“DI QUELLE PRESSIONI DEVE ANZITUTTO INDICARE GLI AUTORI E IL CONTENUTO. SE SI È TRATTATO DI AMOREVOLI CONSIGLI VERBALI PER DISSUADERLO. SE INVECE SI È TRATTATO DI PRESSIONI VERE E PROPRIE…”
Da Repubblica - Il ministro Danilo Toninelli la butta lì: un'accusa tra le altre. Dice di avere desecretato gli atti sulle concessioni a Autostrade dopo il crollo del Ponte sul Polcevera a Genova, "nonostante le pressioni interne ed esterne" subite. Parole che non possono scorrere via nel rumore della polemica politica. Le pressioni, forse le minacce, comunque gli avvertimenti sono un reato e come tale il ministro dovrebbe denunciarlo ai magistrati.
Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano -ESTRATTO
Questa volta ha ragione il Pd: il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli (5Stelle) non può parlare di "pressioni interne ed esterne", cioè dal suo stesso ministero e dalla società Autostrade per l' Italia, contro la sacrosanta revoca della concessione, e poi tacere.
Di quelle pressioni deve anzitutto indicare gli autori e il contenuto. Se si è trattato di amorevoli consigli verbali per dissuaderlo dal proposito assunto dall' intero governo, premier Conte in primis, chi glieli ha rivolti dal suo dicastero dev' essere immediatamente rimosso, mentre per Autostrade il problema non dovrebbe porsi, visto che come concessionaria ha i mesi contati.
Se invece si è trattato di pressioni vere e proprie, magari accompagnate da minacce di ritorsioni, il Codice penale le punisce con precise fattispecie di reato fino alla "violenza o minaccia a corpo politico" (art. 338 Cp, lo stesso che è appena costato pesanti condanne in primo grado agli imputati del processo sulla trattativa Stato-mafia): in questo caso, dopo la doverosa denuncia in Parlamento, Toninelli dovrebbe precipitarsi alla Procura della Repubblica con un esposto corredato di nomi e i cognomi.
L' unica cosa che non può e non deve accadere è quello che succedeva in passato, prima dell' avvento del cosiddetto "governo del cambiamento": il politico che lancia il sasso e nasconde la mano e il caso che finisce a tarallucci e vino, senza colpevoli né innocenti.
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