Una delle storie più conosciute a New York è il divorzio dei Macklowe. Harry, il marito, ha avuto un'amante francese per due anni prima di chiedere il divorzio alla moglie di 58 anni. Fin qui si tratterebbe solo di una divisione coniugale, ma ciò che l'ha resa oggetto di pettegolezzi è lo stile di vita dei Macklowe, il fango che si tirano addosso e le aspettative della moglie che chiede un miliardo o giù di lì per mantenere il proprio stile di vita.
Ecco che una delle coppie più ricche di New York lava i propri panni in pubblico, ed è emerso che Harry non ha pagato le tasse dal 1983. L'avvocato di Harry ha dichiarato apertamente in tribunale che "le persone nel settore immobiliare non pagano le tasse", facendo eco alla citazione di Leona Hemsley emersa durante il suo processo trent'anni fa, quando la regina dei media disse: "Noi non paghiamo le tasse, solo i pesci piccoli le pagano".
Questa affermazione sorprende ancora molti di noi piccoli, ma dobbiamo credere ad un avvocato di New York quando fa una dichiarazione in un tribunale. La fonte di immense ricchezze personali in una città come New York è spesso dovuta allo sviluppo di proprietà, e se si tratta di un'attività esentasse, si fa beffe dello stato che ridistribuisce il denaro dagli abbienti ai non abbienti.
E poi i sociologi si chiedono perché ci sia così tanto malcontento nei confronti dell'establishment! Questo malcontento trova espressione nel socialismo: in quello guidato dalla moralità piuttosto che dalla versione marxista. Sembra ovvio per le masse che lo stato non riesca a riscuotere le tasse visto che non ci sta provando abbastanza. Ma tutto ciò che prova il divorzio dei Macklowe è una delle grandi verità della vita: i ricchi sono molto bravi a trovare vie legali per non pagare le tasse.
Distruzione della ricchezza e lo stato
Le promesse del welfare statale non sono mai finanziate dai ricchi. Ad ogni modo, ce ne sono troppo pochi affinché possano sopperire all'enorme scala delle entrate fiscali richieste dallo stato. Le tasse rappresentano un onere enorme imposto ai creatori di ricchezza di successo. In Gran Bretagna il cosiddetto 1% paga oltre un quarto di tutte le imposte sul reddito raccolte, e mentre i residenti britannici super-ricchi forse non hanno le agevolazioni fiscali di cui godono i Macklowe, la maggior parte del carico ricade su avvocati, banchieri, società dirigenti e proprietari di imprese private di successo. E così dovrebbe essere, dicono i collettivisti.
Ma quando guardiamo allo scaglione successivo dei percettori di reddito, quelli che guadagnano poco più il salario medio, vediamo che le tasse dello stato hanno causato le peggiori distorsioni economiche. Ci riferiamo alle tasse sulle retribuzioni degli operai qualificati. Sono persone comuni con aspirazioni a fare meglio per sé stessi e le loro famiglie. Queste sono le persone che pagano la maggior parte del restante 75% dell'imposta sul reddito e delle imposte sulle vendite riscosse dallo stato. Queste sono le persone che, se hanno il permesso di mantenere i loro guadagni, sarebbero incentivate a diventare più produttive a beneficio di tutti. Queste sono le persone che ridurrebbero il carico di welfare dello stato, se avessero scelta, essendo in grado di risparmiare per l'assistenza sanitaria privata e di pagare l'istruzione dei loro figli.
Invece sono costrette a sovvenzionare un sistema statale molto più costoso. Di recente mi è stato detto da una fonte attendibile che l'unica forma di chirurgia negli Stati Uniti scesa di prezzo negli ultimi anni è quella non coperta da Medicare e Medicaid: la chirurgia plastica. Qualche tempo fa ho fatto un calcolo approssimativo sul costo dell'istruzione di un bambino in età scolare in Gran Bretagna, e ho scoperto che il sistema statale "gratuito" costa circa il doppio di quello privato. Mantenere un detenuto di sesso maschile rinchiuso in Gran Bretagna costa £85,975 all'anno, mentre costa meno di £40,000 istruire un ragazzo della stessa età ad Eton. E non è che i borghesi britannici siano costellati da costose strutture di classe superiore.
Mi vengono in mente pochissimi genitori che preferiscono affidare i loro figli al sistema statale piuttosto che all'istruzione privata. Nel Regno Unito persino i politici laburisti di sinistra mandano i loro figli in scuole private. I sindacati offrono assistenza sanitaria privata al proprio personale piuttosto che affrontare le code del Servizio Sanitario Nazionale, mentre sanzionano pubblicamente l'assistenza sanitaria privata per aver sottratto risorse al sistema statale.
