9 dicembre forconi: DALLA PROTESTA ALLA VIOLENZA: LA MAREA DEI GILET GIALLI PUÒ TRAVOLGERE LA 'QUINTA REPUBBLICA'

martedì 4 dicembre 2018

DALLA PROTESTA ALLA VIOLENZA: LA MAREA DEI GILET GIALLI PUÒ TRAVOLGERE LA 'QUINTA REPUBBLICA'

ECCO CHI SONO QUELLI CHE STANNO METTENDO PARIGI E LA FRANCIA A FERRO E FUOCO: DISOCCUPATI, OPERAI, RESIDENTI DI AREE RURALI E PICCOLI CENTRI DIMENTICATI DAI SERVIZI PUBBLICI E ACCOMUNATI DALLA RABBIA VERSO MACRON 

E PER IL 2019 L’ANNUNCIATA RIFORMA SULLE PENSIONI PUO’ RIVELARSI UN’ALTRA BOMBA SOCIALE…

gilet gialli 2GILET GIALLI 
Fr.Pie. per il Messaggero
Dai 18 agli 80 anni, residenti nelle zone rurali (quelle dove non arrivano i treni, né le corriere, dove la macchina serve per vivere, fare la spesa e andare al lavoro) o abitanti dei paesi con al massimo 20 mila abitanti, residenti soprattutto lontano, lontanissimo da Parigi, operai, artigiani, piccoli imprenditori, infermieri, disoccupati, agricoltori, più donne che uomini, indifferenti alla politica, molti non hanno mai votato, magari una volta scheda bianca, e se hanno votato, hanno preferito scegliere ai margini, quasi sempre la destra estrema.
parigi gilet gialliPARIGI GILET GIALLI
È questo l' identikit del Gilet Jaune che da tre settimane mette sottosopra la Francia di Macron, un identikit che resta sfumato, difficile da disegnare per i sociologi e gli opinionisti che ammettono di essere stati presi alla sprovvista, un identikit però che corrisponde sempre alla stessa casella: quella della Francia del basso, degli ultimi, di chi sente escluso, non soltanto dalla società in alto ma anche dai servizi pubblici che pure restano il simbolo della République: le scuole, gli ospedali, gli uffici postali, sempre più lontani, perché nelle campagne e nei villaggi chiudono. Non rendono.
parigi gilet gialliPARIGI GILET GIALLI
LA MICCIA È l' identikit, soprattutto, della Francia che non ama la politica di Emmanuel Macron. I 19 centesimi in più sul prezzo del carburante sono stati soltanto la miccia di una protesta, di un sentimento di rabbia, che si estende ormai a una maggioranza enorme nel paese: il 70 per cento dei francesi, secondo un recente sondaggio, dice di sostenere o avere simpatia per il movimento dei giubbetti gialli.
I militanti, quelli che bloccano le strade e i caselli e che hanno passato gli ultimi sabato a Parigi, sono molto meno: secondo alcuni non supererebbero le decine di migliaia. Quelli che pur senza scendere per la strada si definiscono Gilets Jaunes, quelli che hanno messo il loro giubbetto giallo fosforescente sul cruscotto dell' auto, sarebbero molti di più, circa di 20 per cento dei francesi. Lo scontento dicono tutti gli osservatori è più forte delle violenze che ieri hanno portato le fiamme e la guerriglia nel cuore di Parigi. Lo scontento, potrebbe travolgere Emmanuel Macron e con lui la Quinta Repubblica.
parigi gilet gialliPARIGI GILET GIALLI
SENZA MEDIATORI Le istituzioni francesi per ora proteggono il presidente: nessuna protesta, nessun indice di impopolarità per quanto alle stelle, potranno costringerlo alle dimissioni. Per il momento lui non cede.
STATUA DELLA MARIANNA SFREGIOSTATUA DELLA MARIANNA SFREGIO
Secondo il suo entourage, l' esempio dei predecessori lo ha convinto: ogni volta che hanno ceduto alla piazza, da Chirac a Sarkozy a Hollande, hanno anche perso i pochi consensi che avevano. Non è detto però che le esperienze passate possano essergli utili nel nuovo mondo politico che lui stesso ha contribuito a creare: senza mediatori, senza sindacati, con gli enti locali ridotti a poca cosa, i partiti politici tradizionali all' agonia, il suo, la République en marche, che in questi tempi duri comincia a scontare la scarsa, scarsissima esperienza politica che era stata la sua grande forza.
parigi gilet gialli palazzo assaltatoPARIGI GILET GIALLI PALAZZO ASSALTATO
DAVANTI AL POPOLO Macron è solo davanti al popolo, cominciano a dire gli osservatori e gli analisti, anche quelli che fino a poco tempo fa esitavano a usare il termine peuple. Difficile che il presidente possa continuare come se niente fosse. Le elezioni europee rischiano di sancire nelle urne, e non soltanto sotto l' Arco di Trionfo, la debolezza della sua politica. Secondo il suo programma, all' inizio del 2019 dovrebbe affrontare l' annunciata riforma delle pensioni. Rischia di rivelarsi una miccia ancora più potente della benzina.
gilet gialli 8GILET GIALLI 
Fonte: qui


