9 dicembre forconi: MARIO! Ma tu da che parte stai?

martedì 30 ottobre 2018

MARIO! Ma tu da che parte stai?


Di politica parlo poco, e se lo faccio, cerco sempre la massima oggettività. Poi ovviamente ho il mio pensiero ma, credeteci o no, in questo momento mi sento né pro né contro un particolare schieramento. La mia unica priorità è cercare di tutelare l’Italia e gli italiani.
E mi imbizzarrisco quando leggo delle cose che non stanno né in cielo né in terra, soprattutto quando vengono dette delle bestialità con il solo intento di fare tanta polvere, tanta malinformazione e magari anche in malafede per alimentare populismo e aizzare le folle.
Ecco a cosa mi riferisco.
(…) Della conferenza stampa del 25 ottobre 2018 nell’ala stampa del grattacielo di Francoforte resteranno alla storia due dettagli: i toni sempre più decisi e senza filtri di Mario Draghi e la platea dei giornalisti. (…) I messaggi del governatore sono sempre gli stessi ma sempre più espliciti. Primo: l’Italia è ormai un fattore di incertezza globale tanto quanto lo è la Brexit. Due: le conseguenze di quanto sta accadendo sui mercati lo pagheranno famiglie e imprese: più i tassi salgono, meno fondi ci sono per le politiche fiscali. Terza considerazione: la Bce non può farsi carico dei problemi di un solo Paese, non ha più strumenti ordinari a disposizione, e dunque è bene che il governo intervenga prima che sia troppo tardi. Il messaggio non può essere più chiaro: se la pressione dei mercati dovesse mettere Roma alle strette, l’unica soluzione per l’Italia sarebbe il ricorso ad un piano di aiuti finanziari concordato preventivamente con l’Europa. Di fatto, il commissariamento che fu evitato nel 2011-2012 dal governo Monti. (…) [Source
Un bel predicozzo che era ovviamente indirizzato al Governo. E ci ha pensato Di Maio a rispondere con decisione:
(…) Il vicepremier Luigi Di Maio, infatti, in un intervento che andrà in onda stasera nel corso della puntata di Nemo, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha attaccato apertamente lo stesso Draghi di “avvelenare il clima” invece di fare fronte comune col nostro Paese e di tifare per esso. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, ci sarebbe a suo dire molto più rispetto per ciò che sta facendo l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte da parte dei ministri altri Paesi e non di chi invece, come il capo della BCE, che critica invece il clima di tensione creatosi a Roma. E sull’imminente giudizio di Standard & Poor’s, Di Maio ribadisce di non aver paura dato che “abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea stabilità economica”, anticipando quindi quello che sarà il suo commento nel caso in cui, come molti si aspettando, l’agenzia dovesse davvero declassare il nostro Paese. (…) [Source] 
A parte la questione legata al clima che vediamo dopo, abbiamo assistito all’ennesimo discorso populista che, per carità , può avere un senso quando si ragiona di debito aggregato.Peccato però che il problema è il debito pubblico ed il deficit, ovvero i parametri che vengono considerati a livello finanziari per tastare il polso alla solidità patrimoniale del paese. Ancora Di Maio:
(…) «Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente. Stiamo facendo una manovra di bilancio – ha aggiunto – che dà alla parte più debole». Di Maio sottolinea quindi come in questo momento vi sia maggiore rispetto dell’Italia da parte dei ministri stranieri «che dal capo della Bce che viene a dire che il clima di tensione in Italia è un problema». (…)
Hai capito? Per sette anni, è stato anche sbeffeggiato in Germania perché troppo vicino, secondo loro, la sua preferenza per politiche monetarie favorevoli al nostro Paese. Per anni ha lottato contro i pregiudizi dell’ortodossia tedesca, spingendo la Banca centrale europea verso un modello più simile a quello americano. Oggi invece è diventato il NEMICO dello Stato.
E allora io vorrei ricordare solo al Ministro del Lavoro che il Dottor Draghi, a NOSTRO FAVORE, e riprendetevi qualche mio vecchio post sull’argomento se volete:
1) ha detto quella famosa frase “Whatever it takes” che ha cambiato la storia. Infatti nel 2012 ha apertamente sfidato i mercati dicendo di essere disposto a tutto pur di sostenere l’euro e i paesi in difficoltà
2) Ha portato i tassi in negativo, permettendo ai paesi più indebitati di rifinanziarsi a tassi ridicoli. E chi ne è stato capace, è riuscito anche a diminuire la leva finanziaria mettendo i bilanci in condizioni più difendibili.
3) Ha fatto due Ltro da complessivi 1000 miliardi di euro
4) ha acquistato sterilizzandoli nel 2011 e 2012 titoli di stato dei Piigs, tra cui l’Italia, per centinaia di miliardi di euro
5) dal 2015 ha implementato un QE da oltre 1000 miliardi, con acquisto di titoli di stato dell’Eurozona.
6) ha sfidato da allora l’opinione pubblica di tutta la Germania e dei paesi nordici, compresa la corte costituzionale tedesca per mantenere in vita il più a lungo possibile il QE
7) questa sua politica ha poi aiutato anche il nostro export grazie alla svalutazione dell’Euro contro Dollaro per una questione anche di carry trade e di differenziale di rendimento
8 ) proprio in questi giorni, Draghi ha portato all’attenzione il problema delle scadenze del debito italiano in BCE ed ha proposto l’operazione TWIST, ovvero una sostituzione dei titoli in scadenza con altri più a lungo termine, per alleggerire il fardello per il Bel Paese in sede di rinnovo. E questo sarebbe CONTRO l’Italia?
9) ovviamente ora mi sta sfuggendo altro, ma credo possa già essere un buon elenco, non vi pare?
Allora mettiamola così. Quale sarebbe il modello di “Banca centrale “ da seguire secondo il Dott. Di Maio? Forse modelli più virtuosi come quello turco, argentino o venezuelano?
Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e a Draghi i meriti di aver tenuto in piedi la baracca per anni. Altro che “nemico dell’Italia”. Vi dico solo che averne di gente con il suo pragmatismo. 
P.S. ovviamente Mario Draghi continua in modo palese a tenere in piedi il sistema bancario europeo(insolvente).
Fonte: qui

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