QUANDO ARRIVA LA POLIZIA VIENE SCOPERTA A BORDO PIU’ DI UNA TONNELLATA DI COCAINA, DIVISA IN 1202 TAVOLETTE
LA DROGA ERA STATA DEPOSITATA DAI “PIRATI” O LA STAVANO RITIRANDO?
Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”
Commando di pirati assalta una nave, ma invece di svaligiarla la "valigiano": nel senso letterale che ci caricano a bordo 41 valige. Possibile, direte. E che razza di pirati sono? Una possibile interpretazione è che non si trattasse di pirati ma di narcos, che dentro alle valige ci avevano messo 1,322 tonnellate di cocaina, divisa in 1202 tavolette: il tutto in due container. E che si va in giro a distribuire droga come se fossero noccioline, penserete.
Proprio così: nel senso che la cocaina era nascosta nelle noccioline. La cosa è avvenuta nel porto brasiliano di Santos, vicino a San Paolo, la notte di domenica scorsa. E la nave era italiana: la Grande Francia, proveniente dall' Argentina via Montevideo, registrata nel porto di Palermo e facente riferimento al gruppo Grimaldi. 214 metri con a bordo 26 uomini di equipaggio, container e veicoli.
Ma la vicenda non è del tutto chiara. Tanto per dirne una, i 41 contenitori sono stati definiti da alcuni giornali appunto come valige, ma da altro come borse e da altri ancora come sacchi: «ancora bagnati». La Polizia Federale di Santos, per conto suo, conferma la presenza della cocaina, anche perché è stata essa stessa a trovarla e sequestrarla, assieme a elementi della Marina. Ma sospetta che l'assalto abbia in realtà riguardato un'altra imbarcazione.
IL PRECEDENTE
Comunque, anche a una seconda nave del gruppo Grimaldi era accaduta qualcosa del genere qualche giorno prima: esattamente, il 7 agosto. Il suo nome: Grande Nigeria. Però nella stampa italiana non se ne è parlato quasi per niente: a differenza della stampa brasiliana, che gli ha dato un certo rilievo.
Va detto che se la Grande Francia batte bandiera italiana, in realtà i marinai erano tutti filippini. Ma era italiano il capitano. Quattro o cinque individui in tuta da sub e passamontagna e armati di machete si sono issati a bordo con corde e ganci, mentre il mercantile era ancorato in attesa di autorizzazione per attraccare al molo di Santos.
Quando ha visto un energumeno col machete che correva verso di lui, il capitano ha fatto in tempo a azionare l'allarme, arrivato anche in Italia, e a richiudere tutti i suoi uomini in una stanza blindata, chiedendo assistenza radio.
È stata la stessa Grimaldi Lines giovedì a confermare che il protocollo di emergenza era stato realizzato con successo: «Il capitano ha innescato l'allarme generale e tutti i membri dell'equipaggio si sono rifugiati nella stanza di sicurezza della nave e il sistema di sicurezza è stato attivato per informare lo Stato di bandiera».
Un dipendente del costruttore navale in Brasile ha spiegato che la segnalazione è stata ricevuta e confermata istantaneamente presso il ministero dei Trasporti italiano, dove c'è una squadra specifica per fornire supporto per gli episodi di pirateria. Il raid sarebbe durato due ore. Alla fine, il capitano ha detto che non ci sarebbe stato bisogno di intervento, poiché gli invasori erano fuggiti.
C'era cattivo tempo, e così la pattuglia mista di Polizia e Marina è arrivata troppo tardi per intercettare gli intrusi. Tutta la zona di carico è stata allora perquisita, e sono stati trovati due container rotti, senza che vi fosse stato rubato nulla.
PRIMO VIAGGIO
In altri due contenitori, invece, è stata invece trovata la "roba". Portata effettivamente a bordo dai misteriosi assalitori, o già a bordo? Tanto la stampa italiana mainstream ha ignorato il fatto, tanto i siti più scandalistici ci si sono tuffati a pesce, con definizioni sarcastiche tipo: "Grimaldi una compagnia stupefacente".
