9 dicembre forconi: La crisi pronta a partire dal dollaro

domenica 10 giugno 2018

La crisi pronta a partire dal dollaro

Una nuova turbolenza sta arrivando sui mercati a causa della necessità degli Usa di emettere sempre più titoli di stato: cosa che farà diminuire i finanziamenti in dollari. 
Lapresse
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State pronti, perché i tumulti sui mercati stanno per tornare. E non c'entrano nulla i governi italiano e spagnolo e i loro programmi, quelli sono orpelli. O, magari, casus belli da tirar fuori e tramutare in allarmi alla bisogna. Meglio che vi abituiate alle nuove liturgie laiche della politica, perché come sottolinea sapientemente Alain Deneault nel suo ultimo libro Governance. Il management totalitario, siamo in pieno post da colpo di Stato concettuale. In che senso? Lo spiega ottimamente già la quarta di copertina: «La governance infatti non è soltanto un termine che indica la necessità di adattare le istituzioni alle necessità e ai desiderata dell'impresa, ma qualcosa di molto più rilevante. È un'espressione volutamente indeterminata che esprime la nuova arte della politica "senza governo", senza quella pratica, cioè, che presuppone una politica dibattuta pubblicamente. Strappato il vecchio contratto sociale alla base di ogni governo, la governance inaugura "l'età felice" - per tecnocrati, finanzieri e imprese - della contrattazione plurale, una mutazione che promuove il management d'impresa e la teoria della tecnica aziendale al rango di pensiero politico». 
Insomma, ciò che fa Alain Deneault è mostrare le conseguenze di questa radicale trasformazione della gestione governativa: la politica muore e si muta in un'arte della gestione in quanto tale, priva di ogni registro discorsivo. «Nessuna agorà è richiesta per discutere del bene comune. E questo fenomeno è tristemente corroborato dalla monotonia del discorso politico e dalla mediocrità dei partiti politici di governo». Insomma, la cosiddetta "mediocrazia" diventa l'orizzonte stesso del ceto politico. Non vi pare uno straordinario sunto del programma di governo presentato ieri da Giuseppe Conte nel discorso al Senato precedente al voto di fiducia? 
Occorre prendere atto dei nuovi modelli con cui abbiamo a che fare, perché in un attimo rischiamo di trasformarci in fruitori di nulla, felici oltretutto di esserlo. Pensate a una cosa, ad esempio. I Cinque Stelle sono l'incarnazione stessa di questo concetto di governance, non fosse altro per il fatto che sono l'emanazione politica e ora, - ahimè -, addirittura istituzionale di una Srl, un soggetto privato che, oltretutto, non costruisce mobili ma opera nel settore delicatissimo e strategico dei big data. E proprio di big data e intelligenza artificiale, due crucci dell'operato in vita di Gianroberto Casaleggio, ha parlato apertamente ieri Giuseppe Conte nel tratteggiare le priorità dell'esecutivo da lui guidato. Di più, l'M5S nasce e si sviluppa sulla Rete in base al concetto di democrazia diretta, tanto da aver istituito un ministero ad hoc appena giunti al potere. 
E cos'è la democrazia diretta, se non il grande inganno di far credere alla gente che la loro opinione/voto conti qualcosa, di fatto utilizzando la sceneggiata per carpire dati sensibili e creare una Rete di controllo nemmeno troppo subliminale? È la stessa logica che sovrintende molti dei grandi business del nostro tempo, vedi i social media come mezzo di comunicazione/informazione di massa o Amazon come nuovo paradigma del commercio. Tutto in Rete, tutto apparentemente virtuale. Ma virtuale non è, se addirittura il social inventato da Mark Zuckerberg è finito nel mirino per cessione di dati e veicolazione - più o meno volontaria - di messaggi volti a destabilizzare nientemeno che il regolare corso delle elezioni statunitensi, accusa per scusarsi della quale il nerd più famoso (e ricco) del mondo ha dovuto ingaggiare un tour dei Parlamenti di mezzo mondo. E Amazon? Sta uccidendo il commercio retail nella sua stessa patria, quegli Usa figli di consumi e consumismi che vedono chiudere centri commerciali quasi fossero cabine del telefono dopo l'avvento dei telefoni cellulari. 
E attenzione, perché il grado di rivoluzione che stiamo vivendo è simile, molto simile. Partendo da questi presupposti, quale credibilità può avere Luigi Di Maio, nella sua veste di ministro del Lavoro, nell'incontrare i rider delle agenzie che si occupano di consegne a domicilio, in primis catering, come ha propagandisticamente fatto l'altro giorno come primo atto da titolare del dicastero? Certo, la sua idea è far convivere nuovi lavori della gig economy e salari e tutele accettabili per un Paese occidentale e avanzato, ma solo un bambino può ignorare - o fingere di farlo - che quel tipo di attività necessita ontologicamente del principio di compressione salariale e rivendicativa, poiché muovendosi su grandi numeri o su limitate spese - l'on-line taglia enormi strati produttivi (ma anche occupazionali) intermedi - solo così può sfoderare produttività cinese (o vietnamita o thailandese, come preferite) nel cuore della civile Europa o degli avanzati Usa. 

