9 dicembre forconi: DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA DELL’EX SINDACO DI ROMA PER LE CENE PAGATE CON LA CARTA DI CREDITO DEL COMUNE: I GIUDICI NON CREDONO CHE SI SIA TRATTATO DI DISORDINE, MA DI UNA STRATEGIA

giovedì 2 agosto 2018

DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA DELL’EX SINDACO DI ROMA PER LE CENE PAGATE CON LA CARTA DI CREDITO DEL COMUNE: I GIUDICI NON CREDONO CHE SI SIA TRATTATO DI DISORDINE, MA DI UNA STRATEGIA

QUELLE CENE FACEVANO PARTE DI UNA POLITICA DI PUBBLICHE RELAZIONI A VANTAGGIO DEL CHIRURGO…


Il disordine metodico, quasi scientifico, nella contabilità dell' ex sindaco Ignazio Marino, quel disordine che ha impedito di ricostruire in modo convincente la finalità istituzionale delle sue cene, era propedeutico a un uso strumentale della carta di credito capitolina.

I giudici non credono a un Marino naif, assorbito da impegni troppo alti per misurarsi con i problemi della contabilità.

L' intraprendenza dell' ex sindaco e la subalternità dei dipendenti del cerimoniale (che avrebbero dovuto controllare le spese ma non lo fecero) portarono a un abuso della carta di credito, utilizzata come il benefit che in realtà non era.

Questo per un totale di circa 12mila euro spese in cinquantasei cene, teoricamente di rappresentanza. In realtà secondo il presidente della terza sezione penale della corte d'appello, Raffaele Montaldi, quei convivi furono l'estensione, ai tempi di un incarico istituzionale, di un' accorta politica di pubbliche relazioni a vantaggio del chirurgo.

«E che si sia effettivamente trattato di una metodica strumentale all' arbitrario e incontrollabile utilizzo personale della carta di credito comunale, del resto, è anche desumibile dal fatto che elementi specificativi e integrativi circa l' addotta finalità pubblicistica delle spese non sono risultati ricavabili neanche dall' agenda elettronica istituzionale del sindaco» scrivono i giudici.
maria elena boschi ignazio marinoMARIA ELENA BOSCHI IGNAZIO MARINO

L' inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria avevano evidenziato diverse incongruenze nella massa di giustificativi addotti da Marino per motivare cene e pranzi. I giudici sottolineano la serialità dei comportamenti poco accorti: «La sistematicità delle incontrollabili e soltanto apparenti giustificazioni addotte dal Marino nella quasi totalità dei casi porta a concludere con ogni ragionevolezza» che non si è trattato di iniziale disorientamento.
 
Bensì di strategia. In questo senso il giudice del secondo grado la pensa diversamente dal gup che, in un primo grado, lo aveva assolto. «Lungi dall' essersi trattato, come ha invece ritenuto il primo giudice, di accidentali errori, discrasie o imprecisioni riconducibili ad un sistema organizzativo improntato, quanto meno inizialmente, ad una certa approssimazione e superficialità», Marino ha pianificato il suo comportamento.

«Inimmaginabile sul piano logico esperienziale, neanche in via di astratta ipotesi argomentativa, che un professionista politico di così consolidata esperienza di primario livello nei più vari settori socioeconomici e culturali possa aver realmente curato l' essenziale aspetto della gestione delle proprie relazioni interpersonali con modalità talmente improvvisate ed estemporanee, quasi che egli "raccattasse" occasionalmente i suoi commensali per la strada, negli uffici capitolini o nei più svariati consessi in cui di volta in volta presenziava».

MARINOMARINO
Al contrario «si è trattato in realtà di una vera e propria metodica strumentale di compilazione dei giustificativi appositamente utilizzata, grazie alla ben scarsa incidenza dei controlli interni». A questo punto bisognerà capire cosa ne sarà del capitolo erariale.

Fonte: qui

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