, dire che abbiamo fatto dei passaggi sulla radio. Andrea vedilo anche oggi, non prendere tempo, portati i pezzi di carta vecchi».
Parnasi propone la giustificazione contabile: «Dapprima si chiede se sia il caso di chiamare Centemero», annotano i militati, «poi suggerisce di parlare con Manzoni dal telefono fisso». È invece il commercialista della Lega a chiedere chiarimenti: «Ma sul discorso di prima, voi avete messo i riferimenti sul bilancio?».
IL SISTEMA
L'accelerazione nell' attività istruttoria è arrivata dopo la decisione dei pm di non procedere con la richiesta di giudizio immediato per approfondire quello che è stato ribattezzato come il sistema Parnasi, cioè i soldi destinati a politici e strutture vicine ai partiti. Per l'associazione «Più Voci» l' imprenditore nel 2015 ha garantito un finanziamento di 100 mila euro, ai quali se ne sono aggiunti altri 150 mila alla vigilia delle ultime politiche.
Alcuni atti di questo filone sono stati inviati dai pm di Piazzale Clodio ai colleghi della Procura di Genova che indagano sui fondi della Lega. Un' iniziativa che però non ha «svuotato» l' attività di indagine dei pm romani che sono andati avanti.
Adesso l' inchiesta dovrebbe essere chiusa in tempi brevi con le nuove contestazioni.
Fonte: qui
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