9 dicembre forconi: LE POLIZIE: “IN EUROPA STA CROLLANDO LA COESIONE SOCIALE”

sabato 17 agosto 2019

LE POLIZIE: “IN EUROPA STA CROLLANDO LA COESIONE SOCIALE”

“Non si moltiplicano solo le aggressioni  contro la polizia, ma anche quelli contro insegnanti, vigili del fuoco, volontari soccorritori….Una parte significativa della popolazione disprezza lo Stato. Viene meno la coesione sociale”.  Così il Reiner Wendt, il presidente del sindacato federale tedesco di polizia, in una inquietante intervista esclusiva al Deutsche W.N.
Nell’ultimo anno, sono state 38 mila le aggressioni contro  la polizia…esordisce l’intervistatore. E Wendt:
“La portata del fenomeno è molto più grande dell’aggressività  contro i poliziotti. Vi  è una incredibile intensità di violenza anche  contro i soccorritori, i pompieri che accorrono; e contro gli insegnanti ed altri gruppi che sono importanti colonne della coesione sociale.  Le persone che operano per  qualcosa attinente al bene comune incontrano tutte questo problema. E non c’è solo una prontezza a  ricorrere alla violenza, ma un vero disprezzo dello Stato. E per inciso,  non c’è uno strato  sociale specifico  tipicamente colpevole …tutte le classi   sociali”.

Come si spiega questo?
“Da un lato c’è una  radicalizzazione del linguaggio, della polemica politica, i discorsi d’odio, che influenza tutti e predispone alle  vie di  fatto.  Ma dall’altra parte  è che le persone sono arrabbiate con le elites, da   cui non si vedono più rappresentate.  I  politici  che predicano misure ecologiche contro l’inquinamento, mentre loro sono utenti continui di aerei; quelli che consigliano l’acqua e bevono il  vino. I cittadini si aspettano che i valori dichiarati e legiferati dai politici siano vissuti. Altrimenti c’è questa perdita di fiducia nelle autorità  sociali di questo paese.

MA poi Wendt va più a fondo.
“Quando anni fa ho detto che abbiamo bisogno di uno Stato forte, sono stato pubblicamente e severamente criticato. Oggi si teorizza e  glorifica lo stato minimo  –  lo si è applicato. Fino al punto che ci si deve ormai domandare: cosa vale lo Stato, per noi? Vale la pena mettersi al servizio del pubblico?

Per esempio:
“Siamo un paese economicamente forte, ma il numero dei volontari (no-profit) cala continuamente.  Pochissime persone fanno volontariato qui, e ancora calano.  La rottura della coesione sociale crea gruppi singoli con interessi individuali, che non vogliono avere  a che fare l’uno con l’altro. Le  persone sono minacciate dal declino sociale, c’è  il precariato…”

E questo fa crescere la rabbia?
“Il ritirarsi dello Stato dai suoi compiti originari  ha lasciato un segno già devastante,  per cui  molte persone si sentono abbandonate: Io non capisco, ad  esempio, perché i servizi d’interesse generale debbano essere lasciati al mercato. La teoria secondo cui il mercato regola tutto al meglio non si è concretizzata. Perché  persone bisognose di cure e assistenza in questo paese  debbono essere  soggette  a  meccanismi di mercato   basati sul profitto?   Le persone bisognose e di cure e assistenza vengono trattate come clienti.  Nella  Agenzia Federale per l’Impiego le persone disoccupate sono definite appunto  “clienti”:  l’uso  dei termini è rivelatore.  Lo Stato non è un’azienda e i cittadini non sono clienti, ma portatori in quanto cittadini di diritti fondamentali”.
Pochissimo Wendt dice  dei migranti etnici e clandestini,  e dei problemi che creano: il politicamente corretto richiede questo  tributo da parte  di un poliziotto.  Cita “la crisi dei  rifugiati del 2015”  per  dire che “lì abbiamo visto” che le frontiere esterne della UE non sono sicure, come ci avevano assicurato.
Ma è indicativa  la denuncia di un clima di rabbia e di violenza che monta, e che un poliziotto ne indichi la causa di fondo nello “stato minimo” che si  ha disertato dai suoi compiti sociali, insomma nel capitalismo terminale e austeritario adottato da Berlino –  per cui la gente – non solo gli etnicamente diversi , ma i tedeschi si capisce si sentono abbandonati .

Francia: “La gente non vuol più vivere insieme”

Ciò che ancor più colpisce, è che l’allarme del funzionario di polizia  germanico Wendt somiglia a  quello che lanciò,  il 3 ottobre 2018,  Gérard  Collomb, il ministro dell’Interno di Macron, nel dare le dimissioni dopo soli pochi mesi di carica. “Oggi”, disse, “si vive ancora fianco a fianco. Ma temo che domani vivremo faccia a faccia – uno contro l’altro”.
Andò  fino a evocare la guerra civile.  “Sono andato  nei quartieri Nord di Marsiglia, al Mirail di Tolosa, a Parigi..La situazione è del tutto degradata”. Anche lì una violenza che rivela un fondamentale disprezzo per lo Stato.  “E’  la legge del più  forte ad imporsi, i narcotrafficanti, gli  islamisti radicali, che hanno preso il posto della Repubblica” –  “Delle comunità  in Francia si affrontano, e  in modo sempre più violento.  Da qui a 5 anni, la situazione potrebbe diventare irreversibile. Abbiamo  cinque, sei anni per scongiurare il peggio. Poi…”.
Poche settimane dopo, cominciava il movimento dei Gilet Gialli. Quella “Francia periferica” e “abbandonata” dallo Stato che, per essere bianca e anziana,  non merita l’attenzione e il rispetto che si dedicano agli etnici.
E’ un sintomo ed una conseguenza di questo disprezzo dello stato che frattura la società con rabbia,  anche  il gran numero di suicidi fra ii poliziotti francesi:  47 da inizio anno.
(Qui sotto, a  Parigi,  una manifestazione non autorizzata di familiari di  poliziotti per reclamare dagli Interni “una vera risposta di fronte ai  47 suicidi di quest’anno”)

