9 dicembre forconi: IL SUICIDIO DELLE 5 SEGHE, PUR DI NON ANDARE AL VOTO CHE LI DIMEZZEREBBE E PUR DI FAR INGOIARE IL ROSPO CONTE A ZINGA, I GRILLINI CALANO LE BRACHE E SI METTONO A 90 GRADI: FUORI DI MAIO STESSO DAL GOVERNO E POI MINISTERI DI FASCIA A, QUELLI DI SPESA PIÙ SIGNIFICATIVI, PER IL PD. INTERNI (MINNITI), ESTERI (A GENTILONI), ECONOMIA (ROBERTO GUALTIERI), SVILUPPO ECONOMICO (PAOLA DE MICHELI), INFRASTRUTTURE (DELRIO), GIUSTIZIA (ORLANDO)

martedì 27 agosto 2019

IL SUICIDIO DELLE 5 SEGHE, PUR DI NON ANDARE AL VOTO CHE LI DIMEZZEREBBE E PUR DI FAR INGOIARE IL ROSPO CONTE A ZINGA, I GRILLINI CALANO LE BRACHE E SI METTONO A 90 GRADI: FUORI DI MAIO STESSO DAL GOVERNO E POI MINISTERI DI FASCIA A, QUELLI DI SPESA PIÙ SIGNIFICATIVI, PER IL PD. INTERNI (MINNITI), ESTERI (A GENTILONI), ECONOMIA (ROBERTO GUALTIERI), SVILUPPO ECONOMICO (PAOLA DE MICHELI), INFRASTRUTTURE (DELRIO), GIUSTIZIA (ORLANDO)


IL GOVERNO CONTE BIS E' UN GOVERNO PD(PRO UE E NEOLIBERISTA) FATTO CON LA GRAN PARTE DEI VOTI PARLAMENTARI DEI 5 STELLE, PIU' GRILLIOTI DI COSI' ....

Carlo Bertini per La Stampa


fico grillo di maioFICO GRILLO DI MAIO
Il travaglio del segretario è lacerante, di quelli che lasciano il segno per una vita. E tra oggi e domani potrebbe produrre - obbligo di condizionale - un placet del Pd ad un governo «Conte due». Ma solo a stringenti condizioni, che Zingaretti però aspetta di sentir pronunciare dalla bocca di Luigi Di Maio. La prima: dentro Conte e fuori Di Maio stesso dal governo, come promesso dagli emissari grillini. E poi ministeri di fascia A, quelli di spesa più significativi, per il Pd. Interni (dove andrebbe Minniti), Esteri (a Gentiloni, se dicesse sì), Economia (Roberto Gualtieri), Sviluppo Economico (Paola De Micheli), Infrastrutture (Delrio), Giustizia (Orlando).
Grillo Di Maio Di BattistaGRILLO DI MAIO DI BATTISTA
«Domani può maturare un ok, anche se Nicola ha chiesto discontinuità sui nomi», ammette uno di quelli di stanza al Nazareno in questo giorno di passione. In cui il leader nutre ancora sospetti che Di Maio - ieri era al mare dicono i Dem - senta oggi Salvini per tenere aperto il secondo forno. Di buon mattino verifica che il rilancio su Fico premier, che imbarazza i Cinque stelle, non è andato a buca. Di Maio torna a farsi sentire. Ripartendo dalla stessa casella di Conte. E Zingaretti ripete il suo no che rilancia a sera dal Nazareno.
NICOLA ZINGARETTI ARRIVA A PALAZZO CHIGI PER L'INCONTRO CON LUIGI DI MAIOZINGARETTI ARRIVA A PALAZZO CHIGI PER L'INCONTRO CON LUIGI DI MAIO
Ma le parole in conferenza stampa del leader Pd suonano come un prendere tempo per una curva larga da compiere, chiedendo che il confronto sia anche sui contenuti. E per arrivare magari al fatidico sì dopo aver avuto rassicurazioni inoppugnabili. «L’Italia non capirebbe un rimpastone del governo caduto. Continuo a pensare che in un governo di svolta la discontinuità vada garantita anche da un cambio di persone». Ma è l’appello ad aprire un tavolo comune sui contenuti, con i Cinque stelle e la sinistra, che suona come una richiesta di prendere fiato in attesa di ingurgitare l’amaro calice.
E dunque se su Conte «ci sono opinioni differenti sono convinto che si troverà una soluzione, in un confronto reciproco per capire come garantire questi elementi. Ma prima apriamo il cantiere delle idee e dei contenuti». Con una chiosa che altro non è se non un richiamo alla correttezza indirizzato a Renzi, che preme per il Conte bis.
zingaretti renziZINGARETTI E RENZI SE LA RIDONO
Summit dei big
A sera, dopo la conferenza stampa, nello studio di Zingaretti si ritrova dunque tutto lo stato maggiore Dem, da Gentiloni a Zanda, da Orlando a Franceschini, alla De Micheli. Tema, il no a Conte va trasformato in sì a precise condizioni, oppure si deve respingere il diktat e andare a vedere se quello dei 5 stelle è un bluff, rischiando davvero di precipitare il Paese alle urne?

FOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTIFOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI
Il pressing dentro e fuori il Pd per dire sì a un «Conte due» è fortissimo. La trattativa con i Cinque stelle è avviata e Zingaretti vuole prima vedere se davvero ci sono sul piatto i ministeri di peso e quali. Dalle parti di Renzi scommettono che entro stamani arriverà un ok per sbloccare la situazione e dare il là al Colle.

Leadership a rischio
Armata PD - Renzi ZingarettiARMATA PD - RENZI ZINGARETTI
Il segretario Pd si gioca l’osso del collo e in uno dei suoi conversari non nega di temere i rischi che questa operazione può avere per la tenuta della sua leadership. Orlando è uno di quelli che infatti lo spinge a entrare nel governo da vicepremier per rafforzarsi, ma Zingaretti rifiuta, perché poi si voterebbe nel Lazio. Il dilemma sul sì o no a Conte è duro da sciogliere.
Con il voto anticipato certo rinnoverebbe i gruppi parlamentari, si potrebbe prendere in mano il partito; con un bis di Conte non darebbe ministeri ai renziani se non a Delrio, per affidare a un suo fedelissimo poi la carica di capogruppo alla Camera. Avrebbe così il controllo sui giochi a Montecitorio. Fino a domani, quando darà la linea in Direzione, rilancia l’appello di Franceschini che in un tweet ricorda come il silenzio stampa ai mondiali nel 1982 portò bene alla Nazionale. Fonte: qui

N. B. ... Questa forte benevolenza parte da lontano, dagli studi di Giuseppe Conte a Roma, a Villa Nazareth, una scuola di eccellenza che dipende dalla Segreteria di Stato vaticana. Si racconta di un grande lavorio dietro le quinte da parte dell' arcivescovo Claudio Maria Celli, attuale direttore della scuola. Compagno di studi è stato l' attuale segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che magari non si è espresso pubblicamente a favore dell' inquilino di palazzo Chigi, ma non ha mai fatto mancare le sue bordate contro Salvini nei momenti topici. E comunque bastano e avanzano le parole spese dal Pontefice appena qualche settimana fa: «E' un uomo intelligente - ha detto Papa Francesco, il 3 giugno scorso - un professore, sa di cosa parla». Ottimi poi i rapporti con la Comunità di Sant' Egidio, che più di tutto teme il ritorno alla «politica della paura».
Riccardi Andrea e Claudio Maria CelliRICCARDI ANDREA E CLAUDIO MARIA CELLIvincenzo bocciaVINCENZO BOCCIA
E' quasi luna di miele anche con i sindacati e le organizzazioni datoriali. Vincenzo Boccia, il presidente di Confindustria, non nasconde la sua preoccupazione sulla «stagnazione in agguato» e la necessità di fare al più presto un governo che imposti una nuova politica economica. Magari non sarà un grande appoggio, ma di sicuro non è neanche un freno.
A sorpresa, un encomio è giunto invece da Maurizio Landini, che elogia l' uomo, dal «coraggio politico e un profilo istituzionale importante» Conte ha riaperto i tavoli con le parti sociali e considerando che Landini vede la disintermediazione, iniziata da Renzi, come la causa di quasi tutti i mali, meglio lui di tanti altri.
Simile il ragionamento di Nichi Vendola, che mette l' accento sul pericolo di un gorgo autoritario e oscurantista, e quindi ogni sforzo va fatto per uscire dai veti. Discorso rivolto al popolo della sinistra-sinistra, ma soprattutto a Nicola Zingaretti, l' ultimo dei refrattari. Non per caso, qualche ora fa è arrivato il via libera di Sinistra italiana alle trattative con un lungo documento che mai, neanche per sbaglio, cita Conte e tantomeno pone questioni su una riconferma.
GIUSEPPE CONTE ELISABETTA TRENTAGIUSEPPE CONTE ELISABETTA TRENTA
Fonte: qui

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