Il denaro deviato dalle tasse dall'uso produttivo per sostenere la spesa statale è un enorme freno invisibile all'economia. Distrugge la ricchezza personale e produce in cambio servizi inferiori o indesiderati. E mentre possiamo discutere dei benefici per i percettori di reddito più basso nella società e per i disoccupati di lungo periodo, non dovremmo ignorare la ricchezza che altrimenti sarebbe stata accumulata e sulla quale dipende in ultima analisi il tenore di vita dei più poveri nella società.
Gli stili di vita sono ora basati sul debito
L'intervento statale è diventato così esteso e costoso, che coloro che hanno l'ambizione di migliorare sé stessi e migliorare le condizioni per le loro famiglie non sono stati in grado di farlo per molto tempo. Invece ricorrono al prestito. Una tipica coppia giovane che compra una casa di nuova costruzione in un complesso residenziale, parcheggia due auto nel vialetto d'accesso, ben vestita e con figli a carico, rappresenta le aspirazioni future all'interno del proprio Paese.
Ma quanta di questa ricchezza visibile possiede la coppia modello? Le ipoteche che vengono accese col creditore ipotecario rappresentano la maggior parte del valore della casa. Le auto non sono le loro fino alla fine del contratto di prestito, e poi devono rinunciarvi, comprarle o scambiarle per un'altra macchina finanziata a rate. E le carte di credito sono prestiti costosi che per molte persone sono un ponte finanziario necessario per il prossimo giorno di paga. È un fatto triste che la maggior parte delle persone stipendiate non abbia affatto un buffer finanziario, e se la prossima retribuzione non arriva, rischiano di perdere il loro rating e forse anche la loro casa.
I mutui, i prestiti per le auto e i debiti delle carte di credito hanno sostituito i guadagni tolti dalle tasse statali e i risparmi che altrimenti sarebbero stati accumulati. I nuovi quartieri residenziali sono venduti quasi interamente mediante il credito ipotecario, con il 90% dei prestiti mutuati come valore normale. Anche il boom delle vendite di automobili si basa sulla finanza al consumo. I prestiti al consumo hanno ormai superato di gran lunga il debito industriale per gli investimenti nella produzione.
Gli attuali stili di vita della maggior parte delle persone è fondata sulle instabili sabbie del debito. L'assenza di ricchezza personale, che altrimenti sarebbe una garanzia per il futuro, è sostituita da una crescente dipendenza dai valori delle case per spazzare via il debito ipotecario attraverso l'inflazione, in genere il più grande investimento e responsabilità della famiglia. La lotta per l'acquisto di immobili fa salire i prezzi al di sopra di dove sarebbero altrimenti stati in un mercato non distorto. Il popolo ordinario diventa speculatore orientato dai prezzi della propria casa, diventando schiavo degli alti e bassi del ciclo del credito.
Forse l'effetto collaterale più insidioso del debito è la dislocazione sociale. Quando le persone risparmiano, lo fanno per il proprio bene e per le loro famiglie. Le persone con un risparmio da proteggere sono socialmente e politicamente più stabili. Aspirazioni per il miglioramento includono dare un migliore inizio di vita ai propri figli ed accettare la responsabilità dei propri genitori, che potrebbero aver bisogno di aiuto quotidiano e sostegno finanziario nella loro vecchiaia. Ecco perché il risparmio è compatibile con la coesione sociale. Questi obiettivi sono incompatibili con uno stile di vita basato sul debito e conseguentemente le responsabilità familiari vengono erose. Dopotutto, se il patto con lo stato è che lo stato provvederà ai miei figli e ai miei genitori anziani con i miei pagamenti fiscali, la mia responsabilità nei loro confronti diminuirà.
Inoltre è quasi scomparsa l'ampia disponibilità di strutture da parte di benefattori locali, un'importante fonte di servizi per la comunità in passato. Lo stato dice a questi angeli che sarà esso stesso a provvedere alla comunità, costringendola a pagare le tasse per farlo. L'interesse per la comunità locale e la compassione per i propri vicini sono stati sostituiti dall'intervento statale.
