GIÀ NEL 2017 I GRILLINI POSERO IL PROBLEMA DELLA TRASPARENZA MA I BUROCRATI DEL MINISTERO HANNO SEMPRE OSTEGGIATO L'AUTORITA’ ANTICORRUZIONE CHE SI E’ GIA’ PRONUNCIATA A FAVORE DELLA PUBBLICAZIONE DEI DOCUMENTI, COMPRESO IL PIANO ECONOMICO E FINANZIARIO…
Carlo Tarallo per “la Verità”
Il mistero dei contratti delle concessioni autostradali sta per essere svelato. Anzi: starebbe per essere svelato. Il condizionale è d' obbligo, ma la strada verso una totale trasparenza su questi atti sembra spianata. «Desecreteremo integralmente», ha detto due giorni fa il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, «tutti i contratti in essere con i concessionari autostrade e li pubblicheremo sul sito del Mit. Inoltre con il governo del cambiamento non ci saranno più convenzioni che avvantaggiano i gestori privati a discapito dello Stato».
Ancora più determinato il vicepremier Luigi Di Maio: «Dobbiamo desecretare gli atti perché i contratti con Autostrade non sono accessibili pubblicamente e anche noi ministri facciamo fatica ad accedervi. Una volta tolti i vincoli», ha aggiunto Di Maio, «scopriremo quali sono i termini dell'accordo. Sappiamo che ci sono delle inadempienze, quindi revocheremo le concessioni. In Italia non si può morire pagando il pedaggio».
Il riferimento è, come dicevamo, agli atti delle concessioni autostradali. Atti coperti dal segreto, manco si trattasse dell' elenco degli 007 italiani in servizio sotto copertura. Atti che, lo scorso dicembre, sono stati desecretati ma solo in parte, dall'allora ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e pubblicati sul sito del Mit.
A sollevare il caso degli atti «top secret» fu, nel dicembre 2017, il senatore del M5s Andrea Cioffi, attuale sottosegretario allo Sviluppo economico. Cioffi, all'epoca all'opposizione, denunciò in un post al vetriolo sul blog del M5s la questione: «La tanto decantata trasparenza», scrisse Cioffi, «continua a scontrarsi con alcuni tabù che a nostro avviso non hanno alcuna ragione di esistere e sono del tutto inaccettabili. Le infrastrutture dello Stato date in concessione a privati per mezzo di atti che restano riservati, è il primo fatto che riteniamo in contrasto con leggi vigenti e per questo chiediamo un immediato cambio di rotta».
Cioffi presentò un esposto all' Anac, l'Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, competente in materia, in cui sosteneva che in questi contratti ci sia una «supervalutazione dei valori economici» che incide sui pedaggi. L'Anac si mosse e ottenne che venissero pubblicati i contratti. Ma gli allegati rimasero coperti da segreto: la «disclosure» fu solo parziale, anzi parzialissima, perché in quei documenti mai resi pubblici ci sono proprio i dettagli economici: il piano economico finanziario, la revisione delle tariffe, le opere da realizzare e così via.
L'Anac non si accontentò: ha continuato, in questi mesi, a sollecitare la pubblicazione anche dell' allegato più interessante, vale a dire il Piano economico finanziario. Secondo l'Autorità guidata da Cantone, infatti, il Pef deve essere desecretato, in quanto le concessioni di lavori pubblici sono a tutti gli effetti contratti pubblici soggetti a obbligo di trasparenza.
A quanto apprende La Verità da fonti bene informate, tuttavia, da quel momento è iniziato un lungo braccio di ferro tra Anac e ministero, anzi tra Anac e la burocrazia del ministero, che non ha ritenuto di procedere alla pubblicazione degli allegati e in particolare del Piano economico finanziario. Il ministero dei Trasporti, in particolare, non solo ha interpellato sul punto il dipartimento della Funzione pubblica, ma avrebbe anche sentito Autostrade, ovvero il concessionario.
Manco a dirlo, Autostrade avrebbe sostenuto che quegli allegati devono restare riservati, poiché contengono informazioni soggette alla tutela dei segreti industriali. Fatto sta, che quelle informazioni sono rimaste segrete. Ora, dopo il crollo del ponte Morandi, con le mille polemiche che sono seguite al dramma di Genova, la questione della desecretazione dei contratti delle concessioni autostradali è tornata prepotentemente alla ribalta della cronaca, e sia Toninelli che Di Maio hanno assicurato che tutti gli allegati verranno resi pubblici.
Ok, ma quando? Fonti del governo interpellate sul punto dalla Verità hanno assicurato che la pubblicazione integrale di questi atti è uno degli obiettivi dell' esecutivo, che si sta lavorando per chiarire bene ogni aspetto legale e che la maggioranza è compatta nel voler garantire la totale trasparenza.
La decisione dovrebbe essere presa quindi dal governo guidato da Giuseppe Conte nella sua collegialità: «Stiamo acquisendo tutti i pareri e le documentazioni», spiegano le fonti, «poi ovviamente il consiglio dei ministri prenderà i provvedimenti che servono a rendere tutto pubblico. Stiamo approfondendo la questione, sarà una scelta condivisa da tutto il governo. Anche per il futuro, bisogna avere la certezza di poter garantire la massima trasparenza».
In sintesi: l'attuale governo ha gli strumenti per rendere pubblici tutti gli atti delle concessioni, si tratta di avere la certezza di poterlo fare (secondo l'Anac non solo si potrebbe, ma si dovrebbe) e la volontà politica di fare ciò che quando si era all'opposizione si chiedeva, anzi si pretendeva.
Fonte: qui
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