Calunnia. Questa l’accusa con cui la Procura della Repubblica di Latina ha chiesto il rinvio a giudizio di Danilo Calvani, leader del Movimento dei Forconi, da anni impegnato a denunciare a livello nazionale il malcostume della politica e di recente in contatto, come da lui dichiarato, con il movimento francese dei Gilet Gialli.
Secondo gli inquirenti, sette anni fa Stefania Raponi, di Pontinia, Gianni Muraro, di Latina, e Lauretta Segala, di Latina, avrebbero messo a segno una truffa, realizzando una falsa scrittura privata datata 30 luglio 2006, nella quale facevano figurare falsamente l’emissione di 34 assegni, per un valore complessivo di quasi 58mila euro, e con la quale simulavano la prosecuzione del contratto di affitto relativo a un fondo rustico di proprietà di Muraro e Segala a favore della Raponi, già stipulato il 20 luglio 2004.
Tutto per riconoscere a Raponi un inesistente diritto di godimento ultranovennale grazie al quale, depositando tale atto al giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di latina, ottennero la sospensione del provvedimento di trasferimento emesso il 7 luglio 2010, nell’ambito di una procedura esecutiva, a favore di una srl, la Terra Solari, arrecando un notevole danno alla titolare della società.
Due anni dopo ecco entrare in scena Calvani. Sempre secondo gli inquirenti, il leader dei Forconi, insieme a Raponi, con cui conviveva e con cui insieme gestiva l’azienda agricola “La Fenice”, con due denunce-querele accusò la legale rappresentante della Terra Solari di averli indicati come responsabili di truffa nella comparsa di costituzione e nella risposta prodotta all’udienza della procedura esecutiva relativa all’azienda di Muraro e Segala, pur sapendo che l’imprenditrice era innocente.
Per i quattro è stato così ora chiesto il rinvio a giudizio e a decidere sarà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.
Calvani in passato è stato mandato a giudizio anche per violenza e minaccia, per impedire a un’altra imprenditrice di prendere possesso di un’azienda agricola di Pontinia acquistata all’asta, e lo scorso anno è stato indagato con l’accusa di istigazione a delinquere.
10/12/2018
Fonte: qui
LATINA, UNA STORIA DI PRESUNTE TRUFFE
Chiesto il processo per il leader dei forconi accusato di calunnia
Calunnia. Questa l’accusa con cui la Procura della Repubblica di Latina ha chiesto il rinvio a giudizio di Danilo Calvani, leader del Movimento dei Forconi, da anni impegnato a denunciare a livello nazionale il malcostume della politica e di recente in contatto, come da lui dichiarato, con il movimento francese dei Gilet Gialli. Secondo gli inquirenti, sette anni fa Stefania Raponi, di Pontinia, Gianni Muraro, di Latina, e Lauretta Segala, di Latina, avrebbero messo a segno una truffa, realizzando una falsa scrittura privata datata 30 luglio 2006, nella quale facevano figurare falsamente l’emissione di 34 assegni, per un valore complessivo di quasi 58mila euro, e con la quale simulavano la prosecuzione del contratto di affitto relativo a un fondo rustico di proprietà di Muraro e Segala a favore della Raponi, già stipulato il 20 luglio 2004. Tutto per riconoscere a Raponi un inesistente diritto di godimento ultranovennale grazie al quale, depositando tale atto al giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di latina, ottennero la sospensione del provvedimento di trasferimento del fondo emesso il 7 luglio 2010, nell’ambito di una procedura esecutiva, a favore di una srl, la Terra Solari, arrecando un notevole danno alla titolare della società. Due anni dopo ecco entrare in scena Calvani. Sempre secondo gli inquirenti, il leader dei Forconi, insieme a Raponi, con cui conviveva e con cui insieme gestiva l’azienda agricola “La Fenice”, con due denunce-querele accusò la legale rappresentante della Terra Solari di averli indicati come responsabili di truffa nella comparsa di costituzione e nella risposta prodotta all’udienza della procedura esecutiva relativa all’azienda di Muraro e Segala, pur sapendo che l’imprenditrice era innocente. Per i quattro è stato così ora chiesto il rinvio a giudizio e a decidere sarà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario. Calvani in passato è stato mandato a giudizio anche per violenza e minaccia, per impedire a un’altra imprenditrice di prendere possesso di un’azienda agricola di Pontinia acquistata all’asta, e lo scorso anno è stato indagato con l’accusa di istigazione a delinquere.
Fonte: qui
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