“LA GESTIONE DEI CONTI DELLA LEGA? UN CAOS DELIBERATAMENTE VOLUTO”
L’ACCUSA: "SEQUESTRI VALIDI ANCHE IN CASO DI PRESCRIZIONE"
E IL RIESAME DICE OK AL BLOCCO DEI CONTI REGIONALI
TOMMASO FREGATTI, MARCO GRASSO per www.lastampa.it
Nel processo d’appello per la truffa dell’allora Lega Nord ai danni dello Stato sui 49 milioni di fondi non dovuti dal 2008 al 2010 e sul denaro trasferito a Cipro, processo da cui è partita la querelle giudiziaria sui sequestri dei conti del Carroccio, per Umberto Bossi è stata richiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per i revisori dei conti, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a 2 anni (i primi due) e un anno e tre mesi.
La richiesta su Francesco Belsito, che all’epoca dei fatti era il tesoriere del partito, è stata rinviata in attesa di capire se la Lega presenterà querela per appropriazione indebita, reato che da maggio 2018 non è più perseguibile senza denuncia della vittima. Alcuni dei reati contestati sono prescritti, altri sono vicini alla prescrizione; secondo l’accusa, comunque, confisca e sequestri dei depositi leghisti dovrebbero essere confermati anche in caso di prescrizione.
Sempre stamattina il tribunale del Riesame, pronunciandosi in una vicenda collegata, ha stabilito che nella caccia ai 49 milioni è corretto sequestrare denaro anche sui conti regionali (quelli delle cosiddette “nazioni”) oltre che su quelli centrali (della “Federazione”). A parere dei giudici esiste «continuità» fra le due entità. Al momento, va ricordato, la Guardia di Finanza tra Federazione e nazioni ha trovato poco più di 3 milioni dei 49 da ricercare.
Uno dei momenti clou della mattinata si è registrato tuttavia fra le 10 e le 11, con la requisitoria di Enrico Zucca, sostituto procuratore generale: nel corso del suo intervento, Zucca ha ribadito fra l’altro che «la gestione dei conti della Lega era un caos totale, ma non un caos primordiale e creativo, una confusione voluta e consentita: quello che succedeva era funzionale ed essenziale».
Ancora: Zucca ha definito «sconvolgenti e preoccupanti le giustificazioni dei membri del comitato di controllo, che sostengono di non avere capito il proprio ruolo, convinti che i controlli spettassero ad altri». E ha parlato di «un torpore, un sonno che avvolgeva i revisori e chi doveva controllare». In primo grado, Bossi era stato condannato a 2 anni e 6 mesi (lo “sconto” è legato esclusivamente alla prescrizione), Belsito a 4 anni e 10 mesi; e i tre ex revisori, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a due anni e otto mesi (i primi due) e a un anno e nove mesi.
Fonte: qui
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