LA PROCURA DI MADRID INDAGA SUI MASTER CON CUI CENTINAIA DI PERSONE DIVENTANO AVVOCATI PAGANDO E SENZA DOVER SOSTENERE LA PROVA IN ITALIA
LE NOSTRE UNIVERSITÀ STANNO DIVENTANDO TROPPO DIFFICILI O SONO LE MATRICOLE A ESSERE MENO PREPARATE?
SEMPRE PIÙ BOCCIATI AI TEST DI AMMISSIONE ALLE FACOLTÀ A NUMERO CHIUSO
SCANDALO A MADRID "MASTER TRUCCATI PER AVVOCATI ITALIANI"
Francesco Olivo per “la Stampa”
Sabato 28 maggio 2016: appuntamento alla stazione centrale di Madrid, Atocha. Almeno otto pullman aspettano la comitiva di italiani. Alcuni preferiscono proseguire con mezzi propri. Sembrano turisti, ma la meta non è il Prado.
La comitiva si dirige all' Università Rey Juan Carlos. Dopo poche ore si può tornare indietro con il risultato ottenuto: i 500 sono diventati avvocati, anzi «abogados», perché per essere riconosciuti ufficialmente in Italia serviranno tre anni. Costo stimato dell' operazione: 11 mila euro. Caro per una gita, molto meno se nel pacchetto è compreso saltare l'esame di Stato in Italia, dove allo scritto passa, in media, solo il 30 per cento degli iscritti.
La pratica è sempre più diffusa ed è legale, ma la procura di Madrid sta indagando sui rapporti tra le agenzie che gestiscono questi migranti del diritto e le università spagnole che assegnano i titoli. Il caso dei 500 italiani è stato aperto dopo la denuncia raccolta dell' Osservatorio spagnolo contro la corruzione.
Il fenomeno ovviamente non si limita a quel sabato di primavera di due anni fa, ma va esteso e di molto, visto che sono migliaia ogni anno i connazionali che per evitare l' esame di Stato accedono alla professione andando in Spagna, a volte solo virtualmente.
Le cifre non sono ufficiali, ma una consigliera dell' Ordine di Roma, l' avvocato Livia Rossi, ogni volta in cui assiste al giuramento dei nuovi fa una sua statistica «giovedì scorso su 29 persone, 19 erano passati per la Spagna». Piccoli dati, ma molto significativi, «gli "abogados" aumentano sempre di più», dice Rossi, nonostante che dal 2011 sia stato messo qualche paletto al turismo dei titoli. Prima della riforma spagnola, infatti, occorreva praticamente soltanto una laurea in Giurisprudenza per diventare «abogado».
Legami sospetti
Oggi invece il percorso iberico prevede un master da frequentare e una prova finale. Ed è qui che, secondo l' Osservatorio contro la corruzione, nascono i dubbi: ci sono agenzie e studi di avvocati, spesso italiani, che organizzano queste gite, garantendo il disbrigo delle pratiche con successo finale assicurato («0% di bocciati», scrive uno dei portali più seguiti).
«C' è chi guadagna molto e chi ottiene troppo senza sforzi» dice al telefono il coordinatore dell' Osservatorio Miguel Lorente. Alcune di queste agenzie arrivano al punto di promettere, che per diventare avvocato in Spagna non c' è nemmeno bisogno di uscire di casa, se non per la prova finale, «molto più semplice della nostra», ricorda l' avvocato Rossi che sottolinea il fatto che «questa pratica ha come conseguenza l' aumento complessivo degli iscritti, che sono già oltre 25 mila soltanto a Roma».
Gli ordini professionali italiani hanno provato a fermare questa pratica, impedendo talvolta le iscrizioni all' albo degli «abogados», ma la Corte europea di giustizia e poi il garante della concorrenza hanno costretto a rettificare: chi è avvocato in una nazione dell' Ue deve essere riconosciuto nelle altre.
In ogni caso gli ordini sono certi da anni che ci sia qualcosa che non va: «Nel 2010 provammo a fare una verifica, risultò che molte di queste persone non sapevano neppure dire "ciao" in spagnolo, eppure la lingua sarebbe uno dei requisiti», conclude Rossi.
La denuncia dell' Osservatorio contro la corruzione era stata archiviata due anni fa, ma un giudice ha aperto il caso. Negli ultimi mesi l' Università Rey Juan Carlos I di Madrid è stata al centro dello scandalo dei master agevolati (quando non regalati) ai politici spagnoli che ha portato alle dimissioni della presidente della Regione di Madrid, Cristina Cifuentes e alla ministra della Sanità, Carmen Montón e potrebbe travolgere presto anche il leader del Partito popolare, Pablo Casado.
