9 dicembre forconi: Autonomie e Tav, alta tensione nel governo. Airola: «Con il sì lascio M5S e tengo il simbolo»

venerdì 1 marzo 2019

Autonomie e Tav, alta tensione nel governo. Airola: «Con il sì lascio M5S e tengo il simbolo»

Una cena non basta. Giuseppe ConteLuigi Di Maio e Matteo Salvini rinnovano davanti a un vassoio di frappe il patto di governo. Ma non sciolgono i nodi, non cancellano l'immagine di una coalizione bloccata, dall'autonomia alla Tav. Sul cantiere dell'alta velocità arriva il sostanziale via libera del ministro Danilo Toninelli a sbloccare i bandi e il professor Marco Ponti dice che è già pronto il supplemento di analisi chiesto dal premier. Alle Regioni, Conte assicura che sull'autonomia si farà bene e presto, «non è importante se prima o dopo le europee». «Siamo molto operativi, non vogliamo rinviare», dice il premier.

Ma la soluzione ancora manca. Salvini preme, mostra insofferenza. E crescono i timori nella maggioranza per l'economia che rallenta. A una settimana dal giudizio di Fitch sul rischio di elezioni anticipate e all'indomani della stroncatura dei conti da parte dell'Ue, arriva una nuova doccia fredda da Moody's. L'agenzia di rating prevede una crescita «anemica», con un Pil su dello 0,4% ma con il rischio di una «crescita molto più debole». Pesa una «incertezza politica», afferma Moody's, che «crea significativi rischi al ribasso per l'economia». «Una manovra correttiva è assolutamente esclusa: cambierà l'Ue, non i conti italiani», dichiara Salvini. Ma sono proprio i dossier economici a far aumentare il nervosismo tra M5s e Lega, che vedono avvicinarsi il voto per le europee e, subito dopo, l'appuntamento con una manovra bis o comunque una legge di bilancio pesantissima. In una chiacchierata che viene descritta come molto franca, su un punto Conte, Di Maio e Salvini avrebbero concordato: non si può rinviare su tutto.
E così si prova ad accelerare sulla riforma del codice degli appalti (in serata in Cdm) e sul decreto Sblocca cantieri (il premier lo annuncia per la prossima settimana ma la discussione nel governo sarebbe ancora apertissima). Da lì si parte: provare a dare fiato ai territori. Conte in mattinata incontra le Regioni (assente il lombardo Attilio Fontana) sul piano anti dissesto da 11 miliardi, con una mano tesa che sarebbe stata apprezzata dai governatori. Ma per il resto, le difficoltà ci sono. Ed emergono. È impasse sulle nomine, dall'Inps (il via libera al ticket Tridico-Nori sarebbe ancora fermo al Mef) a Fincantieri («C'è alta tensione», dicono dal M5s). E non si registrano passi avanti sul cantiere «principe», la Tav. Toninelli, che in serata vede Conte, invoca un vertice di governo e una decisione «entro la prossima settimana». Ma tra il No pentastellato (Beppe Grillo non sarebbe disposto a transigere e c'è chi, come il torinese Alberto Airola, minaccia di dimettersi) e il Sì leghista c'è ancora un abisso.
Accelerare come vorrebbe Salvini è assai difficile. FI e Pd lo sanno e aumentano il pressing sulla maggioranza. Conte fa sapere che sta studiando ancora il dossier. Ma intanto Toninelli apre all'avvio dei bandi che la società Telt dovrebbe aprire entro metà marzo: «Sarebbero solo una ricognizione per sei mesi», spiega il ministro. Farli partire, spiegano dal M5s, darebbe più tempo per prendere una decisione ed eviterebbe che, la domenica delle europee, quando si voterà anche per le regionali in Piemonte, i piemontesi siano chiamati a votare alla consultazione annunciata da Chiamparino. Ancora più tesi i nervi sull'Autonomia. Fonti pentastellate smorzano i toni, facendo sapere che il pressing pubblico di Salvini non sarebbe corrisposto - nella cena a Palazzo Chigi - a un'insistenza altrettanto forte. Ma anche qui, si registra nei toni grande distanza tra il «no allo Spacca Italia» di Di Maio e la richiesta di Salvini di pronunciarsi al più presto sul dossier che «sarà pronto» entro il fine settimana. Conte prova a smorzare i toni e rassicurare gli assai nervosi governatori del Nord: «C'è armonia nel governo» ma «bisogna interloquire col Parlamento» e «fare le cose per bene, non importa se prima o dopo le europee». Ma che i problemi ci siano anche nell'esecutivo lo spiega Salvini: «Ci sono nodi politici in particolare sulle sovraintendenze, sulle autorizzazioni ambientali e sulle autostrade. Ma si risolvono».
Fonte: qui


