NON SOLO LE BANCHE VENETE ASSUMEVANO GENTE PROVENIENTE DA VIA NAZIONALE.
PURE A SIENA IL “VIZIETTO” ERA DI MODA.
E PROPRIO GLI EX SI CONFRONTAVANO CON I VECCHI COLLEGHI DURANTE LE ISPEZIONI
Andrea Giacobino per www.andreagiacobino.com
Forse qualcuno dovrebbe avvertire Pierferdinando Casini, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che le “porte girevoli” tra Banca d’Italia e i soggetti controllati, cioé le banche italiane, non riguardano solo le due piccole banche venete. Ma anche il più grande Monte dei Paschi di Siena e il tutto mentre stava esplodendo il disastro dell’istituto di Rocca Salimbeni affondato non certamente dai derivati “Alexandria” e “Santorini”, ma dalla mole di crediti inesigibili i cui beneficiari sono ancora in larga parte ignoti.
La prima porta girevole è quella che ha varcato Marco Massacesi, oggi in Accenture, che dopo 7 anni a Via Nazionale proprio nell’area vigilanza fu assunto in MPS nel 1999. Inizialmente si occupava di audit, ma all’inizio 2010 diventò vice direttore generale e chief financial officer. In sostanza era il numero 3 della banca dopo il presidente Giuseppe Mussari e il direttore generale Antonio Vigni.
E quando nel 2011-2012 partì l’ispezione di Banca d’Italia che analizza Alexandria (2011/12) Massacesi relazionò l’ex collega Giampaolo Scardone, capo ispettore del team della banca centrale. Lo ha detto in più occasioni un altro ispettore di Via Nazionale, Pasquale La Ganga, sentito come teste: “ho contezza del fatto, perché mi fu riferito da Scardone stesso in maniera molto chiara, che egli ebbe un colloquio con Massaccesi che aveva a tema la questione Alexandria”. E ancora: “Massacesi era la figura di riferimento responsabile di una delle aree di interesse dell’accertamento ispettivo stesso”.
Una seconda porta girevole è quella imboccata da Fabrizio Leandri, che dal 1993 al 2004 ha ricoperto in vari ruoli in Banca d’Italia. E poi, proprio nel 2004, fu assunto in MPS dove dopo tre anni diventò capo dell’audit. E quindi non c’è da stupirsi se nel 2011-2012 durante l’ispezione nella quale Scardone coordina i rapporti fra MPS e gli “sceriffi” di Via Nazionale, proprio Leandri incrociò in più occasioni i suoi ex colleghi.
Anche in questo caso la porta girevole è agli atti in una dichiarazione di Leonardo Bellucci, già capo del risk management della banca, che alla domanda su chi fosse il referente della banca che gestiva i rapporti col team ispettivo ha risposto che questi era “generalmente la funzione audit, nella persona di Leandri”. E il manager ex Bankitalia deve aver proprio fatto bene a Siena visto che successivamente fu addirittura promosso capo dei crediti di MPS, carica che ha lasciato a fine 2016. Chissà se da Via Nazionale avranno voglia di precisare i ruoli di Massacesi e Leandri come hanno fatto qualche giorno fa per la popolare vicentina.
Fonte: qui
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