Anche in Italia  ondata di suicidi in divisa

Ma qui  in Italia?  Mentre finisco di scrivere questo articolo, un amico mi gira un comunicato del  SIULM
“Mentre stiamo cercando conferme su una CASO ODIERNO di tentato suicidio di un carabiniere, ricoverato in gravi condizioni in un ospedale lombardo, il SIULM ritiene doveroso diramare il seguente COMUNICATO : ” IL SIULM – Sindacato Interforze – dopo aver appreso con sconcerto, ancora, di due casi di suicidio di cittadini in uniforme avvenuti ieri 15 Agosto denuncia che  suicidi dei cittadini appartenenti a ff.aa./ff.pp. sono ben 35 da inizio anno! Una mattanza nel silenzio più assordante delle istituzioni che sembrano assuefatte a queste tragedie. Una così alta percentuale di suicidi, nonostante i severi test psico-attitudinali d’ingresso nei corpi militari e di polizia, addirittura doppia rispetto alla media nazionale, non allarma nessuno ? Anzi, ci sono poteri forti che hanno ostacolato in vari modi la legge in discussione in Parlamento che dovrebbe riconoscere vere tutele dignità e diritti sindacali al comparto militare. Chiunque sappia come è fatta la vita militare sa bene che il malessere passa anche dai diritti violati . Chiediamo una commissione di inchiesta politica e soprattutto un osservatorio permanente , con la partecipazione dei sindacati militari, che si occupi di tutti i casi occorsi ed a 360° . I militari sono senza una vera rappresentanza, non possono restarlo ancora a lungo, è ora di agire ” .
RIEPILOGO DEGLI EVENTI CONNESSI AD UN SUICIDIO A PARTIRE DAL 01 GENNAIO 2019, DISTINTI PER DATA, LUOGO E CORPO/ARMA DI APPARTENENZA: 

1) 5 gennaio San Vittore polizia penitenziaria; 
2) 10 gennaio Padova polizia di Stato; 
3) 27 gennaio Foggia polizia ferrovia; 
4) 4 febbraio San Vittore polizia penitenziaria; 
5) 6 febbraio Campobasso carabinieri; 
6) 5 febbraio Torino caporalmaggiore esercito; 
7) 17 febbraio Sanremo Valle Armenia polizia penitenziaria; 
8) 22 febbraio Cuneo polizia penitenziaria; 
9) 11 marzo Clusone (Bergamo) maresciallo carabinieri (L.L.); 
10) 11 marzo Bergamo polizia locale (F.B.); 
11) 20 marzo Milano (caserma Coretto) Carabiniere; 
12) 28 marzo Chieti polizia; 
13) 29 marzo Caltanissetta polizia; 
14) 4 aprile Firenze polizia; 
15) 9 aprile L’Aquila polizia; 
16) 27 aprile Catanzaro polizia penitenziaria; 
17) 28 aprile Ragusa polizia; 
18) 28 aprile Pisa polizia penitenziaria; 
19) 1 maggio Vigevano finanziere; 
20) 8 maggio Perugia, carabinieri forestale; 
21) 13 maggio Desio polizia; 
22) 27 maggio via Gazzanise militare aeronautica; 
23) 5 giugno Chiaromonte (Potenza) carabinieri forestale; 
24) 18 giugno Milano polizia locale; 
25) 20 giugno Imperia carabinieri; 
26) 10 luglio Sardegna polizia penitenziaria; 
27) 30 giugno Marliana (Pistoia) carabiniere forestale; 
28) 6 luglio Foligno carabinieri; 
29) 11 luglio Bologna polizia penitenziaria; 
30) 17 luglio Asti carabinieri; 
31) 29 giugno Trieste polizia ferroviaria; 
32) 11 agosto Follonica carabinieri; 
33) 10 agosto Taranto marina militare; 
34) 15 agosto Palermo polizia; 
35) 15 agosto Pinerolo caporalmaggiore degli alpini. 

Per i dati sopra elencati ringraziamo l’amico Cleto IAFRATE AMMINISTRATORE DEL GRUPPO O.S.D. (OSSERVATORIO SUICIDI IN DIVISA) e componente del sindacato SIM Guardia di Finanza . @MIUI| 

Dovunque in Europa, per l’imposizione rigorosa del  “mercato”, s’è rotto quel fondamentale  “rapporto  di simpatia fra governanti e governati” che (come notò Sun Yat-sen,  il fondatore della Cina moderna), è la forza implicita e non dichiarata delle società occidentali.
Rabbia e disprezzo verso uno Stato che ha abbandonato i suoi doveri verso la cittadinanza, si scaricano primariamente, come violenza e  privazione di stima sociale, contro quelli che lo  incarnano in quanto ne portano una divisa  – e sono loro a pagare il tragico prezzo della pressione psichica e delegittimazione  morale del collasso del vivere insieme,  essi stessi sentendosi abbandonati dai politici e dai giudici, che palesemente “stanno col nemico”.  Nell’imminenza della Grande Ricaduta in Depressione,  questa è  la situazione delle forze  dell’Ordine in Europa. Fonte: qui

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