Schiavismo sì, ma dissimulato e moderno, da Terzo millennio. Quindi, accettabile. Anzi, degno addirittura dell'attenzione sempre più spasmodica e parossistica dei governi. I quali, dal basso della loro arretratezza in materia, nemmeno si rendono conto del Matrix che sta bussando alla nostra porta: per capirci, parlo di questo, ovvero la delirante valutazione raggiunta dai titoli azionari cosiddetti Faang, ovvero Facebook, Amazon e soci rispetto non solo a Deutsche Bank ma all'intero indice Standard&Poor's. 
 
Signori, parliamo di motori di ricerca, social network e un grande magazzino globale che ci spedisce a casa libri, coperte o scarpe. Quanto capitalizzerebbe, paradossalmente, l'azienda farmaceutica che scoprisse un farmaco che sostituisce la chemioterapia, senza effetti collaterali? O cura il Parkinson? O anche soltanto il diabete? È questo il mondo con cui abbiamo a che fare, il cosiddetto "sistema" contro cui i Cinque Stelle si scagliano, ma che, alla fine, rappresenta la Kora da cui sono nati, plasmati dalle sapienti mani dei demiurghi Grillo e Casaleggio. Occorre porsi certe domande, se si vuole capire cosa sta accedendo. E cosa accadrà. Perché non si può contestare il "sistema" o maledire i mitologici "mercati" se poi non si può fare a meno della comodità e dei prezzi di Amazon, dei film disponibili a ogni ora di Netflix, dell'aiuto costante e senza fatica (ma anche senza riscontri e questa è l'arma letale per la disinformazione di massa) di Google o della democrazia turistica delle linee aeree low-cost che permettono a tutti di andare a Parigi o Barcellona per il weekend con 12 euro

Perché a ogni vostra azione corrisponde una reazione uguale e contraria del "mondo tradizionale" per tutelarsi da questa concorrenza imbattibile, visto che si fa beffe dei più elementari diritti per bypassare le altrettanto elementari regole di domanda e offerta: licenziamenti, ristrutturazioni, chiusure, fallimenti, delocalizzazioni. Tutto ciò che i cosiddetti anti-sistema condannano a parole e altrettanto a parole dicono di voler contrastare: peccato che siano fatti della stessa materia, peccato che derivino dalla stessa degenerazione malata di cui parla Alain Deneault nel suo libro (inutile dirvi che ve ne consiglio spassionatamente la lettura). 
Cosa c'entrano le turbolenze di mercato in arrivo di cui vi parlavo a inizio dell'articolo? Pronti, ce lo spiega questo altro grafico, il quale ci mostra plasticamente come le aumentate necessità di finanziamento del governo Usa, stante i programmi totalmente in deficit presentati da Donald Trump per dar vita alla sua rivoluzione economica da numeri record (e da deliri come le valutazioni delle Faang), porteranno un ovvio aumento delle emissioni obbligazionarie del Treasuries statunitense e, di conseguenza, a un calo netto della possibilità di finanziamento globale in dollari. Insomma, scarsezza di liquidità in biglietti verdi per le necessità di finanziamento di Stati e imprese: la dinamo e il detonatore contemporanei della nuova crisi globale in arrivo. E tutto questo ha un appunto un denominatore comune: tutto il sistema, quello malato dei nuovi business come quello dei commerci globali e dei finanziamenti statali o corporate si basa sul dollaro e sul suo status di valuta benchmark a livello mondiale. 
E preservare quest'ultimo è la missione numero uno per cui Donald Trump è stato messo dalle élites alla Casa Bianca, poiché certe politiche commercialmente ed economicamente criminogene, dopo il 2008 e il disastro seguito alla crisi subprime, poteva metterle in atto solo uno riconosciuto globalmente come alfiere del sovranismo, dell'isolazionismo, della lotta contro l'élite e l'establishment in nome del popolo e dell'America profonda. Certo, rozzo e razzista, misogino e guerrafondaio/pistolero, ma pur sempre contro Wall Street e suoi addentellati: proprio sicuri, visto che la Fed rinnovata su nomina della Casa Bianca ha appena buttato nel cestino le norme anti-speculazione introdotte da Barack Obama con la Volcker Rule? È tutta una pantomima, i grandi giornali e le lobby di potere che attaccano Trump lo fanno per un gioco delle parti, perché in questo modo preservano il loro "uomo all'Avana", evitando che la gente scopra il suo lavorare in realtà sotto copertura a favore di quegli stessi interessi che dice di voler contrastare e che, dal canto loro, non hanno ancora una faccia troppo pubblicamente presentabile, dopo il disastro Lehman e ciò che ne è conseguito. 
Lo ripeto è un enorme Matrix dal quale l'Ue dovrebbe stare lontana, difendersi, cautelarsi, arrivo a dire addirittura cercare di immunizzarsi, traendo linfa dalle sue radici culturali ed economiche, non ultima l'economia sociale di mercato. E invece, cosa fa l'Europa? Si divide, in questo momento soprattutto in nome del nuovo sport, ovvero attaccare la Germania. E su spinta di chi, a vostro modo di vedere? E non ci vuole molto a capirlo, perché quando l'ambasciatore Usa proprio in Germania arriva a dichiarare apertamente che sosterrà i governi populisti in Europa, anche un sasso capirebbe cosa c'è in gioco e quale strategia sia in atto. Peccato, però, che i sassi non votino. 
Fonte: qui

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