IN UNA SETTIMANA I COSTI PASSANO DA 7 A 3,5 MILIARDI. E COME PER MAGIA, IL TUNNEL CONVIENE, VISTO CHE I COSTI PER CHIUDERE TUTTO ARRIVEREBBERO A 4 MILIARDI 

AIROLA: ''SE SI FA, ME NE VADO DAL MOVIMENTO MA MI PORTO DIETRO IL SIMBOLO. IL M5S SAREBBE FINITO'' 
TONINELLI RINVIA DI UN'ALTRA SETTIMANA, PRONTO A TERGIVERSARE FINO A DOPO LE EUROPEE. IL PD PRESENTA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO DI LUI
LA TAV, IN UNA SETTIMANA I COSTI PASSANO DA 7 A 3,5 MILIARDI
Estratto dall'articolo di Annalisa Cuzzocrea per ''la Repubblica''

Chiamare i bandi di gara «ricognizioni tra le imprese» che dunque «non preoccupano», come dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Aggiungere un allegato all’analisi costi-benefici «che abbatte di circa la metà l’eccesso di costi passando da 7 a 3,5 miliardi, perché si considerano solo le spese che sosterrà l’Italia», come spiegano Marco Ponti e Francesco Ramella, autori della prima analisi e ora del supplemento.
PAITAPAITA

Fissare al 26 maggio il referendum consultivo del Piemonte sull’alta velocità. Nel giro di poche ore si è definita l’exit strategy del governo per uscire dall’angolo sulla Tav e far partire i bandi di gara entro marzo senza perdere i 300 milioni dell’Unione europea. Operazione non semplice e molto rischiosa, soprattutto per i 5 stelle. Tanto che già ieri il senatore torinese Alberto Airola avvertiva: «Se diciamo sì esco dal Movimento e mi tengo il simbolo».

Come per dire che non può essere il vero M5S a dire sì all’alta velocità in Val Susa, tradendo le sue origini e tutta la sua storia. Eppure, tra i suoi, qualcuno ci sta lavorando. E lo sta facendo ai più alti livelli: perché a chiedere un supplemento di analisi alla commissione è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (…)

 E perché un’altra fonte che ha seguito il dossier da vicino rivela: «L’unica possibilità, se vogliamo essere una forza di governo, è dire sì alla Mini-Tav. Un percorso ridotto, ma che comprenda il tunnel di base. Senza di quello i fondi europei non potrebbero arrivare».
ALBERTO AIROLAALBERTO AIROLA

A Torino, al Collegio Carlo Alberto, Marco Ponti conferma: «Il governo ci ha chiesto un supplemento di analisi in cui si considerassero solo i costi e i benefici per l’Italia». Una delle critiche alla precedente analisi era il fatto che i costi superassero di 7 miliardi i benefici, ma nel calcolo erano comprese anche le spese che dovranno sostenere francesi e Unione europea. Nella seconda analisi, invece, secondo quanto rivela Francesco Ramella, «più o meno i costi italiani superano i benefici di 3 miliardi e mezzo». Un risultato molto diverso dai 7 originali, perché sommando i costi massimi che l’Italia dovrebbe sopportare per bloccare l’opera, si arriva a 4 miliardi. Sarebbe più conveniente finirla che bloccarla? «Dipende dai costi delle penali», risponde Ramella. Appunto. (…)

TAV AD ALTA TENSIONE
ALBERTO AIROLAALBERTO AIROLA
AdnKronos

"Io stesso sto studiando bene il dossier" assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma a proposito della linea ferroviaria Torino-Lione sta per arrivare un supplemento di analisi sui costi e benefici per l'Italia, fa sapere il professor Marco Ponti, l’esperto chiamato dal ministro Toninelli ad analizzare una trentina di opere pubbliche. L'idea del premier è forse quella di trovare un compromesso, nel governo gialloverde, e andare avanti.

