9 dicembre forconi: NUOVE CONFESSIONI DI UN SICARIO DELL’ECONOMIA: STAVOLTA, VENGONO A PRENDERSI LA DEMOCRAZIA

martedì 11 ottobre 2016

NUOVE CONFESSIONI DI UN SICARIO DELL’ECONOMIA: STAVOLTA, VENGONO A PRENDERSI LA DEMOCRAZIA


Riportiamo un ampio stralcio di un’intervista a John Perkins, autore di “Confessioni di un sicario dell’economia” in occasione della nuova edizione del suo libro. Intervistato da YES magazine, l’ex consulente conferma che le politiche delle multinazionali di saccheggio nei confronti dei paesi del terzo mondo e in via di sviluppo si estendono ormai all’Europa e agli stessi USA. Tasselli di questa politica delle élite, foriera di disuguaglianza e regressione economica, sono le globalizzazione e gli accordi di libero scambio. Accordi già in essere come il NAFTA, sbandierati e combattuti come il TTIP, ma anche quelli in via di applicazione tra il silenzio dei più come il CETA, servono per consegnare alle imprese multinazionali la sovranità sui popoli.
Di Sarah van Gelder, 18 marzo 2016
Dodici anni fa, John Perkins pubblicò il suo libro Confessioni di un sicario dell’economia, che entrò rapidamente nella lista dei best seller del New York Times. Perkins descriveva la sua attività di persuasore dei capi di Stato perché adottassero politiche economiche che avrebbero impoverito i loro Paesi e compromesso le loro istituzioni democratiche. Queste politiche contribuivano ad arricchire una piccola élite locale mentre riempivano le tasche delle grandi multinazionali statunitensi.
Perkins diceva di essere stato reclutato dalla National Security Agency (NSA), ma di lavorare per una società di consulenza privata. Il suo lavoro di economista poco qualificato ma strapagato, era di produrre rapporti in grado di giustificare i ricchi contratti delle multinazionali USA, sprofondando le Nazioni vulnerabili in voragini di debiti. I Paesi che non cooperavano vedevano minacciata la propria economia. In Cile, per esempio, il Presidente Richard Nixon chiese, come è noto, che la CIA provocasse un “disastro economico” per delegittimare le prospettive del presidente democraticamente eletto Salvador Allende.
Se le pressioni economiche e le minacce non funzionavano, sostiene Perkins, venivano chiamati gli sciacalli per rovesciare o assassinare i capi di stato recalcitranti. In effetti , questo è quanto accadde ad Allende, con l’appoggio della CIA.
Il libro di Perkins è controverso, e alcuni hanno messo in dubbio parte delle sue affermazioni, per esempio il fatto che l’NSA fosse implicata in attività che non fossero la stesura e cancellazione di norme.
Perkins ha recentemente ripubblicato il suo libro con importanti aggiornamenti. La tesi di base del libro è la stessa, ma gli aggiornamenti mostrano che l’approccio degli assassini economici si è evoluto negli ultimi 12 anni. Tra le altre cose, le stesse città USA sono ormai sulla lista delle vittime designate. La combinazione di debito, austerità imposta, carenza di investimenti, privatizzazioni, e l’indebolimento dei governi democraticamente eletti sta ormai avvenendo anche qui (ossia negli USA NdVdE).
Non ho potuto far a meno di pensare a Flint, nel Michigan, che è in gestione di emergenza (fate presto!” NdVdE) mentre leggevo Le nuove confessioni di un assassino economico.
Ho intervistato Perkins a casa sua, vicino a Seattle. Oltre a essere un assassino economico in riabilitazione, è un nonno e fondatore di “Dream Change and The Pachamama Alliance”, un’organizzazione che lavora per “un mondo che le nuove generazioni vorranno ereditare”.
Sarah van Gelder: Cosa è cambiato nel mondo da quando hai scritto le prime Confessioni di un sicario dell’economia?
John Perkins: La situazione è molto peggiorata negli ultimi 12 anni. Gli assassini economici e gli sciacalli si sono diffusi tremendamente, anche in Europa e negli Stati Uniti.
In passato si concentravano essenzialmente sul cosiddetto Terzo Mondo, o sui paesi in via di sviluppo, ma ormai vanno dappertutto.
E infatti, il cancro dell’impero delle multinazionali ha metastasi in tutta quella che chiamo la moribonda economia fallita globale. Questa economia è basata sulla distruzione di quelle stesse risorse da cui dipende, e sul potere militare. E’ ormai completamente globalizzata, ed è fallimentare.
van Gelder: ma come è successo che siamo passati da essere beneficiari di questa economia assassina, in passato, ad essere ora le sue vittime?
Perkins: è una domanda interessante perché, in passato, questa economia di assassini economici era propagandata per poter rendere l’America più ricca e presumibilmente per arricchire tutti i cittadini, ma nel momento in cui questo processo si è esteso agli Stati Uniti e all’Europa, il risultato è stato una enorme beneficio per i molto ricchi a spese di tutti gli altri.
Su scala globale sappiamo che 62 persone hanno ormai in mano gli stessi mezzi della metà più povera del mondo.
