DAL COACH VOCALE ALLE CARAMELLE, ECCO COME HA FATTO MACRON A VINCERE LE ELEZIONI UN ANNO FA...
Francesca Pierantozzi per il Messaggero
Vincere la corsa per l' Eliseo è costato a Emmanuel Macron quasi 17 milioni di euro, incluso il conto del barbiere. Le spese sono state verificate e approvate dalla Commissione per i conti di campagna e i finanziamenti pubblici, a un anno dal secondo turno delle presidenziali: su 16.698.320 euro di fatture presentate da Macron (il più spendaccione dei candidati) solo 119.539 euro (lo 0,72 per cento) non sono stati approvati dalla Commissione.
TRASPARENZA
Niente per En marche, il partito del presidente, che ha salutato la campagna elettorale più trasparente di sempre, e sottolineato come i conti dell' estrema destra di Marine Le Pen e dell' estrema sinistra di Jean-Luc Mélénchon siano risultati molto meno corretti: 874mila euro per Le Pen e 435 mila per Mélenchon sono stati infatti giudicati non legittimi.
Spulciando tra le migliaia di fatture e donazioni del candidato diventato presidente, il quotidiano le Monde ha però rilevato alcuni modi di fare che suscitano qualche dubbio, in particolare i numerosi sconti di cui avrebbe beneficiato Macron (per esempio nell' organizzazione dei meeting).
I dossier della Commissione rivelano che per sedurre piccoli e grandi donatori, l' equipe di Macron ha rubato idee sia a Obama (il metodo nudge per influenzare le scelte) sia a Trump (i più prosaici versamenti tramite Sms). Secondo il quotidiano francese, meriterebbero anche approfondimento ma la Commissione non si è mostrata d' accordo gli aiutini organizzativi (non contabilizzati) arrivati dal municipio di Lione e dall' ex sindaco Gerard Collomb, oggi ministro dell' Interno.
CURIOSITÀ
Dalle fatture di Macron spuntano però anche diverse curiosità: per esempio l' importanza delle caramelle. Soltanto per sostenere la distribuzione di volantini a Tolosa sono stati necessari 17,8 chili di fragoline Haribo Tagada.
Impegnativa anche la nota spese per trucco e messa in piega: 29.042 euro per trentacinque acconciature e incipriature. La Commissione ha sospettato che la cosa potesse finire sotto la voce spese personali (non attribuibile a un candidato) ma alla fine l' équipe di campagna di Macron l' ha avuta vinta. A suo tempo Sarkozy aveva dichiarato addirittura 34 mila di spese per la sua mise en beauté: la Commissione gliene aveva riconosciuti 11 mila.
AIUTINI
Di sicuro Macron è rimasto soddisfatto del look, visto che ha assunto all' Eliseo (come responsabile eventi) il direttore della società che gestiva la sua immagine. Non sono invece stati catalogati come spese elettorali i compensi a Jean-Philippe Lafont, cantante lirico e allenatore vocale, che per un totale di 7mila euro ha insegnato al candidato a non sgolarsi durante i meeting.
Macron aveva deciso di chiedere aiuto a un professionista dopo un famoso comizio del dicembre 2016 in cui per gridare più volte è il nostro progetto! era finito totalmente senza voce sul palco.
I conti della campagna presidenziale rivelano anche che Macron meditava da lungo tempo di conquistare l' Eliseo, già da quando, ancora ministro dell' Economia, negava al suo presidente Hollande qualsiasi intenzione di prendere il suo posto. Già nel maggio 2016 (sei mesi prima della candidatura) aveva commissionato sondaggi: suggerivano a Macron di non presentarsi assolutamente alle primarie socialiste, che Hollande fosse o meno presente ( Hollande non ci sarà).
Il presidente fuori dai partiti ascoltò il consiglio. E se oggi Macron resta né di destra né di sinistra i nuovi sondaggi indicano che è comunque un po' più di destra. L' ultimo barometro realizzato da Elabe per Les Echos indica un aumento di popolarità di due punti: il 41 % dei francesi gli dà fiducia, nonostante gli scioperi dei ferrovieri e le manifestazioni contro le sue riforme. Per la prima volta, però, il presidente ha la maggioranza a destra: il 51% dei conservatori dichiara un' opinione favorevole. In un anno Macron ha perso 4 punti di gradimento. Nello stesso periodo, Hollande ne aveva persi 28. Fonte: qui
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