«Sono storie che danneggiano enormemente il mondo universitario - accusa Lorente - speriamo che questa indagine faccia chiarezza, la cultura dello sforzo deve tornare di moda».
LA STRETTA DEGLI ATENEI: PIÙ BOCCIATI AI TEST COSÌ GRADUATORIE SNELLE E POSTI ASSICURATI
Lorena Loiacono per “il Messaggero”
Quest' anno per le aspiranti matricole il gioco si fa duro. I test di ingresso stanno infatti bocciando, uno ad uno, migliaia di candidati che hanno provato ad entrare nelle facoltà a numero programmato. Prima la durissima selezione emersa tra gli aspiranti medici, dei quali è risultato idoneo al test solo il 67% del totale rispetto all' 87% registrato nel 2017, poi sono arrivati i risultati del test per Veterinaria e ieri quelli di Architettura.
I NUMERI
Il risultato è sempre lo stesso: un picco di bocciati senza precedenti. E allora comincia l' esodo: un fiume di studenti si prepara ad iscriversi in altre facoltà, in cui fare esami utili poi per chiedere il trasferimento tra un anno.
Il ministero dell' istruzione sta infatti pubblicando gli esiti dei test in forma anonima e lo scenario è ancora più pesante di quello delineato per medicina: una riduzione di aspiranti veterinari mai vista prima, per cui gli idonei sono scesi dall' 83,58% del 2017 al 61,77%.
Ieri ad Architettura i candidati che hanno sostenuto la prova sono stati infatti 6.779, rispetto alle 7.986 domande pervenute, e solo 5.720 sono risultati idonei. Vale a dire l' 84,38% del totale. Nel 2017 invece passarono la prova, inserendosi così in graduatoria, 7.704 candidati: il 97,95%.
E ci si chiede perché quest' anno la selezione per gli idonei, quelli cioè che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sia stata così dura rispetto al passato.
La prima grande débâcle ha interessato Medicina dove dal 2016 ad oggi la percentuale di promossi al test è scesa dal 93,7% al 67%. E dire che due anni fa c' erano 9 idonei su 10. A cambiare, da quest' anno, è stata anche la quota dei posti messi a bando: medicina ha avuto 9779 posti rispetto ai 9100 dello scorso anno, veterinaria 759 posti contro i 655 del 2017 e architettura 7.211 contro i 6.873.
LE SPECIALIZZAZIONI
Del resto il ministero della salute ha bisogno di camici bianchi e sta mettendo in piedi un piano ad hoc con i sindacati sia per l' aumento di professionisti nelle corsie, così come negli ambulatori, sia per incrementare i posti nelle specializzazioni mediche dove, di fatto, si crea ogni anno un imbuto formativo che lascia fuori migliaia di aspiranti specializzandi, tutti già laureati in medicina.
Anche il ministro Bussetti ha già annunciato di voler mettere mano al numero programmato: «Lavoreremo sui meccanismi che regolano l' accesso al mondo universitario. Dobbiamo puntare ad adottare un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti in base alle loro attitudini».
IL FINE
Intanto si sta alzando l' asticella dei bravi, con il risultato di evitare l' affollamento delle graduatorie. Il punteggio medio nazionale registrato fra coloro che sono risultati idonei per entrare ad architettura è stato infatti di 34,45, ben al di sotto del punteggio medio dei candidati che hanno svolto il test nel 2017, che raggiunsero 45,75. Si abbassano anche i voti, quindi.
Per quanto riguarda il numero programmato di Architettura, l' ateneo che si è contraddistinto più di tutti a livello nazionale è stata l' Università degli studi della Basilicata che ha collezionato sia il punteggio medio più alto a livello di ateneo, pari a 42,47, sia la percentuale di idonei più alta pari al 100%, raggiunta anche dall' Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
LA SELEZIONE
E allora, a fronte di una selezione tanto rigida, dove sono i migliori aspiranti architetti italiani? Il punteggio più alto è stato conseguito da un candidato al Politecnico di Milano ottenendo 84,3. Inoltre i primi 100 classificati sono concentrati in 23 Atenei diversi. La maggior concentrazione di bravi, classificati nei primi 100, è stata al Politecnico di Milano che ne ha avuti 48, a Ferrara, a Padova e all' Università Iuav di Venezia che ne hanno avuti 6 ciascuno.
E i bocciati che faranno? Si rivolgono altrove, provando a sostenere esami utili per poi ritentare il test il prossimo anno. Ad esempio Biologia permette di fare esami che poi verrebbero convalidati a Medicina, per veterinaria vale lo stesso discorso con Scienze zootecniche, per Architettura ci si rivolge invece ad ingegneria.
Fonte: qui
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