9 dicembre forconi: Il loro progetto: cavalcare il prossimo crack per “più Europa”

martedì 30 aprile 2019

Il loro progetto: cavalcare il prossimo crack per “più Europa”

Macron riceve Mattarella il 2 maggio. Non a Parigi ma ad Amboise, paesetto  della Loira,  con la scusa di onorare la tomba di Leonardo.  Gli abitanti non dovranno guardare dalle finestre (decreto comunale).  Il traffico sarà vietato dalle 7  alle 5  pomeridiane alle auto,  dalle 7 alle  13 ai pedoni. Mobilitati  300 gendarmi.
Ormai hanno abbandonato  anche la finzione del curarsi del popolo. Devono preparare  il salvataggio dell’euro-oligarchie e del sistema UE, ad ogni costo,   da tutte le spinte popolari  e gli  scollamenti che il sistema subisce per  i suoi errori e contraddizioni.
Ormai  il fallimento della moneta unica imperfetta è  la constatazione   generale  di ogni  sede autorevole.  Il Wall Street Journal ha parlato dello “incredibile restringimento dell’euro” in un articolo del l’11 febbraio, notando che mentre  tra il 2009 e il 2017  la Cina è cresciuta del 139%,  gli Stati Uniti del 34%, la UE è calato del -2%.
Eurolandia  detiene insieme il tasso di crescita più  basso del mondo e la massima disoccupazione giovanile,  36,6 per cento in Grecia, 34,1  in Spagna, 31,6  in Italia, e  anche in Francia, 24. Cifre da mettere   a confronto con l la Germania (6,1%),  Stati Uniti (12,8), Gran Bretagna (15,3).
Impoverimento delle popolazioni, indebitamento pubblico e privato crescente, vampirizzazione di capitali e competenze  da parte del Nord a danno del Sud. La Francia con la pretesa macroniana di non essere confusa col Sud,  ha un debito pubblico ormai al 99% del Pil,  ma un debito privato  da far impallidire:  le imprese  francesi accumulano un debito di 4 mila miliardi, ossia del  175% del Pil, e  in aumento strutturale: dieci anni fa, all’inizio  della crisi, era del 135%. La Banque de France   stessa  ha segnalato   i rischi di liquidità e di default che potranno accrescersi nei prossimi  mesi.   Contrariamente all’Italia  che esporta ancora, la Francia ha anche un deficit commerciale enorme, e passato da 2,1  miliardi a 59,9 nel 2018.  Il Financial Times  nota che  i mercati possono da un momento all’altro svendere il debito francese, facendo salire lo spread  e   per farla breve, lasciamo perdere le banche tedesche, non senza ricordare che Socièté Generale non sta meglio di Deutsche Bank..
Nei vent’anni di esistenza dell’euro, ha sancito uno studio del tedesco Centro  di Politica Europea, ogni italiano ha perso 73.650 euro, ogni francese 56.996,  mentre ogni tedesco avrebbe guadagnato 23.116, e un olandese  21300.
Jean Quatremer, il corrispondente di Le Monde a Bruxelles, un tempo europeista convinto, adesso ritiene che l’euro imploderà in un crack devastante, se non avviene   un salto della UE in una vera federazione.
Ora, è proprio questo crack che le euro-oligarchie sentono avvicinarsi.  Una replica  del collasso del 2008, peggiore perché gli ammortizzatori usati all’epoca  –   quantitative easing per le banche, aumento dei debiti pubblici (per le banche) – sono ormai esauriti. Qualcosa di enorme: basta pensare che l’euro è la seconda  moneta di riserva  mondiale, utilizzata da  60 paesi  del pianeta,; i contraccolpi della cris dell’euro sarebbero mondiali.
Ma attenzione: nella strategia  di lorsignori, “mai sprecare una bella crisi”. L’Europa loro l’hanno completata chiusa come gabbia di ferro così, approfittando delle crisi,  a spese della popolazione sempre più misera.  Adesso, si preparano al  momento in cui la prossima crisi darà loro la prossima scusa economica e finanziaria per fare il desiderato “salto federale”: concentrazioni bancarie,  mercato comune dei debiti pubblici, austerità ulteriore.
Bisogna convincere la Germania, che non vuole mettere in comune i debiti (né i  vantaggi).  Ma è un fatto che a fine marzo, la direttrice del Fondo Monetario Christine Lagarde ha esortato  a  “stabilire un sistema comune di garanzia dei depositi” e “un mercato europeo dei capitali unificati”  per rinforzare il  sistema bancario europeo. Questa unione bancaria limiterebbe gli effetti della prossima crisi economica – e non sarebbe impossibile  immaginare  che fra qualche mese la Lagarde sia messa  al posto di Macron, in contemporanea con  la salita  in plancia di comandi in Italia di Mario Draghi:  i  banchieri diretti guidatori del “salto federale”  degli Stati Uniti d’Europa per lorsignori  e  la loro sopravvivenza e  potere totaleE  repressione ancora più dura e spietata di ogni spinta dal basso, “sovranismo” che diventa  criminale “fascismo”, e sopprimere ogni protesta ,ogni domanda sulla illegittimità fondamentale dell’euro, del debito, degli interessi sul debito manipolati totalmente dalla  BCE e dell’impunità delle banche.
L’incontro Mattarella-Macron va inserito in questo progetto generale: approfittare del crack per saldare il loro potere e  chiudere definitivamente la gabbia dei popoli.  D'altra parte, nel 2017 Attalì aveva profetizzato: “Il prossimo presidente” (dopo Macron) “sarà una  donna”.

In Francia è uscito un libro Crépuscule, opera di Juan Branco, consigliere  giuridico di Julian Assange, che tratta delle reti che hanno messo al potere questo povero giovane  inadatto all’Eliseo.  “Non sono corrotti. Sono la corruzione”, scrive.
Fuori testo, ma non fuori tema, questa lucida  analisi  della “Sinistra Patriottica”  – degna di essere ascoltata:


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