Lo stato non sostituisce la compassione umana
L'aiuto statale non può sostituire l'auto-aiuto. Lo stato non è idoneo a riciclare le tasse nel welfare. Il processo è per forza di cose goffo, costoso e burocratico. La prima cosa di cui lo stato ha bisogno è un indirizzo. Se siete un senzatetto e non avete un conto in banca, potreste avere difficoltà a qualificarvi per il welfare. Le forme e le procedure, anche se si dispone di un indirizzo, sono complicate, quindi solo i furbacchioni conoscono il modo per aggirarle, mentre i meritevoli spesso non riescono a ottenere i loro diritti.
I cittadini caritatevoli, che favoriscono la ridistribuzione della ricchezza ai poveri, sono principalmente motivati dalla compassione che esibirebbero se potessero farlo personalmente. Ma non riescono a vedere che la mente burocratica non è adatta a tal compito. Se qualcuno nel bisogno si presentasse davanti la porta di una chiesa, di una moschea, di una sinagoga o di un qualsiasi tempio, i suoi bisogni sarebbero evidenti e verrebbe assistito da un qualsiasi tipo di carità religiosa. Gli scrocconi verrebbero identificati rapidamente ed allontanati. L'organizzazione benefica locale fornita da organizzazioni religiose è estremamente efficiente. Confrontatela con lo stato, il quale richiede la compilazione di un modulo, la successiva elaborazione e poi la consegna entro quindici giorni (senza contare i tempi della risposta). Tuttavia i sostenitori ben intenzionati dell'intervento statale sembrano ciechi di fronte alle spaventose inadeguatezze ed inefficienze costose del welfare statale.
Spesso si tende a dare la colpa alla democrazia per questo stato di cose, perché un numero crescente di elettori beneficia delle erogazioni statali. Ciò manca il punto: è possibile avere una democrazia funzionante e un elettorato intriso di etica del lavoro e antipatia per la dipendenza dal welfare. Se le tasse fossero limitate ad un'aliquota forfettaria dell'imposta sul reddito non superiore al 20%, con una generosa indennità personale per i redditi più bassi, l'intera popolazione verrebbe incentivata a coltivare il proprio orticello ed i salariati a badare alle proprie famiglie. L'evasione fiscale cesserebbe quasi del tutto, con i percettori di reddito più alti felici di contribuire al benessere comune.
Uno stato più snello potrebbe quindi permettersi di pagare una pensione statale di base e fornire gratuitamente le basi dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione. Non sarebbe necessario guardare oltre stati insulari come Jersey e Guernsey per dimostrare che la democrazia a basso costo fiscale è accompagnata da opere di welfare civilizzate. La chiave è non tassare i guadagni e le spese delle persone ordinarie al punto in cui devono accendere prestiti per far quadrare i conti.[1]
Distruggendo la ricchezza gli stati stanno banchettando con i semi della società. Non solo costringono i loro cittadini ad indebitarsi, ma scoraggiano attivamente anche il risparmio. I risparmi sono messi da parte dal reddito tassato, e quindi le plusvalenze sul risparmio sono tassate una seconda volta. È possibile investire i risparmi in un fondo pensione, ma la maggior parte dei salariati non ha una parte attiva nel contribuire ai regimi pensionistici e non vede i soldi fino all'età pensionabile. Anche in questo caso, le pensioni sono soggette all'imposta sul reddito quando vengono incassate. E con i bassi rendimenti obbligazionari manipolati dalle banche centrali, è improbabile che anche le pensioni offrano i rendimenti promessi.
I costi futuri non finanziati di tutte le passività future degli stati sono ormai multipli delle loro entrate fiscali. I servizi forniti dallo stato e la distruzione della ricchezza, se presi insieme, sono entrambi finanziariamente e socialmente mortali.
Il debito è diventato una trappola da cui non c'è via di scampo, sia per gli stati che per i loro elettori. La nostra tipica coppia di giovani di cui sopra non vuole più tenere sotto controllo la propria spesa. Né lo stato vuole vedere alcuna diminuzione della domanda alimentata dal credito. Le persone comuni sono diventate vittime inconsapevoli del ciclo del credito. E allo stesso modo gli stati sono intrappolati, perché non c'è abbastanza ricchezza privata per sostenere le responsabilità che hanno assunto.
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Note
[1] Un equivoco comune è che gli stati insulari, come quelli nelle Channel Islands, siano considerati solo dei paradisi fiscali. Non è così; hanno riscosso successo molto prima che le tasse elevate spingessero le persone e le imprese a cercare giurisdizioni a bassa tassazione. Nel corso degli anni gli imprenditori leader nelle isole sono diventati esperti sia nella produzione di beni che nell'offerta di servizi in modo opportunistico, sfruttando opportunità commerciali di ogni tipo.
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