Naturalmente qui in America vediamo come il nostro governo sia paralizzato, semplicemente non funziona. Viene controllato dalle grandi multinazionali. Queste hanno capito che il nuovo obiettivo, la nuova risorsa, sono gli USA e l’Europa, e gli orribili avvenimenti successi in Grecia, e Irlanda e Islanda, stanno ormai avvenendo anche da noi, negli USA.
Assistiamo a questa situazione dove le statistiche ci mostrano una crescita economica, ma allo stesso tempo aumentano i pignoramenti di case e la disoccupazione.
van Gelder: si tratta della stessa dinamica debitoria che porta a amministratori di emergenza, i quali consegnano le redini dell’economia alle multinazionali private? Lo stesso meccanismo che vediamo nei paesi del terzo mondo?
Perkins: Sì. Quando ero un sicario dell’economia, una delle cose che facevamo era concedere enormi prestiti a questi Paesi, ma questi soldi non finivano mai davvero ai Paesi, finivano alle nostre stesse multinazionali che vi costruivano le infrastrutture. E quando i Paesi non riuscivano a ripagare i loro debiti, imponevamo la privatizzazione della gestione dell’acqua, delle fognature e della distribuzione elettrica.
Ormai vediamo succedere la stessa cosa negli Stati Uniti. Flint nel Michigan ne è un ottimo esempio. Non stiamo parlando di un impero degli Stati Uniti, si tratta di un impero delle multinazionali protette e appoggiate dall’esercito USA e dalla CIA. Ma non è un impero degli americani, non aiuta gli americani. Ci sfrutta nella stessa maniera in cui noi abbiamo sfruttato gli altri Paesi del mondo.
van Gelder: Sembra che gli americani inizino a capirlo. Come giudicheresti il pubblico americano, in quanto a essere pronto a fare qualcosa in merito?
Perkins: Viaggiando attraverso gli USA e nel mondo, vedo davvero che la gente si sta svegliando. Stiamo capendo. Capiamo che viviamo in una stazione spaziale molto fragile, non abbiamo alcuna navetta spaziale, e non possiamo andarcene. Dobbiamo risolvere la situazione, dobbiamo prendercene carico, perché stiamo distruggendo la stazione spaziale. Le grandi multinazionali la stanno distruggendo, ma queste vengono gestite da persone, e queste sono vulnerabili. Se ci pensiamo bene, i mercati sono una democrazia, se li usiamo nel modo giusto.
[…]
van Gelder: Vorrei chiederti del TPP, e degli altri accordi commerciali. C’è modo di intervenire su questi in modo che non continuino a incrementare la sfera di influenza delle multinazionali a spese delle democrazie locali?
Perkins: Questi accordi sono devastanti, danno alle multinazionali la sovranità sui governi. E’ ridicolo.
Vediamo i popoli dell’America Centrale terribilmente disperati, cercano di uscire da un sistema marcio, in primo luogo a causa degli accordi commerciali e delle nostre politiche nei confronti dell’America Latina. E naturalmente vediamo queste stesse politiche nel Medio Oriente e in Africa, queste onde migratorie che stanno investendo l’Europa dal Medio Oriente. Questi problemi terribili sono stati creati dall’ingordigia delle multinazionali.
Sono appena stato in America Centrale e quello che da noi viene definito un problema di immigrazione, in realtà è un problema di accordi commerciali.
Non si possono imporre dazi a causa degli accordi commerciali – NAFTA e CAFTA – ma gli USA possono dare aiuti di stato ai loro agricoltori. Gli altri governi non si possono permettere di aiutare i propri agricoltori. Perciò i nostri agricoltori riescono ad avere la meglio sui loro, a questo distrugge le altre economie, e anche altre cose, ed ecco perché si creano problemi di immigrazione.
van Gelder: Ci puoi parlare delle violenze da cui scappa la gente in America Centrale, e come queste siano legate al ruolo che hanno gli USA?
Perkins: Tre o quattro anni fa la CIA ha organizzato un colpo di stato contro il presidente democraticamente eletto dell’Honduras, Zelaya, perché non si è piegato a multinazionali grandi, globali e con legami con gli USA come Dole e Chiquita.
Il presidente voleva alzare il salario minimo a un livello ragionevole, e voleva una riforma agraria che garantisse che queste persone riuscissero a guadagnare dalla loro terra, anziché assistere alle multinazionali che lo facevano.
Le multinazionali non l’hanno potuto tollerare. Non è stato assassinato, ma è stato disarcionato con un colpo di stato, e spedito in un altro Paese, rimpiazzandolo con un dittatore brutale. Oggi l’Honduras è uno dei Paesi più violenti e sanguinari dell’emisfero.
Quello che abbiamo fatto fa paura. E quando una cosa così accade a un presidente, manda un messaggio a tutti gli altri presidenti dell’emisfero, e anzi di tutto il mondo: non intralciate i nostri piani. Non intralciate le multinazionali. O cooperate e vi arricchite, e tutti i vostri amici e le vostre famiglie si arricchiscono, oppure verrette disarcionati o assassinati. Si tratta di un messaggio molto forte.
Fonte: Vocidallestero

Nessun commento:

Posta un commento