Ma è possibile che sapendo di avere un carico del genere a bordo il capitano abbia chiamato la Polizia proprio esponendosi al rischio di una simile persecuzione? Secondo l'importante sito di notizie brasiliano G1 questo sarebbe stato il primo viaggio a Santos di quell'equipaggio. Molto difficile, dunque, che ci fossero già stati accordi di qualche tipo con bande di narcos. Però per il momento la Polizia Federale ha segretato le indagini. Fonte: qui
Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”
Commando di pirati assalta una nave, ma invece di svaligiarla la "valigiano": nel senso letterale che ci caricano a bordo 41 valige. Possibile, direte. E che razza di pirati sono? Una possibile interpretazione è che non si trattasse di pirati ma di narcos, che dentro alle valige ci avevano messo 1,322 tonnellate di cocaina, divisa in 1202 tavolette: il tutto in due container. E che si va in giro a distribuire droga come se fossero noccioline, penserete.
Proprio così: nel senso che la cocaina era nascosta nelle noccioline. La cosa è avvenuta nel porto brasiliano di Santos, vicino a San Paolo, la notte di domenica scorsa. E la nave era italiana: la Grande Francia, proveniente dall' Argentina via Montevideo, registrata nel porto di Palermo e facente riferimento al gruppo Grimaldi. 214 metri con a bordo 26 uomini di equipaggio, container e veicoli.
Ma la vicenda non è del tutto chiara. Tanto per dirne una, i 41 contenitori sono stati definiti da alcuni giornali appunto come valige, ma da altro come borse e da altri ancora come sacchi: «ancora bagnati». La Polizia Federale di Santos, per conto suo, conferma la presenza della cocaina, anche perché è stata essa stessa a trovarla e sequestrarla, assieme a elementi della Marina. Ma sospetta che l'assalto abbia in realtà riguardato un'altra imbarcazione.
IL PRECEDENTE
Comunque, anche a una seconda nave del gruppo Grimaldi era accaduta qualcosa del genere qualche giorno prima: esattamente, il 7 agosto. Il suo nome: Grande Nigeria. Però nella stampa italiana non se ne è parlato quasi per niente: a differenza della stampa brasiliana, che gli ha dato un certo rilievo.
Va detto che se la Grande Francia batte bandiera italiana, in realtà i marinai erano tutti filippini. Ma era italiano il capitano. Quattro o cinque individui in tuta da sub e passamontagna e armati di machete si sono issati a bordo con corde e ganci, mentre il mercantile era ancorato in attesa di autorizzazione per attraccare al molo di Santos.
Quando ha visto un energumeno col machete che correva verso di lui, il capitano ha fatto in tempo a azionare l'allarme, arrivato anche in Italia, e a richiudere tutti i suoi uomini in una stanza blindata, chiedendo assistenza radio.
È stata la stessa Grimaldi Lines giovedì a confermare che il protocollo di emergenza era stato realizzato con successo: «Il capitano ha innescato l'allarme generale e tutti i membri dell'equipaggio si sono rifugiati nella stanza di sicurezza della nave e il sistema di sicurezza è stato attivato per informare lo Stato di bandiera».
Un dipendente del costruttore navale in Brasile ha spiegato che la segnalazione è stata ricevuta e confermata istantaneamente presso il ministero dei Trasporti italiano, dove c'è una squadra specifica per fornire supporto per gli episodi di pirateria. Il raid sarebbe durato due ore. Alla fine, il capitano ha detto che non ci sarebbe stato bisogno di intervento, poiché gli invasori erano fuggiti.
C'era cattivo tempo, e così la pattuglia mista di Polizia e Marina è arrivata troppo tardi per intercettare gli intrusi. Tutta la zona di carico è stata allora perquisita, e sono stati trovati due container rotti, senza che vi fosse stato rubato nulla.
PRIMO VIAGGIO
In altri due contenitori, invece, è stata invece trovata la "roba". Portata effettivamente a bordo dai misteriosi assalitori, o già a bordo? Tanto la stampa italiana mainstream ha ignorato il fatto, tanto i siti più scandalistici ci si sono tuffati a pesce, con definizioni sarcastiche tipo: "Grimaldi una compagnia stupefacente".
Ma è possibile che sapendo di avere un carico del genere a bordo il capitano abbia chiamato la Polizia proprio esponendosi al rischio di una simile persecuzione? Secondo l'importante sito di notizie brasiliano G1 questo sarebbe stato il primo viaggio a Santos di quell'equipaggio. Molto difficile, dunque, che ci fossero già stati accordi di qualche tipo con bande di narcos. Però per il momento la Polizia Federale ha segretato le indagini. Fonte: qui
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