BUTTAFUOCO: “L’ITALIA PER VIA DI LEGA E M5S È UN PROBLEMA PER L’EUROPA, LA FRANCIA È INVECE UN SOLIDO PILASTRO DELL’UNIONE. PERÒ ECCO LA SITUAZIONE: UN PALAZZO È DATO ALLE FIAMME ALL’ARCO DI TRIONFO, A PARIGI; NEGLI ULTIMI DUE GIORNI SI AGGIUNGONO 400 PERSONE ALL’ELENCO DEGLI ARRESTI E ALTRI 130 A QUELLO DEI FERITI 

IN ITALIA NON SUCCEDE IL QUARANTOTTO PERCHÉ GLI ULTIMI HANNO TROVATO UN ESITO POLITICO...”

Pietrangelo Buttafuoco per “il Tempo”

Se la Francia piange con i lacrimogeni, l’Italia non ride. Ma almeno Roma non brucia come in queste ore Parigi con i gilet gialli perché la protesta qui, con i Gialloverdi – il M5S e la Lega – non è per strada. È al Governo. La gente, lì, non ha altra tribuna che la barricata. L’élite, infatti, è salda all’Eliseo mentre qui – l’establishment – orchestrando il remake di “Benvenuti al Sud” con casa Di Maio, sta solo sperando di tornare a palazzo Chigi.
conte salvini di maioCONTE SALVINI DI MAIO

L’Italia – si sa – per via dei Gialloverdi è un problema per l’Europa, la Francia è invece un solido pilastro dell’Unione. E però ecco la situazione: un palazzo è dato alle fiamme all’Arco di Trionfo, a Parigi; negli ultimi due giorni si aggiungono quattrocento persone all’elenco degli arresti e altri centotrenta – raccolti sui marciapiedi di Francia – a quello dei feriti.

macron alle antille con maschioni 1MACRON ALLE ANTILLE CON MASCHIONI
È la scena che si vede dalle vetrate di casa Macron: agenti in tenuta antisommossa sono dappertutto per fermare sul nascere ogni manifestazione contro il rincaro dei carburanti; i disordini degli Champs Elysees dilagano fino alle periferie. E non finisce. Quel che succede, lì – la scomparsa del ceto medio, proletarizzato – c’è anche in Italia.

Le famiglie monoreddito impossibilitate a cavarsela oltre la terza settimana del mese sono perfino di più che in Francia. E i poveri, qui – la maggior parte padri di famiglia, che comunque non incendiano auto, non frantumano le vetrine e non si fanno spaccare le teste – sono in gran numero rispetto a lì.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni triaLUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIOVANNI TRIA




E non succede il Quarantotto, qui, perché gli ultimi – quelli della nostra periferia, la grande provincia italiana – hanno trovato un esito politico. I cinque milioni di poveri stanno aspettando – magari saranno traditi, delusi – ma una forma, intanto, un qualcosa che diventi per loro una voce, un argomento e un progetto, in Italia c’è. Il 4 marzo scorso, invece di astenersi, qui – i precari, i disoccupati e gli esodati – hanno avuto qualcuno da votare alle politiche, e le hanno pure vinte le elezioni.

Ha perso la sinistra dell’élite in Italia e, il centrodestra, non ha vinto una beata mentula. Basti pensare – ed è fondamentale ricordarlo, prima di vagheggiare ribaltoni – al voto del Sud. L’intero Mezzogiorno, per la prima volta nella storia repubblicana, s’è sottratto alle clientele e ai padrinati politici.
SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIOSALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

E’ successo che le masse un tempo destinate ai granai elettorali del sistema, invece che incazzarsi a vuoto, si sono levate in una geometrica controffensiva di mobilitazione. Senza odio, senza violenza e senza strumentalizzazione. Senza destra, dunque, e senza sinistra manco a dirlo. A differenza che in Francia, infatti, l’Italia non offre pretesti.

La presenza di Marine Le Pen, per quanto sia prima nei sondaggi, assicura l’eternità allo status quo che potrà sempre contare sull’unità anti-fascista contro l’ex Front National, mentre in Italia, con il M5S – e con la Lega che non ha radice nelle ideologie – la favola bieca del radicalismo di destra fa cilecca. Neppure buona è per far vendere a La Repubblica due copie in più.

Fonte: qui

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