A chi ha domandava cosa emerge dal supplemento, Ponti ha precisato: "Quando il ministero lo pubblicherà si conoscerà". "E' una valutazione sui costi e benefici per l'Italia", ha aggiunto Francesco Ramella, componente del gruppo che ha redatto l'analisi osservando "i costi sono facilmente definibili, un po' più complicato è definire quali sono i nostri benefici".

MARCO PONTI NO TAVMARCO PONTI NO TAV
Nel frattempo il ministro Danilo Toninelli ha assicurato che "entro la prossima settimana prenderemo una decisione" sulla Torino-Lione, "questo è certo". "Nei prossima giorni faremo un incontro con il premier Conte e i due vicepremier Di Maio e Salvini e chiariremo tutto. E nonostante i punti di partenza distanti arriveremo ad una decisione", ha sottolineato. Quanto a Telt il ministro ha detto che "è una società di diritto francese e nel diritto francese c'è la clausola di senza seguito,".

Quindi "i bandi se dovessero partire rappresentano in realtà una ricognizione di 6 mesi, non partono i bandi ma parte una ricognizione. Se riusciamo e riusciremo a chiudere prima della settimana prossima non avremo neanche il problema dell'apertura dei bandi".
TONINELLI DI MAIO SALVINI 19TONINELLI DI MAIO SALVINI 19

"La Tav sta diventando una televonela intollerabile con puntate sempre più grottesche", attacca Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. "Il ministro Toninelli da mesi rinvia puntualmente la questione 'alla prossima settimana', senza però precisare di quale mese e di quale anno. Intanto si avvicina la scadenza dei bandi nell'incertezza più totale e il colmo è che dopo otto mesi di permanenza a Palazzo Chigi il premier Conte oggi ha annunciato che sta ancora studiando il dossier", ha aggiunto.

In realtà sempre Conte ieri ha fatto sapere che si lavora "al decreto per sbloccare i cantieri. Siamo in fase finale, penso già prossima settimana potremo tirare fuori questo dl che ci consentirà di riaprire i cantieri bloccati e semplificare quei passaggi che in questo momento appaiono ostativi per la realizzazione di progetti".
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Ma nel Movimento 5 Stelle sulla Tav c'è chi, come il senatore grillino Alberto Airola, non ha intenzione di cambiare idea: "Non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento", ha detto in un'intervista all'Adnkronos Il parlamentare piemontese ha fatto della battaglia contro l'alta velocità Torino-Lione una delle stelle polari della sua azione politica e non le manda a dire alla Lega, che sul tema cerca una mediazione con il Movimento 5 Stelle.

"Non so quanto questa vicenda possa essere legata alle elezioni - osserva -. Credo che il Carroccio su questo tema voglia fare campagna elettorale, in modo un po' becero a mio avviso". Il ministro M5S delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, oggi ha annunciato che "entro la prossima settimana" il governo prenderà una decisione per sciogliere definitivamente il nodo Tav. Il sottosegretario leghista Armando Siri ostenta fiducia e assicura: "Stiamo ragionando e stiamo trovando le sintesi giuste per fare il bene del Paese. Non vedo gamberi nel governo, gente che torna indietro".

CONTE TONINELLICONTE TONINELLI
Airola però non vuole sentire ragioni: "Toninelli è sicuramente in difficoltà perché la Lega insiste" ma "è giusto porre un punto fisso perché, come ho detto milioni di volte, il Tav è una cosa che abbiamo sempre osteggiato: non si fa e basta, spazi di manovra non ce ne sono". Ma se il M5S dovesse aprire una trattativa, lei come si comporterebbe?

"In quel caso me ne vado dal Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5S se si apre una trattativa", risponde Airola. Se il Movimento 5 Stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, dice Airola all'Adnkronos, "si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità". "Noi - insiste il senatore torinese - siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del M5S è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige".

TAV: PD PRESENTA MOZIONE SFIDUCIA CONTRO TONINELLI
 (ANSA) - "Presenteremo una mozione di sfiducia per Toninelli che ha bloccato i cantieri in tutta Italia, ha preso in giro gli italiani e per essere stato di fatto commissariato". Lo annuncia la capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera Raffaella Paita. "Il 3 febbraio (1 mese fa) - sostiene Paita - Di Maio aveva definito la minitav una 'super cazzola'. Oggi apprendiamo che Conte (Mascetti?) sposa la linea minitav dettata dalla Lega. Un progetto che non esiste. Nulla di più assurdo e falso".

Fonte: qui

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